Alice in Wonderland (USA 2010)Un film di Tim Burton, con Mia Wasikowska, Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Anne Hathaway.Alice è una ragazzina bizzarra e con la testa fra le nuvole, trascorre il suo tempo pensando alle cose più impossibili, e per questo più belle. Una visione ricorrente, a metà tra un sogno e un incubo, la tormenta sin da quando era una bimba: un mondo fantastico, abitato da animali parlanti e mostri orribili.
Ma un giorno, durante un ricevimento nel quale un imbarazzante giovanotto con problemi digestivi le fa una proposta di matrimonio, Alice scopre che quella dimensione era più vicina e reale di quanto pensasse; seguendo infatti tra le siepi un delizioso coniglio in panciotto, si ritrova catapultata in tutto quello che aveva sempre sognato, senza però potersi risvegliare con un semplice pizzicotto.
Da qui si dipana la favola di Alice, una parabola canonicamente cartooniana: la fanciulla ha infatti il compito di ristabilire l’ordine in quel mondo fatato, sconfiggendo un terribile drago, e riportando la Regina Bianca al trono, usurpatogli dalla crudele sorella, la Regina Rossa.
Si può facilmente notare la semplicità del plot, una certa rivisitazione, ma in chiave disneiana, dell’opera di Carroll.
Disneiana, perché di Burton c’è molto poco.
Scenograficamente, si percepisce il suo tocco: alcune sequenze nel bosco si nutrono di un’atmosfera tetra ed oscura che richiama capolavori passati; tuttavia, il prodotto manca di quella salsa gotica che avrebbe giovato alla fotografia e non solo.
Questo accade poiché vi è una prepotente predisposizione al comico che smorza ogni accenno al dark burtoniano. Forse, paradossalmente, è tutto troppo divertente: il risultato è una pellicola davvero molto carina, a mio giudizio, ma non eccessiva, non strana, non eccentrica, non anticonformista, non buia. Non da bocciare, per il mio gusto personale, ma da promuovere con debite riserve.
E’ tutto un grande, puro divertissement che limita sé stesso, che impedisce l’eccellenza e garantisce la sufficienza.
Vengono in soccorso alla pochezza contenutistica i personaggi, alcuni molto ben caratterizzati: primo fra tutti lo Stregatto, semplicemente stupendo, tenero, intrigante, forte di un doppiaggio straordinario. Il Bianconiglio, timido ed impacciato, il Brucaliffo, sempre avvolto da una densa nube di fumo, la Regina Bianca, una Hathaway eterea e stravagante, specializzata in pozioni orride e disgustose che le provocano continui conati. Molto originale il personaggio della Bonham Carter, sgradevole a vedersi, ma deliziosamente cattivo (il suo slogan, “Tagliategli la testa!”, è squisito); troppo spazio viene dato invece a personaggi inutili: il servitore con la benda sull’occhio, dal ruolo insignificante, o l’enorme cagnolone che improvvisamente illuminato sulla via di Damasco diventa buono.
E poi c’è Depp: lo specchietto per le allodole? Il protagonista indiscusso del trailer, e non solo, perché molto prevedibilmente il Cappellaio Matto ha un ruolo di spicco, e perché effettivamente la scialba, insignificante, impacciata Mia Wasikowska aveva bisogno di qualcuno su cui poggiarsi; molto caricaturale questo Cappellaio, coloratissimo, malinconico, scanzonato, regala passaggi piacevoli.. se non fosse per un momento, una breve sequenza che, oltre a farmi sgranare gli occhi increduli, riesce da sola a rovinare il finale: la deliranza.
Qualcuno mi sa dire perché? Un balletto ridicolo, insulso, perché inserirlo? Una bassezza esagerata che , in un film di Burton, non voglio vedere.
Non l'ho visto in 3D, quindi non mi pronuncio su quell'aspetto.
Ma in definitiva consiglio la visione di questo film, l'ho trovato piacevole, vivace, a tratti davvero spassoso.
Tuttavia credo sia giusto far presente che siamo lontani, molto lontani, da Big Fish.
Un ultimo appunto: il maialino poggiapiedi è qualcosa di meraviglioso.
Voto: 6.5