Mazinger Z
© 1972 - Toei Animation SiglaLa nascita di un mitoFine estate del 1972.
Go Nagai un giovane autore di fumetti, è imbottigliato nel traffico della caotica Tokio.
Mentre è lì che aspetta, osserva le auto che lo circondano, che lo sovrastano, che lo soffocano quasi.
A un tratto, ai suoi occhi sembra che le auto prendano vita, che spuntino loro gambe e braccia, che si muovano.
Per lui fu un’apparizione geniale.
Appassionato lettore di Dante Alighieri, accanto ai suoi demoni(Devilman e Mao Dante) affiancherà un robot, che sarà per lui la sua fortuna e per noi fanciulli degli anni’80 l’emblema, il simbolo dell’animazione robotica.
Il suo nome? Mazinga.
Due importanti scienziati, il dottor Kabuto e il dottor Inferno, durante una spedizione archeologica presso l'isola di Rodi, ritrovano complessi e pericolosi manufatti meccanici appartenuti a un'antica civiltà.
Il Dottor Inferno decide di sfruttare la scoperta per subdoli fini personali, tesi alla conquista del mondo.
Kabuto, compresa la malvagità del collega, costruisce un robot meccanico adatto ad affrontare gli automi dello scienziato criminale, utilizzando una lega di sua invenzione, il Japanium, dotata di una resistenza incredibile.
Inferno decide di eliminare l'unico ostacolo ai suoi piani di conquista e invia i suoi fedeli soldati, le maschere di ferro, ad assassinare Kabuto.
Lo scienziato non riesce a opporre resistenza ma, prima di morire, riesce ad affidare al nipote Ryo, accorso troppo tardi in suo aiuto, il potente robot combattente, Mazinga Z.
Il giovane, entra a far parte del personale dell'Istituto per la ricerca dell'energia fotoatomica, un laboratorio condotto dal professor Yumi, un collega e allievo del nonno.
Comincia così la lunga guerra fra le forze del bene e i terribili mostri meccanici inviati dal perfido scienziato.
Ryo, aiutato dalla bella Sayaka, la figlia del professore del laboratorio, e dal buffo Boss, imparerà a pilotare il robot e impiegarlo efficacemente per sconfiggere i nemici.
Serie animata molto interessante, caratterizzata, strano a dirsi per Go Nagai, di una sottile vena d’ironia che la rende irresistibile.
E’ una delle serie più lunghe (92 episodi), tanto che fu trasmesso dalla tv giapponese in due anni, talvolta in contemporanea con altri personaggi nati nel frattempo, fra cui il “fratello” Getter Robot.
All’inizio si rimane un po’ spiazzati dal disegno sperimentale, da una storia diversa rispetto alle altre(assistiamo al vero e proprio training del ragazzo unito al progresso scientifico del robot, che vede Mazinga Z prima imparare a nuotare, poi a volare, poi addirittura a sciare, con l’aggiunta, ogni puntata, di nuove armi a sua disposizione), ma poi la qualità del disegno e della storia aumentano di misura man mano che si procede nella narrazione, e il climax che si raggiunge nella puntata finale (con l'entrata in scena di Grande Mazinga) resta un apice per me inarrivabile di pathos e suspence.
E’anche la serie che segna l’esordio del personaggio più amato da Nagai, Koji Kabuto.
Il giovane figlio del dottor Kabuto apparirà anche nelle altre due grandi opere del maestro, “Il grande Mazinga”(seguito di questa serie animata) e “Goldrake”(sotto le “mentite” spoglie di Alcor).
Koji è un adolescente e come quasi tutti i ragazzi ha tre passioni innate: lo studio, le moto e le belle ragazze.
All’inizio appare come un ragazzetto piuttosto viziato e saputello, ma nel corso della serie maturerà fino a diventare uno dei personaggi più interessanti dell’animazione giapponese, dotato di forte carisma, di un certo qual fascino e di una spiccata simpatia che me l’ha fatto amare fin da subito.
Insieme ai mostri sconfiggerà anche le sue paure, supererà difficoltà che all’inizio sembravano per lui insormontabili, diventerà un uomo, proprio come tutti noi, arricchendo il suo bagaglio di conoscenze e di esperienze, privo di quei tormenti che caratterizzano gli altri ragazzotti nagaiani.
Un gran bel personaggio, che mi ha colpito profondamente e che si è conquistato un posto speciale nel mio cuore(se Nagai avesse continuato su questa strada, forse sarebbe stato meglio, ci saremmo risparmiati un personaggio odioso come Tetsuya
).
In Italia purtroppo Mazinga Z è stato la serie più “massacrata” di tutte: dei 92 episodi ne sono stati trasmessi solo 51 dei primi 56, all’inizio del 1980 sulla Rete 1.
Gli altri, ancora inediti, sono disponibili oggi sul mercato collezionistico sottotitolati in italiano, peraltro in maniera alquanto rozza, e approssimativa, sufficiente tuttavia a godersi tutta la serie fino in fondo.
Il motivo sembra dovuto al fallimento della casa di produzione francese che ne deteneva i diritti e da cui il cartone era stato importato, fatto sta che a tutt’oggi quegli episodi non trasmessi gridano vendetta.
Una nota di merito va anche al doppiaggio, che può contare nomi di alto spicco, da Claudio Sorrentino(la voce di Mel Gibson), a Liliana Sorrentino(la voce di Cate Blanchett) e di Fabrizio Manfredi(la voce di Leonardo Di Caprio).
Mi rivolgo a tutti i ragazzi che non hanno avuto la “fortuna”(chiamiamola così…in compenso avete la fortuna di essere giovani, di non aver superato la fatidica soglia dei trenta-quarant’anni) di vivere l’infanzia nel dorato mondo degli anni’80…se potete, prendete visione di questo robot, non ne rimarrete delusi e capirete perché noi ultratrentenni percepiamo sulla nostra pelle un brivido di malinconica nostalgia quando la nostra mente ritorna a quei bei tempi andati.
E noi, ormai adulti, diciamo grazie a Nagai…da un’idea banale ha dato vita a un qualcosa per noi indimenticabile.
Tra tutti i 92 episodi, ho scelto il numero 52, uno dei miei preferiti, che racchiude in sè tutte le tematiche di questo cartone: una sottile ironia, pathos, azione e dramma.
[ Voto: 8.5
Edited by La Venere di cioccolato - 31/7/2010, 19:51