SHINING, Stephen King

SHINING - Stephen King

1977

Quando si nasce geni nella vita

Che cos’è la genialità?
Ezra Pound era solito asserire che la genialità altro non è che la capacità di vedere dieci cose là dove l'uomo comune ne vede solo una, e dove l'uomo di talento ne vede due o tre.
A differenza del pensiero comune, secondo il quale geni non si nasce ma si diventa, io l’ho sempre ritenuta come un qualcosa di innato in ognuno di noi, una caratteristica dell'individualità, una folgorazione, un’idea improvvisa che risolve qualcosa fino allora irrisolvibile.
La genialità è un dono raro e solo poche persone ne hanno potuto godere…penso a Leonardo Da Vinci, a Wolfgang Amadeus Mozart, ad Albert Einstein, a Sigmund Freud, a Jose Mourinho(ehm, perdonate la mia attinenza blasfema, ma in questo momento l’ho proprio davanti agli occhi e non posso fare a meno di parlarne…lui è l’esempio vivente di come genio e sregolatezza possano benissimo convivere assieme, magari aggiungendoci anche un pizzico di fortuna).
Anche il maestro Kubrick faceva parte di questa schiera di eletti, perché si deve essere dei geni per tirare fuori un capolavoro come il suo “Shining” da un libraccio del genere.
Partiamo dall’inizio.
Jack e Wendy, una coppia all’apparenza normale…ho detto all’apparenza.
Lui è un alcolizzato cronico, sofferente di gravi turbe psichiche che lo portano ad avere scatti d’ira violentissimi, lei è una donna con un passato ambiguo alle spalle(piccola nota: dimenticatevi della Wendy bruttina e impaurita di Kubrick, questa Wendy è ciò che si suol definire una gran gnocca, bionda, occhi grigi-azzurri da gattina sorniona, forme sinuose e accattivanti, gambe chilometriche e affusolate da far invidia all’agente Pepper), tanto bella quanto misteriosa.
I due hanno un bambino di nome Danny, tanto delizioso quanto impressionante nella sua perfezione e intelligenza(ha appena cinque anni e fa discorsi da Premio Nobel), che, come se non bastasse, possiede poteri telepatici e un dono speciale, che lui chiama “aura”, che gli permette di prevedere eventi futuri.
Dopo l’ennesimo licenziamento del capo-famiglia causa ubriachezza, l’allegra famigliola si trasferisce su un albergo di montagna, dove il caro papà ha ricevuto in dono da un amico di bevute l’incarico di custode invernale.
L’Overlook, questo è il nome dell’albergo, non è un hotel qualsiasi, ma è stato in passato teatro di numerosi e strani omicidi-suicidi, compreso quello del custode precedente e della sua famiglia, dei quali non si conosce le esatte cause.
Quando la neve isola la famiglia Torrance dal mondo esterno, le misteriose presenze infernali s’impadroniscono dell’hotel, facendo cadere Jack in una spirale di follia, cui solo i poteri straordinari del piccolo Danny riescono a opporsi(non vi racconto il finale per rovinarvi la sorpresa casomai aveste intenzione di leggerlo, sappiate solo che non ha nulla a che vedere con il capolavoro di Kubrick, è completamente diverso).
Non ricordo di aver visto un solo film che sia stato all’altezza del libro, anche se vi sono alcune trasposizioni cinematografiche degne di nota(mi vengono in mente “il nome della rosa” di Annaud o “Io non ho paura” di Salvatores o “Memorie di una geisha” di Marshall) di solito questi film non riescono mai a rendere la bellezza e il fascino del libro da cui sono tratti, ma mai mi era capitato il contrario, mai mi era capitato di avere davanti agli occhi un libro così inferiore al film, mai.
Romanzo noioso, lento, lungo, dispersivo, senza fine…ho faticato molto a leggerlo e ho avuto più di una volta l’intenzione di lasciarlo a metà, ma ho deciso di continuare ad andare avanti per una sorta di sfida contro me stessa(o se preferite per una specie di masochismo).
Una lettura priva di pathos, che non riesce a trasmettere quella tensione palpabile che il film di Kubrick trasmette dal primo all’ultimo fotogramma.
E poi il finale ridicolo, scontatissimo( ).
Non parliamo poi dello stile di King, che ho sempre trovato verboso, ridondante e con punte di narcisismo ed egocentrismo che mi hanno sempre dato sui nervi.
Vorrei chiedere alle migliaia di fan che popolano questo mondo(siete molti e mi auguro che ora non veniate tutti qui con archi e frecce a farmi fare la fine di San Sebastiano): ma che ci trovate in quest’autore? Cosa vi colpisce così tanto?
Francamente non riesco a capire il segreto del suo successo…non nego che sappia vendersi davvero bene, ma le sue abilità di scrittore sono davvero minime e questo libro(così come altri) ne è la prova.
Se volete un consiglio spassionato guardatevi il film di Kubrick, quello si è il parto di una mente geniale e non di uno scrittore puramente commerciale attorno al quale è stata costruita, ingiustamente, la nicchia biologica dello scrittore dell'orrore(leggetevi Lovercraft, Poe, Hodgson e forse imparerete qualcosa di più su questo genere letterario).

Voto: 4