I VIAGGI DI GULLIVER -
Jonathan Swift1716
Un viaggio alla scoperta di noi stessiViaggiare è sempre stato uno dei maggiori desideri dell’uomo.
Viaggiare significa conoscere nuovi luoghi, varcare nuovi orizzonti, allargare le proprie prospettive, compiere un nuovo percorso finalizzato a cercare di toccare mete mai raggiunte prima, ma soprattutto viaggiare permette all’uomo di acquisire nuove cognizioni, competenze ed esperienze che lo aiuteranno nella vita a crescere e maturare.
Per Gulliver il suo lungo peregrinare in terre sconosciute rappresentò tutto ciò.
Erroneamente viene considerato come un semplice e a volte banale libro per ragazzi, ma non è affatto così, questo romanzo è molto di più.
E’ uno splendido viaggio in cui si mettono in luce, ridicolizzandoli, i difetti dell’uomo: l’ipocrisia, la crudeltà, la presunzione, la stupidità.
Il giovane Lemuel Gulliver, medico di bordo, è l’unico superstite di un naufragio.
Durante i suoi lunghi viaggi per mare, s’imbatterà in mondi sconosciuti, dominati da esseri particolari, ognuno con i propri usi e costumi, dai quali trarrà, ogni volta, un piccolo insegnamento di vita.
Un viaggio allegorico, una deliziosa favola surreale in cui si denotano e ridicolizzano i grandi e piccoli dilemmi di noi esseri umani, basti pensare alle ridicole guerre dei Lillipuziani in cui gli uomini di ognuna delle due parti affrontano eroicamente la morte pur di non cedere sulla propria opinione(una chiara allusione alle guerre religiose perpetrate da re Giorgio I), alle stupide dispute sui problemi basilari a cui il povero Gulliver deve far fronte(lotte tra portatori di tacchi alti e tacchi bassi,la diatriba essenziale su come rompere le uova se da una parte o dall'altra) che in realtà ci fanno comprendere come spesso noi uomini ci lasciamo andare a futili contese che, a volte, portano a gravi conseguenze.
Un romanzo molto pessimista, malinconico, duro, che denota in toto il puro pessimismo di Swift nei confronti del genere umano, che lui detestava follemente(emblema di ciò è l’ultimo viaggio che Gulliver compie nel paese dei saggi cavalli, gli Houyhnhnm, le cui indubbie qualità morali sono in netto contrasto con quelle degli Yahoo, le vere bestie, in cui lui riconosce gli esseri umani).
Quattro spassose avventure, ricche d’irresistibile comicità, dietro le quali si avverte la condanna senza appello di un genere avido e insensibile e soprattutto sordo dinanzi alle ragioni della natura.
Un libro che si legge con voracità, che fa divertire e riflettere, che personalmente farei leggere a ogni singolo membro del nostro Parlamento.
Un autentico trattato sui vizi e anche sulle virtù dell’uomo, perché in fondo Swift non disprezzava l’essere umano in quanto tale, ma la sua “essenza” deturpata da un mondo corrotto.
Voto: 7