IL SIGNORE DI BALLANTRAE, Robert Louis Stevenson

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view post Posted on 17/5/2010, 18:37
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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IL SIGNORE DI BALLANTRAE - Robert Louis Stevenson

1888

Nella vita non si conosce mai a fondo una persona...e a volte nemmeno noi stessi

Spesso accade di lasciarsi cullare dal dolce oblio dei ricordi.
Uno dei miei più belli è legato all’infanzia, alle vacanze trascorse in montagna e a un laghetto, presso il quale trascorrevo gran parte delle mie giornate.
Era un piccolo lago, di quelli che ci compaiono all’improvviso alla fine di un sentiero, nascosti dietro una curva, con il tepore del sole che ci riscalda dall’umido degli alberi.
Quei laghetti, circondati dai pini che lo stringono a sé in un forte abbraccio, che si riflettono nelle sue acque, regalandogli il loro strano fascino e quel colore scuro, quei laghetti che quando t’immergi senti il gelo dell’acqua che ti penetra fino alle ossa, ma al contempo ti senti pervaso da una sensazione di benessere, di tranquillità, di calma, come se ti ritrovassi di nuovo nel grembo materno.
Ma questi laghi sono anche profondi, molto più profondi di quanto noi pensiamo e, molto spesso, appena sotto la superficie vengono sconvolti da forti correnti, che appaiono improvvisamente per poi sparire di nuovo.
Non sapremo mai cosa si nasconda realmente in fondo a un lago, così come non sapremo mai cosa si nasconda veramente dietro una persona.
Nella mia vita ho imparato quanto sia complicato conoscere fino in fondo chi ci vive accanto, così com’è difficile conoscere a fondo se stessi e le proprie emozioni.
Quando si legge un romanzo di Stevenson è facile imbattersi nel tema del doppio, nell’eterna lotta tra il bene e il male, tra il dr.Jekyll e il Mr.Hyde di turno.
E’ forse la chiave di lettura più istantanea, ma come tutte le cose più immediate può nascondere dietro di sé ben altro.
Contrariamente a ciò che pensiamo, il bene e il male non sono due cose opposte tra loro, facilmente isolabili l’una dall’altra, ma convivono insieme, fino a che l’una non prende il sopravvento sull’altra.
Tutti noi siamo come Henry, il vero protagonista di questo romanzo, una persona comune, in cui male e bene convivono e che, a volte, si trovano in difficoltà di fronte a talune scelte.
E’ una delle storie più antiche del mondo, l’amore e l’odio di due fratelli, simili fisicamente, ma completamente opposti caratterialmente, l’uno, James, affascinante, avventuriero, ma non certo un esempio di moralità e rettitudine, l’altro, Henry, non bello, non affascinante ma ligio al dovere e, come spesso accade in questi casi, innamorato di una donna infatuata dell’irresistibile fascino del fratello.
Ecco quindi che Stevenson crea due figure totalmente diverse tra loro, che ovviamente si completano, s’integrano, ma che si contrastano.
All’inizio non si può non fare il tifo per Henry, la “pecora nera”della famiglia, colui che si sacrifica per il fratello a una vita normale, modesta, mediocre, che si fa carico del padre morente che, ovviamente, stravede per l’altro figlio, che sposa una ragazza pur sapendo che non è innamorata di lui.
E’ l’eroe silenzioso, l’eroe normale, colui in cui tutti noi ci immedesimiamo, ma ben presto questa sua positività scomparirà per far posto al suo lato più oscuro.
E così, come nella storia di Jekyll e Hyde, Stevenson ci confonde un po’ modificando uno dei suoi personaggi, trasformandolo da eroe positivo a negativo, perché il suo intento, come allora, è di farci capire che non esistono persone semplicemente buone o cattive, ma che il bene e il male dimora in ognuno di noi e che, il più delle volte, la parte cattiva è anche la più difficile da controllare.
Il buono che impazzisce, che si trasforma in un essere meschino, fino a che questo suo odio non lo porta alla sua distruzione e a quella del suo alter-ego.
Mai nella mia vita avevo provato sensazioni così contrastanti al termine di una lettura.
Un romanzo amaro, triste, che ti lascia dentro un senso di vuoto, quasi di sconfitta, ma che, una volta terminato, vorresti rileggere ancora e ancora e ancora.
Il personaggio di James è una delle caratterizzazioni più belle che la letteratura di tutti i tempi ci abbia mai lasciato, un personaggio che mi ha ricordato non poco alcuni dei momenti più alti dell’opera dostoevskjiana.
Un autentico capolavoro, il capolavoro assoluto di Stevenson, un connubio perfetto tra l’atmosfera morbosa de “lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mister Hyde” e quell’avventurosa de “l’isola del tesoro”.
Tetro, macabro, affascinante, irresistibile…in una sola parola, indimenticabile.

Voto: 9.5

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LadyTriffide
view post Posted on 18/5/2010, 11:55




Ce l'ho sul comodino, è il prossimo libro che leggerò appena riesco ad avere tempo... <_<
 
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LadyTriffide
view post Posted on 4/6/2010, 08:55




CITAZIONE (LadyTriffide @ 18/5/2010, 12:55)
Ce l'ho sul comodino, è il prossimo libro che leggerò appena riesco ad avere tempo... <_<

Peccato l'abbia lasciato per così lungo tempo in cima al comodino, non se lo meritava ^_^
Una volta preso in mano, non sono riuscita a distaccarmene e ho passato una piacevole notte insonne a leggerlo.
Come già detto perfettamente da Simona, il fulcro di tutta la trama avventurosa è la contrapposizione dei due fratelli Durrisdeer, il primo James, prende il nome in principio ufficialmente e succesivamente ufficiosamente di Signore di Ballantrae, il secondo Henry, sarà costretto dagli eventi e dalle opinioni a mantenere il nome di Lord Durrisdeer. Anche in questo aspetto decisamente superficiale si mantiene la continua tensione tra i due litiganti, per quanto il primo sia senza dubbio il personaggio più interessante per le vicende avventuristiche che lo riguardano, è talmente meschino e subdolo che non si può che patteggiare per il fratello banale e privo di interesse che è rimasto con responsabilità a badare alle esigue sostanze di famiglia.

VOTO 8

Me ne vergogno a dirlo, ma è il primo Stevenson che leggo. :robot.gif:
 
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view post Posted on 4/6/2010, 09:26
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CITAZIONE (LadyTriffide @ 4/6/2010, 09:55)
Me ne vergogno a dirlo, ma è il primo Stevenson che leggo. :robot.gif:

Oa però per farti perdonare devi proseguire con "Lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mister Hyde" e con "L'isola del tesoro".
:)
 
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LadyTriffide
view post Posted on 4/6/2010, 09:30




Provvederò al più presto :P
 
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4 replies since 17/5/2010, 18:37   1279 views
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