GATTACA-LA PORTA DELL'UNIVERSO(USA 1997) di Andrew Niccol con Ethan Hawke, Uma Thurman, Jude Law, Alan Arkin, Il razzismo geneticoIn un futuro troppo lontano, il mondo è governato dall’ingegneria genetica che divide gli esseri umani in validi(ossia concepiti in provetta e nati con DNA pressoché perfetto) e non-validi(ossia concepiti in modo naturale), che vengono considerati dalla società dei paria.
Per realizzare il suo sogno di diventare astronauta, un Non-Valido ribelle assume l’identità anagrafica di un valido, finito su una sedia a rotelle.
Sarà per lui l’inizio di una lunga e perigliosa odissea…
Cosa ci riserva il nostro futuro? Non si sa, non si può sapere.
Pensiamo a cosa succede già oggi, la genetica, il controllo nelle fasi della gravidanza ci permettono di diminuire la possibilità che nelle prossime generazioni ci possano essere degli "indesiderati", e non dico oltre.
Programmare i prossimi nascituri in modo da deciderne a priori il colore degli occhi, il carattere, l'altezza e altre caratteristiche non è forse già possibile? E non è già successo?
Da qui, o meglio su questa storia viene sviluppato il film, uno dei più belli e angoscianti che abbia mai visto.
Ci sono alcune storie di cui non ti va di parlare perché sono talmente vicine alla tua anima che per raccontarle ci vuole un buon ascoltatore…per me Gattaca rappresenta la storia della mia vita, più o meno.
Parlo di quel disagio, quel senso di estraneità che prova il protagonista di questo film, Vincent, in un mondo schiavo della perfezione fisica dove non c'è posto per i “diversi”, per chi questa perfezione fisica, purtroppo, non la possiede.
Un film che fa riflettere, che racconta un ulteriore, possibile e neanche troppo ipotetico aspetto della discriminazione umana…una volta (pochi decenni fa) solo razziale, oggi fondamentalmente anche economica, sessuale ed etno-culturale
Un gioiello di una delicatezza a tratti commovente, ecco cos’è questo film…immagini pulitissime e geometriche, una fotografia gelidamente morbida, dorata come una pellicola retrò, come il futuro 'in stile' che descrive un mondo atemporale.
E' intenso nel raccontare lo sforzo di conservare un grano di umanità imperfetta a dispetto del perfettibile, poetico quando le musiche di Nyman fanno venire la pelle d'oca, struggente nello slancio verso le stelle.
Non c'è una sequenza di troppo, non un'inquadratura casuale, tutto corre con dosata lentezza, tutto si incastra con perfezione nell'ingranaggio narrativo.
Speranzoso ma pessimista: l'eroe vince, ma non incrina il sistema.
Semplicemente meraviglioso, come un quadro di Vettriano…peccato sia così poco conosciuto.
Voto: 9