TRE PASSI NEL DELIRIO, Vadim+Malle+Fellini

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view post Posted on 22/6/2010, 01:38
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Sapiente Malizioso
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"TRE PASSI NEL DELIRIO" (FRA/ITA, 1968) di Federico Fellini, Louis Malle, Roger Vadim
Brigitte Bardot, Alain Delon, Jane Fonda, Terence Stamp, Salvo Randone, Françoise Prévost, Peter Fonda, Serge Marquand, Vincent Price, Daniele Vargas

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Questo trittico basato su altrettanti adattamenti (liberamente tratti) da racconti di E.A.Poe si avvale della regia di R.Vadim, L.Malle e F.Fellini; la produzione è franco – italiana ed i risultati alterni. L'aver voluto a tutti i costi presentare il prodotto come qualcosa di eroticamente orrorifico è stato mezzuccio deprecabile.

"Metzengerstein": diretto da Roger Vadim vanta Jane Fonda, Peter Fonda e Serge Marquand tra i protagonisti. Frederique, 25 enne dissoluta e ricchissima contessa di Metzengerstein, passa il tempo nel suo castello soddisfacendo ognitipo di capriccio, anche erotico. Un giorno si trova imprigionata in una tagliola e viene liberata dal disprezzato cugino, Guglielmo Berlifitzing. La contessa s’invaghisce del parente, amante dei cavalli e della vita semplice, rifiutata, si vendica bruciando la di lui stalla. Guglielmo perirà nell’incendio (mandando in depressione la contessa che non voleva la morte dell’amato) ma riapparirà sottoforma di nero destriero, lo stesso che Frederique sempre contempla su un arazzo che possiede nel proprio castello. La contessa ed il cavallo diventano una cosa sola: durante un incendio nella foresta la ragazza si getta all’interno delle fiamme col suo destriero, periranno entrambi.
Va bene il “liberamente tratto”, ma qui non funziona niente! Lo spirito del racconto omonimo di Poe viene ampiamente tradito: innanzitutto i protagonisti erano due uomini (Wilhelm e Frederick) non imparentati tra loro; non v’era assolutamente nulla di prurigginoso, come invece viene velatamente mostrato nel cortometraggio; il tema del doppio, mutante in singolo che ha il suo fine nella morte e quindi nel ricongiungimento con se stessi e con Dio, qui non ha spazio alcuno. Scenari così così, raccordi inesistenti, dialoghi sciatti, immagini montate tanto per. Cortometraggio molto raffazzonato, deludente ed a tratti ridicolo, il bel faccino della Fonda non serve ad evitargli il dimenticatoio.

"William Wilson": diretto da Louis Malle con Alain Delon, Brigitte Bardot, Renzo Palmer, Daniele Vargas. Questo è il mio racconto di Poe preferito: William Wilson, tenente austriaco, giunge in una chiesa e confessandosi racconta al sacerdote di come sin da piccolo si sia sempre dovuto confrontare con un altro misterioso “William Wilson”, in nessun modo imparentato con lui ma sempre presente nel momento delle sue malefatte. Dopo che il tenente è stato smascherato come “baro” dal suo sosia, i due si affrontano con la spada, l’ufficiale perde, ma a tradimento pugnala il suo doppio che prima di morire gli dice come uccidendolo abbia fatto un grosso errore, poiché con lui sarebbe morta una parte di se stesso. Il tenente terminato il racconto fugge dalla chiesa, sale sul campanile e si getta nel vuoto, il sacerdote accorre e girandolo nota un pugnale conficcato nello stomaco. Malle svolge con diligenza il suo compito: il senso dell’originale è rispettato (il sosia buono nel racconto tende ad assomigliare sempre di più anche esteticamente al protagonista, cosa che qui non succede), la fotografia è buonissima, la scenografia pure, c’è ritmo e Delon è perfetto nella parte. Affascinantissima B.Bardot nel ruolo di Giuseppina, la fiera giocatrice di carte. La splendida chiesa del cortometraggio è a Bergamo Alta. Le scene nella classe con i giovani alunni sono l’embrione di “Arrivederci ragazzi”.

"Toby Dammit": diretto da Federico Fellini con Terence Stamp, Salvo Randone è tratto dal racconto "Non scommettere la testa col diavolo". Toby è un famoso attore inglese invitato a Roma per recitare in un film “western-cattolico”, accolto all’aereoporto dai produttori del film ha una visione: vede una bimba di bianco vestita giocare con una palla, bianca anch’essa. Portato nella sede di una TV per un’intervista ed in seguito ad una premiazione, “Il lupetto d’oro”, ha modo di incontrare una numerosa sequela di strani personaggi. Fuggirà, ubriaco, a bordo della Ferrari regalatagli dalla produzione: arrivato ad un ponte crollato vedrà dal lato opposto la bambina col pallone e gettandosi a folle velocità per tentare il salto e raggiungerla, verrà decapitato da un filo teso orizzontalmente sul ponte, la bambina s’avvicinerà per recuperare la testa dell’attore. E’ il cortometraggio che nella forma più si discosta dall’originale, ambientato ai giorni nostri (era la fine degli anni 60), riesce però, a tratti, a mantenerne lo spirito. Non ho mai visto nulla di Fellini, però per quel che ho visto qui lo potrei definire con una parola: sovraccarico. Pieno di tantissime cose strane, di colori, immagini fisse ed in movimento. Le situazioni assurde, i volti particolari, i corpi deformi, sono collocati dentro a sfavillanti scenografie. Ottime la fotografia, il gusto per il particolare e la costruzione della scena. Peccato il mondo allucinato e terribile di Poe venga solo sfiorato dal noto regista, ci si è persi in qualche manierismo di troppo. T.Stamp è bravissimo: stralunato, teso, cangiante. La bambina vestita di bianco, rappresentazione del demonio, è palesemente ripresa da un film del maestro Mario Bava, “Operazione paura”.

VOTO 6,5

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Edited by LadyTriffide - 23/6/2010, 00:48
 
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LadyTriffide
view post Posted on 22/6/2010, 09:40




Il fatto che siano tratti (seppur "liberamente") da racconti di Poe ma rimangano discosti dal contesto originale, me li rende meno appetibili, però leggendo la tua ottima recensione mi rimane un senso di curiosità che mi induce a vedermelo presto :)
Quello di Fellini, così carico e manieristico come hai detto, è quello che mi attira maggiormente.
 
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Baba1989
view post Posted on 22/6/2010, 23:35




Non so che pensare!
Ho letto la tua bella recensione con grande interesse, devo dire che l'assunto di fondo, cioè l'ispirarsi all'opera di Poe, rende il film appetibile. Però, se la lontananza dai testi è così marcata, non so se potrebbe soddisfarmi (William Wilson è anche uno dei miei racconti preferiti)..
Rimane anche a me un senso di curiosità, anche solo per vedere la resa felliniana, che di solito apprezzo; non escludo una visione futura. :)
 
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view post Posted on 25/6/2010, 17:58
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Sapiente Malizioso
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"William Wilson" a mio parere pur non essendo eccezionale è ben fatto, merita la visione! :) Vi capitasse attendo curioso un vostro giudizio sulla pellicola :)
 
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Baba1989
view post Posted on 25/6/2010, 19:12




Potrei saltare il primo "episodio".. ^_^
 
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4 replies since 22/6/2010, 01:38   141 views
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