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| "ASSASSINI S.P.A." di Robert L. Fish e Jack London Romanzo d'avventura, 1963, SuperBur, pagine 198 Ivan Dragomiloff ha creato una società particolare, si tratta infatti di un' Anonima Assassini con sedi sparse in alcune città statunitensi. Su commissione ed ovviamente dietro lauto compenso questa società si impegna nell'eliminazione di alcuni individui sgraditi ai propri clienti; v'è però una "conditio sine qua non" che Dragomiloff pone per dare il proprio assenso: l'assassinio dev'essere "socialmente giustificabile". Un giorno come tutti gli altri compare davanti al presidente dell'Anonima il signor Winter Hall, promesso sposo della figlia Grunya (senza che Dragomiloff lo sappia), il nome che costui farà, ritenendolo dannoso, sarà sorprendente: Ivan Dragomiloff. Questo l'avvincente ed intrigante inizio di un romanzo a me precedentemente sconosciuto: necessariamente scritto a due mani (London morì prima di completarlo) risulta molto godibile e ben scritto, è un continuo di inseguimenti, di situazioni a sorpresa ben calibrate, il ritmo non si perde praticamente mai, il quesito implicito (Non c'è un totalmente giusto o un totalmente sbagliato, e' ogni cosa giudicabile in base a differenti "punti di vista"?) è interessante, il finale invece appare piuttosto scontato (ma c'è un motivo che illustrerò in seguito); il tutto è contornato dalle reiterate discussioni etiche tra i vari assassini (che sono sapienti gentiluomini, convinti intimamente della necessità delle loro azioni) le quali aggiungono brio all'atmosfera. Quest'opera ha però una piccola (grande?) pecca rappresentata dal fatto che leggendo gli appunti originali riportati in appendice si apprende che il libro da metà in poi è stato modificato da Fish abbastanza pesantemente rispetto alle intenzioni di London, non risparmiando nemmeno il finale. Resta una bella avventura dal sapore stevensoniano, promosso. VOTO 7 © Tutti i diritti riservati
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