IL NOME DELLA ROSA, Jean-Jacques Annaud

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 6/7/2010, 15:29
Avatar

Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
oscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscar

Group:
Letterato Classico
Posts:
25,232
Location:
Civita Vetula

Status:


IL NOME DELLA ROSA(Francia, Germania, Italia 1986) di Jean-Jacques Annaud con Sean Connery, Christian Slater, Ron Perlman, Helmut Qualtinger, Elya Baskin, Michael Lonsdale, Volker Prechtel, Feodor Chaliapin Jr., William Hickey, Michael Habeck, Urs Althaus, Valentina Vargas, Kim Rossi Stuart


image

Non è il libro ma...

Italia settentrionale, 1327.
Alcuni terribili omicidi sconvolgono la tranquilla vita di un’abbazia benedettina sperduta tra i monti.
Nel monastero deve svolgersi un importante concilio francescano cui è chiamato a partecipare il sapiente Guglielmo da Baskerville, che in virtù della sua esperienza d’inquisitore viene commissionato dall’abate per risolvere l’intricato mistero degli omicidi.
Il francescano, insieme al suo giovane novizio Adso da Melk, si ritrova così a dover indagare su questi misteriosi assassinii in un ambiente prettamente ostile, un'abbazia piena di libri e di cultura ma anche piena di segreti e di orribili macchinazioni.
È sempre difficile trasportare, trasformare, un romanzo in un film, soprattutto quando si tratta di un grande romanzo, di un capolavoro come “Il Nome della Rosa” di Umberto Eco.
Ricordo pochissime trasposizioni cinematografiche all’altezza del libro(mi sovvengono ora “Via col Vento” di Victor Fleming, “Spartacus” di Stanley Kubrick, “Trainspotting” di Danny Boyle) e, unica eccezione, “Shining” di Stanley Kubrick, che ha avuto il merito di superare di gran lunga il romanzo di Stephen King.
Questo film di Annaud non supera assolutamente in bellezza il magistrale libro di Eco(la raffinata struttura narrativa e l’eccelsa descrizione filosofica/culturale sono impossibili da trasporre su uno schermo), ma devo dargli merito di avvicinarglisi parecchio
Un film misterioso come i volti che si nascondono sotto i cappucci delle tuniche dei frati, freddo come il sangue delle vittime del misterioso assassino del monastero, ameno come lo sono gli ambienti ricreati dal bravissimo scenografo Dante Ferretti, inquietante come la splendida fotografia di Tonino Delli Colli, che con maestria rende l’ambiente in cui si muovono i personaggi un vero teatro medioevale, in cui la fede è il movente cristiano che spinge a uccidere e la ragione è la virtù dei forti che hanno al facoltà di sconfiggere il male.
Ovviamente il romanzo è tutt’altra cosa, impossibile negarlo, ma il film rimane comunque un ottimo prodotto, elegante, raffinato e ben diretto.

Voto: 7.5
 
Top
0 replies since 6/7/2010, 15:29   61 views
  Share