L'ODISSEA DI GLYSTRA, Jack Vance

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Baba1989
view post Posted on 29/3/2010, 20:15




L'Odissea di Glystra - Jack Vance

Da secoli, esiste un pianeta che ospita individui non in grado di adattarsi alla civiltà terrestre: criminali e piccoli delinquenti confinati, dissidenti, misantropi, ribelli anarchici, primitivisti, adepti di culti particolari, persone che hanno trovato nella non civilizzazione la loro indipendenza.
E’ un luogo sconfinato, privo di qualsiasi sistema di governo e di giustizia, un insieme disordinato di piccoli stati e città in cui regna il libero arbitrio. L’unico collegamento che sussiste con il pianeta Terra è la Colonia, dove Università e scuole di avviamento preparano coloro i quali desiderano reinserirsi nella società.
Questo è il Pianeta Gigante.
Claude Glystra viene inviato sul Pianeta a capo di una commissione che ha il compito di indagare sugli abusi di potere commessi da un dittatore, il Bajarnum, il cui unico scopo è ampliare il suo raggio d’azione, sottomettere le genti, senza porsi limiti in fatto di crudeltà e violenza.
La situazione precipita nel momento in cui l’astronave su cui viaggiano i terrestri è costretta (da un attentato?) ad un atterraggio di emergenza. Glystra e il suo equipaggio (all’interno del quale si nasconde certamente una spia) si ritrovano privi di un mezzo di trasporto, persi in un punto imprecisato del Pianeta, lontani circa quarantamila miglia dalla Colonia-Terra; non hanno mappe, né radio, e da un momento all’altro potrebbero essere scoperti e catturati dalle truppe armate del Bajarnum.
La loro unica speranza di salvezza è raggiungere la Colonia, ma il viaggio che gli si prospetta dinnanzi equivale ad una volta e mezza il giro della Terra, sessantamila chilometri in cui potrebbero cadere preda di pirati, predatori del deserto, negrieri, anemoni carnivori e altre orrende creature, tempeste furiose..
L’odissea di Glystra e dei suoi compagni li spingerà in località incantevoli o desolate, dove verranno a contatto con i singolari abitanti del luogo, non sempre ospitali..

Si tratta del mio primo Vance, e sono piacevolmente colpita dall’incontro.
La storia si rivela da subito interessante e appassionante, confezionata con uno stile che mi ha conquistata: la narrazione è incredibilmente scorrevole, incalzante, avvincente. Nonostante Vance dedichi lunghi passaggi alla descrizione delle popolazioni autoctone, dei loro usi e costumi, delle città in cui vivono, questi cataloghi espositivi non risultano mai insignificanti, noiosi, dispersivi o superflui, tutt’altro: mantengono vivissimo l’interesse del lettore.
Poste quindi le basi di un giudizio estremamente positivo, è emersa una pecca:
Il romanzo in questione, nella vecchia edizione Urania, consta di 136 pagine. Ora, si accolga per buono tutto quanto è stato detto sull’affascinante avventura di Glystra: sorgerà senz’altro qualche perplessità, quando a nemmeno venti pagine dalla fine si considera che i nostri beniamini hanno percorso a malapena milleseicento chilometri.
Il risultato è un finale sbrigativo, frettoloso e semplicistico, incompleto: ho avuto come l’impressione che, giunti a quel punto, la storia potesse serenamente svilupparsi ancora per almeno cento pagine.
Questo aspetto certo abbassa il giudizio complessivo, che tuttavia permane positivo, destando il mio interesse nei confronti di quest’autore, di cui leggerò sicuramente altro.
Grazie mille Lord, perché io e Jack Vance ti siamo debitori. :)

Voto: 6.5

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view post Posted on 29/3/2010, 23:10
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Sapiente Malizioso
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Contento ti sia piaciuto.. E' l'impressione che t'avevo detto avresti avuta.. :) :) Diciamo così, questa romanzo ha rappresentato "la bozza" della saga di Tschai.. :wub:
 
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LadyTriffide
view post Posted on 30/3/2010, 13:45




W Vance!! :lol: :lol:
Un'altra estimatrice di questo incredibile scrittore! E bisogna sottolineare che l'Odissea di Glystra è uno dei racconti meno riusciti ;)
 
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Baba1989
view post Posted on 30/3/2010, 18:30




:bowdown.gif:
Leggerò presto qualcos'altro! :) :)
 
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view post Posted on 31/3/2010, 18:44
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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Che fò? Metto pure io la mia recensione?Si dai, la metto :P

Concordo con Babina, anch'io mi sono innamorata fin da subito dell'accattivante stile di Vance :)
L'unica differenza è che ho dato un punto in più a questo libro(vabbè, non faccio testo, ormai sono completamente assuefatta a lui :P)

E il naufragar m’è dolce in questo mar

Il viaggio vero l’ignoto, l’eterna ricerca di qualcosa a lui sconosciuto che l’uomo compie da sempre, i naufragi che avvengono su isole misteriose o in luoghi sperduti al mondo sono sempre stati dei temi affascinanti e più volte ripresi in letteratura, nel cinema e nell’animazione(mi sovvengono alla mente Robinson Crusoe, i naufraghi dell’isola misteriosa di Verne oppure i viaggi verso luoghi sconosciuti, alla ricerca di se stessi o di vendetta, che compivano i personaggi disegnati da Matsumoto).
Jack Vance prende quest’ affascinante tema e lo unisce a un altro altrettanto affascinante, quello del ritorno in patria.
Ispirandosi all’Anabasi di Senofonte e all’Odissea di Omero, ci racconta una terribile marcia su di un pianeta a dir poco speciale.
Il Grande pianeta è stato da sempre rifugio di varie minoranze in fuga dal pianeta Terra.
Su di esso si sono così venute a creare diverse piccole società sparse per tutto il pianeta, ognuna con i suoi propri usi e costumi.
Una spedizione terrestre viene inviata su questo luogo solitario per indagare sull’operato illecito di uno dei tanti tiranni che governano il pianeta.
Ma subisce un imprevisto…causa tradimento di un membro dell’equipaggio, la navicella cadrà ben lontana dalla colonia.
Il protagonista della storia, Glystra,e gli altri membri dell’equipaggio iniziano così un lungo viaggio che li dovrebbe portare alla salvezza, ma al quale in pochi sopravvivranno
Ho letto molte critiche nei confronti di questo romanzo, che non condivido assolutamente.
So di non essere una critica obiettiva, né tantomeno preparata, data la mia poca conoscenza di quest’autore(i miei parametri di giudizio si basano solamente su due delle sue molteplici opere, “I principi demoni” e “Stato sociale Amaranto”), ma reputo questo romanzo più che buono(sarà che ormai i miei sensi si sono completamente invaghiti dello stile di Vance, uno stile unico, elegante, capace di catturarti dalla prima all’ultima pagina).
Ciò che mi ha colpito maggiormente è la figura del protagonista, Glystra, notevolmente diverso dai soliti eroi senza macchia e senza paura, un eroe “comune”, che l’esperienza vissuta sul Grande Pianeta cambierà inesorabilmente.
E poi sono rimasta affascinata e piacevolmente colpita, così come accadde durante la lettura de “I principi Demoni”, dalle splendide e realistiche descrizioni di Vance…per un attimo mi sono sentita trasportare in quei paesaggi esotici e affascinanti, in quei mondi così lontani ma che, per una sorta di empatia, sentivo a me così vicini.
Vance ha una capacità unica, che nella mia lunga carriera di lettrice ho riscontrato solo in pochissimi autori, l’abilità di riuscire a divertire, suscitare meraviglia e sorprendere il lettore con la sua narrazione accurata e particolareggiata(la descrizione dell’attraversamento del fiume Oust è da antologia).
Un romanzo più che ottimo, solido, ben costruito, che vi consiglio di leggere, anche se non siete appassionati del genere.
E ogni tanto, mentre lo leggete, se potete sollevate ogni tanto lo sguardo verso il mare, verso un orizzonte lontano, ma forse troppo vicino.

Cris, ti ringrazio di cuore, senza il tuo prezioso contributo non avrei mai conosciuto questo straordinario autore.
Infinitamente grazie.

Voto: 7.5

Edited by La Venere di cioccolato - 1/4/2010, 09:57
 
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4 replies since 29/3/2010, 20:15   100 views
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