THE ROAD di
John HillcoatNazione: U.S.A. (2009)
Genere: Drammatico, Fantascienza, Thriller
Durata: 119'
Cast: Charlize Theron, Viggo Mortensen, Guy Pearce, Robert Duvall, Garret Dillahunt, Michael K. Williams, Molly Parker, Kodi Smit-McPhee, Brenna Roth, Jeremy Ambler, Bob Jennings, Jack Erdie, Aaron Bernard
Produzione: 2929 Productions, Chockstone Pictures, Nick Wechsler
Trama:
Dopo uno sconvolgente disastro nucleare, un padre e il suo bambino sperano di trovare nel sud del paese un posto migliore. Si muovono per un paesaggio desolato e grigio e devono sostenere numerose insidie. Sulla loro strada, infatti, dovranno affrontare, armati solamente di una pistola con due proiettili, dei pericolosi e quasi inumani cannibali.vedibile, abbastanza credibile, ben recitato, sobrio nonostante il tema.
E' positivo che un tema che include una feroce violenza quale il cannibalismo sia pudico, ma feroce, più per il non visto, per l'immaginato; sono abbastanza belle le scenografie, l'ambientazione, nulla di eclatante ma ricercatamente antisensazionalistico; decisamente invadenti alcuni inserti della vita di prima che ruota sulla figura della moglie; decisamente poco indovinata l'idea della voce del padre che racconta, commenta, lega alcune sequenze. E questo perchè così si schiaccia il viaggio senza meta di padre e figlio sulla visione del padre, restringendo la figura del ragazzino e la sua evoluzione. Se il padre è tutto teso alla sopravvivenza, il figlio non lo è, si oppone a questo imperativo, è più simile alla madre, ma con la voglia e la forza di rimanere vivo: non si arrende alla solitudine, non si arrende alla fine dell'altruismo, della socialità, degli affetti che il mondo che conosce gli sembra imporre, ma a cui lo costringe soprattutto il terrore del padre.
(Viene però da chiedersi come un uomo che sente di morire mai cerchi qualcuno a cui affidare il figlio, qualcuno che lo protegga, finendo poi, in fondo, per abbandonarlo a se stesso).
Ed è questo in fondo, mi pare il senso del film, che sembra essere molto fedele al libro, la differenza fra vivere, e quindi cosa sia vivere, e sopravvivere.
Certo quel finale lì è davvero spiazzante e non solo perchè la soluzione ha il sapore della discesa della "grazia" divina (gratuita, improvvisa, insperata, illogica), ma anche perchè il nocciolo dell'umanità sembra essere la famiglia tipica americana (padre, madre, figlio, figlia e cane), ma se McCarthy così ha deciso c’è davvero poco da fare e il regista non vuole fare altro.
Il film ha un suo fascino, riesce ad essere orrorifico nella prima parte, ma lega male i molti episodi che si susseguono, la seconda parte soffre di incontri troppi felici se paragonati alla prima parte della storia.
Non è deprimente, anzi, è inaspettatamente un film pieno di speranza e con un finale zuccherosissimo
Edited by LadyTriffide - 13/6/2010, 16:18