Che fò? Metto pure io la mia recensione?Si dai, la metto
Concordo con Babina, anch'io mi sono innamorata fin da subito dell'accattivante stile di Vance
L'unica differenza è che ho dato un punto in più a questo libro(vabbè, non faccio testo, ormai sono completamente assuefatta a lui
)
E il naufragar m’è dolce in questo marIl viaggio vero l’ignoto, l’eterna ricerca di qualcosa a lui sconosciuto che l’uomo compie da sempre, i naufragi che avvengono su isole misteriose o in luoghi sperduti al mondo sono sempre stati dei temi affascinanti e più volte ripresi in letteratura, nel cinema e nell’animazione(mi sovvengono alla mente Robinson Crusoe, i naufraghi dell’isola misteriosa di Verne oppure i viaggi verso luoghi sconosciuti, alla ricerca di se stessi o di vendetta, che compivano i personaggi disegnati da Matsumoto).
Jack Vance prende quest’ affascinante tema e lo unisce a un altro altrettanto affascinante, quello del ritorno in patria.
Ispirandosi all’Anabasi di Senofonte e all’Odissea di Omero, ci racconta una terribile marcia su di un pianeta a dir poco speciale.
Il Grande pianeta è stato da sempre rifugio di varie minoranze in fuga dal pianeta Terra.
Su di esso si sono così venute a creare diverse piccole società sparse per tutto il pianeta, ognuna con i suoi propri usi e costumi.
Una spedizione terrestre viene inviata su questo luogo solitario per indagare sull’operato illecito di uno dei tanti tiranni che governano il pianeta.
Ma subisce un imprevisto…causa tradimento di un membro dell’equipaggio, la navicella cadrà ben lontana dalla colonia.
Il protagonista della storia, Glystra,e gli altri membri dell’equipaggio iniziano così un lungo viaggio che li dovrebbe portare alla salvezza, ma al quale in pochi sopravvivranno
Ho letto molte critiche nei confronti di questo romanzo, che non condivido assolutamente.
So di non essere una critica obiettiva, né tantomeno preparata, data la mia poca conoscenza di quest’autore(i miei parametri di giudizio si basano solamente su due delle sue molteplici opere, “I principi demoni” e “Stato sociale Amaranto”), ma reputo questo romanzo più che buono(sarà che ormai i miei sensi si sono completamente invaghiti dello stile di Vance, uno stile unico, elegante, capace di catturarti dalla prima all’ultima pagina).
Ciò che mi ha colpito maggiormente è la figura del protagonista, Glystra, notevolmente diverso dai soliti eroi senza macchia e senza paura, un eroe “comune”, che l’esperienza vissuta sul Grande Pianeta cambierà inesorabilmente.
E poi sono rimasta affascinata e piacevolmente colpita, così come accadde durante la lettura de “I principi Demoni”, dalle splendide e realistiche descrizioni di Vance…per un attimo mi sono sentita trasportare in quei paesaggi esotici e affascinanti, in quei mondi così lontani ma che, per una sorta di empatia, sentivo a me così vicini.
Vance ha una capacità unica, che nella mia lunga carriera di lettrice ho riscontrato solo in pochissimi autori, l’abilità di riuscire a divertire, suscitare meraviglia e sorprendere il lettore con la sua narrazione accurata e particolareggiata(la descrizione dell’attraversamento del fiume Oust è da antologia).
Un romanzo più che ottimo, solido, ben costruito, che vi consiglio di leggere, anche se non siete appassionati del genere.
E ogni tanto, mentre lo leggete, se potete sollevate ogni tanto lo sguardo verso il mare, verso un orizzonte lontano, ma forse troppo vicino.
Cris, ti ringrazio di cuore, senza il tuo prezioso contributo non avrei mai conosciuto questo straordinario autore.
Infinitamente grazie.
Voto: 7.5
Edited by La Venere di cioccolato - 1/4/2010, 09:57