Castaway on the moon (Corea del Sud 2009)
Un film di Lee Hae-joon. Con Jeong Jae-yeong, Jeong Ryeo-won.
Kim è sommerso dai debiti, la fidanzata l'ha appena lasciato e l'unica soluzione che trova è quella di suicidarsi, sceglie il ponte e il fiume Han... purtroppo è poco incisivo, si risveglia sul bagnasciuga di un'isoletta poco lontana dal ponte dal quale si è lanciato. Dopo vari tentativi a vuoto di lasciare l'isola (non sa nuotare), Kim trasforma la sua sciagura in un'occasione per redimersi nei confronti di se stesso. Da cittadino sociale si trasforma coscientemente e volontariamente in un essere in grado di sussistere autonomamente ai propri bisogni e con l'ausilio della tanto odiata (da noi tutti) spazzatura trasforma la sua isoletta in uno strumento a suo uso e consumo. Parallelamente in un palazzone vive segregata nella sua stanza una ragazza che volontariamente sceglie l'estraniazione dal mondo reale per rifugiarsi in quello virtuale privo di pericoli, possiede un binocolo con il quale di notte fotografa la luna, per un caso fortuito vede la grande scritta "Help" sulla sabbia dell'isoletta e comincia a conoscere (visivamente) Kim. Dopo anni di isolamento come una vera e propria naufraga si sente forzata ad uscire dalla sua camera.
Film che mette a confronto parallelamente il desiderio dei due protagonisti di un cambiamento radicale delle proprie vite, dove la solitudine è lo strumento che permette di comprendere i propri bisogni.
Ho apprezzato molto questo melò coreano, tutta la parabola degli spaghetti neri e del potercela fare "da soli" l'ho trovata un filino inverosimile ma comunque avvincente, la soddisfazione di Kim nel produrre con le proprie mani (in una società dove si ignorano tutte le preparazioni base, vedi la farina.. ) gli spaghetti è toccante
Insomma, è un buon film che se avete tempo vi consiglio di vedervi, sarà presente nella serata conclusiva del FEFF il 1°maggio.
VOTO 7
