SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE, William Shakespeare

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Baba1989
view post Posted on 27/4/2010, 21:43




Sogno di una notte di mezza estate
di William Shakespeare


Questo è il sogno di William Shakespeare. Per entrarvi, è necessario spogliarsi di ogni sovrastruttura letteraria e abbandonarsi alla magia e alle passioni umane, ma attenzione: tali passioni perdono tutto il loro carico malinconico per ricomporsi in un ordine di leggera, frivola casualità.

L’intreccio sarà noto per sommi capi ai più.
E’ una notte fatata quella di San Giovanni, il teatro è il bosco. La storia si regge su una serie di amori estemporanei e contrastati. Un padre cortigiano che desidera scegliere il marito di sua figlia; il giovane Demetrio, che ama Ermia, la quale complotta invece una fuga con l’adorato Lisandro; Elena, che si strugge d’amore per Demetrio, non corrisposta; il sovrano d’Atene, Teseo, che intende convolare a nozze con la sua Ippolita, in un giorno di pace e serenità per tutti.
Ma questa non è una notte normale. A corredo di un plot più intricato di una telenovelas messicana, c’è l’incanto di un macheniano piccolo popolo che, alle porte del bosco, interverrà nelle faccende degli esseri umani, per sconvolgerle.
Puck, simpatica rivisitazione di Eros, è uno spiritello dispettoso e pasticcione al servizio di Oberon, il Re del bosco, una specie di Zeus d’elfica fattura; grazie ad un potente succo magico che si versa sugli occhi degli addormentati facendoli innamorare perdutamente della prima persona che vedono al loro risveglio, Puck si rende colpevole di una serie di autentici disastri che stravolgono l’ordine naturale dei rapporti: Lisandro e Demetrio si contendono Elena, Ermia piange abbandonata, persino Titania, la bellissima impalpabile regina delle fate, si innamora suo malgrado di una testa d’asino. E’ necessario dunque porre rimedio ai danni; Puck si adopera strenuamente per ristabilire gli amori più veri e sinceri, liberi da incantesimi e dettati da autentico affetto reciproco.

Shakespeare è il più grande poeta inglese di tutti i tempi, nonché uno dei massimi drammaturghi. Nato nel 1564 a Stratford-upon-Avon, non sappiamo molto della sua prima giovinezza; ma certamente a trent’anni era già impegnato a Londra in un’intensa attività teatrale. L’età d’oro della regina Elisabetta era al suo culmine, e attorno alle corti della capitale gravitavano una miriade di artisti, poeti, attori o aspiranti tali, a rendere allegre e intellettualmente vivaci le serate di una città in espansione. In questi anni, le platee londinesi godettero di rappresentazioni di altissimo livello (basti pensare alle produzioni di artisti come Marlowe, Webster), e trovarono spazio in un fermento culturale senza precedenti anche le opere di Shakespeare: le famose “chronicle plays”, i drammi storici come L”Enrico IV” o il “Riccardo III” che ancora oggi godono di fama e rispetto; le grandi tragedie, capolavori come l’”Amleto, “Macbeth”, “Re Lear”, “Otello”; e le commedie. Ora, è chiaro che sui drammi di questo autore si potrebbe disquisire appassionatamente per ore, tuttavia credo sia doveroso non rinchiudere, come spesso erroneamente si fa, il suo genio nel binomio stretto e riduttivo di Shakespeare=tragedia. Non si può dimenticare la dolcezza, l’ironia, la leggerezza apparente, l’utopica deliziosa libertà al piacere che colora le commedie.
“Sogno di una notte di mezza estate” è un gioiello di straordinaria purezza. L’autore conduce la commedia su tre piani, con un abilità non comune: il piano\cornice di Teseo, sovrano di un mitico e ipotetico principato ateniese, ricco di richiami mitologici, il quale desidera sposare la regina delle Amazzoni. Il piano della sua Londra, quella di fine ‘500, una metropoli in costruzione, fatta di artigiani rozzi, chiassosi, analfabeti ma aspiranti attori, personaggi rubati dai bassifondi e scaraventati su un palco elegante, ma fresco e sincero come la vita, portatori di una cultura fai da te che davvero spicca in contrasto con elementi raffinati e favolistici (si pensi a Bottom, mordace, chiacchierone, disgraziato, ma terribilmente efficace nel suo ruolo). E poi il piano della notte fatata, una calda serata popolata di spiriti e spiritelli, fate e folletti, creature della Natura che emergono da un’affascinante, mistico retroterra nordico, quello delle saghe, delle leggende.
L’elemento di fondo, chiaro e forte più che in ogni dramma, è proprio la ricerca della libertà, l’anelito all’evasione, alla fuga da ogni preconcetto; una libertà che forse era ricercata dallo stesso autore, che per una volta si svincola dal dolore, dalla tragicità, dalla precarietà umana, per lasciar correre il suo estro verso nuovi lidi, verso incantesimi, ignoto, impossibile. Getta nello scompiglio le relazioni amorose, per dimostrare come i nostri sentimenti siano labili, incostanti. Sentirsi in balia del caso, cercare l’equilibrio tra illusione e realtà, essere spaesati di fronte a quello che ci presenta il destino: non è forse la condizione di tutti i noi? Meno onirica e più concreta di quanto non possa apparire ad una lettura distratta. Certo, è tutto pur sempre un gioco, un divertissement letterario, un inconsapevole e irresponsabile arrendersi a emozioni primordiali; d’altro canto la fantasia più assurda, tormentata, è quella più bella, e l’eleganza con cui Shakespeare ci conduce in questa dimensione è fuga dalla vita e dalla letteratura. Ho avuto come l’impressione che si sia divertito a scrivere quest’opera, che ci abbia messo tutto il suo brio, la sua sagacia, la sua inventiva, più che in ogni altra creazione.
E d’altronde non sarà un caso se, a poche generazioni dal suo produrre, il pubblico ha iniziato a godere della fantascienza: prospettive molto diverse, certo, ma l’impossibile che si fa possibile è comune denominatore, un impulso affascinante e irresistibile per (quasi) tutti.
E Shakespeare l’aveva capito..

"Finito è lo spettacolo e l’incanto.
Ora, o Signori, addio; ma siate umani:
salutate col batter delle mani
questa nostra fatica e il dio del canto."


Voto: 9

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**Nefertiti**
view post Posted on 28/4/2010, 18:03




Bella recensione Baba :) m'ha sempre intrigato Mastro Will.....forse perche in lui si dice scorra sangue siciliano???

:)
 
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Baba1989
view post Posted on 28/4/2010, 21:28




Grazie Nefer!! Guarda, quello non lo so, so solo che è meraviglioso.. ;) :wub:
 
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view post Posted on 29/4/2010, 00:03
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Sapiente Malizioso
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Che lunghissima e bella recensione! :) S'è proprio capito che ti piacciono molto i suoi lavori. Ammetto di non aver mai letto quest'opera, però ho visto il film quindi avevo vagamente idea di cosa si stesse parlando! :) Ho trovato molto utile la spiegazione che hai dato dell'intreccio!
 
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LadyTriffide
view post Posted on 29/4/2010, 08:33




L'ho letto al liceo ma ne ho un ricordo molto vago, rammento solo che Puck per tutta la lettura continuavo a paragonarlo a Paperoga :D
Complimenti per la sintesi e per la recensione, effettivamente sembrava proprio una soap-opera :lol:
 
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view post Posted on 29/4/2010, 15:32
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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Meravigliosa recensione Babina, complimenti.

E' una delle mie opere preferite di Shakespeare, letta più di undici anni fa e che avrà a breve una rilettura.
Se posso descrivere quest'opera con pochissime parole la definirei così: un gioiello di quelli che brillano molto ma costano poco.
Una splendida favola per adulti, molto complessa per via dei vari personaggi e degli scambi di ruolo che si susseguono man mano nel proseguio della storia, ma deliziosamente accattivante, brillante e coinvolgente.

E poi in quest'opera è contenuto a mio parere uno dei versi più belli dell'intera opera shakesperiana:

Quale angelo mi risveglia
dal mio letto floreale
ti prego gentile mortale
canta ancora
il mio orecchio è molto preso
dalle tue note
così il mio occhio è incantato
dalla tua forma...
io ti amo...


Un capolavoro da riscoprire.
 
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Baba1989
view post Posted on 29/4/2010, 19:27




Beh, oddio, una soap-opera no, non esageriamo, era solo una battuta :P
Grazie a tutti per i complimenti. :)
 
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view post Posted on 11/5/2010, 18:48
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Il bosco dei miei sogni

L’estate è sempre stata una delle mie stagioni preferite.
Ricordo ancora con una sottile e delicata vena di malinconia le estati trascorse in campagna, poco più che bambina, in mezzo ai boschi alla ricerca di qualche tesoro nascosto, completamente immersa nella natura, totalmente assuefatta ai suoi colori, ai suoi rumori, ai suoi sapori, mentre il vento accarezzava dolcemente il mio vestitino rosa di tulle.
Ero una principessa e quello era il mio regno, al quale nessuno mi avrebbe mai strappato.
Era una favola, la mia favola, che ho rivissuto dopo anni e anni di oblio.
Aperto questo piccolo libro mi sono ritrovata per incanto in quel bosco, da sempre rappresentazione onirica del mistero, luogo popolato da sogni e incubi, di suggestioni arcane, di smarrimento fisico e mentale, nonché magico ritrovo di elfi e fate.
Tutto questo è “Sogno di una notte di mezz’estate”.
Sogno, il mondo fatato per eccellenza, il rifugio dei pensieri, il punto in cui reale e irreale si fondono e si arricchiscono l’un l’altro.
La magia dell’inconscio, dell’arcano, dei desideri sopiti, una parte di vita che si confonde con la morte.
Notte, il buio, l’oscurità, le tenebre, il sospiro degli amanti, ma soprattutto il rifugio sicuro di chi è in eterna fuga, anche da se stesso.
Mezz’estate, il momento più fulgido dell’anno, in cui la vita e la natura rifioriscono, in cui tutto è gioia, allegria, spensieratezza.
Questi tre elementi si fondono e danno vita a una delle opere più raffinate di Shakespeare, un intreccio di amori e intrighi tra sogno e realtà, tra magie e sortilegi.
Ernia è una splendida fanciulla che s’innamora, ricambiata, di Lisandro.
I due scappano e si ritrovano, in piena notte, in un bosco, presto raggiunti da un’altra coppia, Elena e Lisandro, i rispettivi promessi sposi dei due ragazzi, che si amano a loro volta.
Nel corso di quell’incredibile notte i quattro ragazzi si ritroveranno a rincorrersi e a sfuggirsi, ad amarsi e a odiarsi in un susseguirsi di divertentissimi equivoci provocati da uno sbadato spiritello, di nome Puck, che involontariamente sparge sugli occhi dell’uomo dormiente sbagliato una pozione magica che lo fa innamorare del primo essere vivente che vedrà al suo risveglio.
Alla fine di quest’incredibile notte ognuno si sveglierà con la consapevolezza di ciò che desidera realmente, ma avrà avuto bisogno di un sogno per capire se stessi e i propri sentimenti.
Un gioiello di quelli che brillano molto ma costano poco, così definirei in poche parole quest’opera.
Una splendida favola per adulti, molto complessa per via dei vari personaggi e degli scambi di ruolo che si susseguono man mano nel proseguo della storia, ma deliziosamente accattivante, brillante e coinvolgente.
Un delizioso sogno a occhi aperti, dal quale non vorresti mai svegliarti.
Rileggendolo sono ritornata indietro nel tempo, al mio regno nascosto tra i boschi, al tempo in cui credevo che questa favola non avesse mai fine, al tempo in cui ero realmente felice.
Che cosa mi è rimasto adesso? La consapevolezza che quella felicità esiste ancora, è ancora dentro di me e mi sta implorando di uscire fuori, di darle una seconda possibilità.
La vita è un sogno, sta a noi farla diventare una realtà.
La vita è bellezza, sta a noi saperla ammirare.
La vita è una sfida, sta a noi saperla affrontare.
La vita è un dovere, sta a noi compierlo.

Voto: 8.5
 
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Baba1989
view post Posted on 12/5/2010, 19:48




Che bella recensione, sono contenta che anche tu abbia apprezzato quest'opera.. :) :)
 
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8 replies since 27/4/2010, 21:43   590 views
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