IL DIO DEL FIUME, Wilbur Smith

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view post Posted on 24/7/2010, 14:06
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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IL DIO DEL FIUME Wilbur Smith

1993

Taita, il dio con i piedi d’argilla

Il regno d'Egitto, così lontano nei secoli, divenuto ormai mitico e considerato culla della civiltà moderna, con i suoi faraoni, le sue piramidi, i suoi templi.
Proprio qui Smith fa partire una storia, una saga che attraverserà i decenni e porterà in tutto a una trilogia di romanzi: il Dio del Fiume, appunto, e successivamente Il Settimo Papiro e i Figli del Nilo.
Non avevo mai letto nulla di Smith, non sono una fautrice della letteratura contemporanea e ho sempre guardato in malo modo i bestseller di grido che ti guardano ammiccanti dagli scaffali delle librerie.
Ho deciso di provare per la prima volta questa esperienza dopo aver letto una decina di pagine di questo romanzo a casa di una mia amica…è stato un vero e proprio colpo di fulmine, non mi aspettavo che mi avrebbe così colpita e affascinata.
In questo primo romanzo Smith ci racconta la meravigliosa storia di amore, di avventura e di guerra della giovane regina Lostris, innamorata del valoroso Tanus.
Il loro amore verrà immediatamente contrastato a causa del matrimonio (combinato) della giovane Lostris con Mamose VIII, già anziano e mite governante, preoccupato solo di assicurarsi una tranquilla vita nell'aldilà e di generare un erede maschio.
Il tutto raccontato dalla voce dell'eunuco e schiavo Taita, vero protagonista della vicenda, che con maestria ci racconta tutte le vicende da lui vissute nella sua lunga vita.
Innamorato da sempre di Lostris, la ama di un amore puro e platonico, non può essere diversamente vista la sua condizione di schiavo prima e di eunuco poi, ma sarà consigliere e amico fidato della bellissima regina e anche del giovane Tanus, leggendario guerriero e valoroso combattente.
Tra guerre, problemi interni, intrighi per il potere, la storia si snoda veloce, raccontata con maestria da Taita, con una narrazione splendida ed evocativa di Smith, che ci riporta talmente indietro nei secoli da farci sentite tutt'uno con le vicende e le vite dei protagonisti.
Cullati dal grande Nilo eccoci trasportati all'epoca dei faraoni.
Praticamente siamo lì, il romanzo è così coinvolgente che ci sentiamo parte integrante della storia.
I personaggi poi sono così descritti nei minimi dettagli che sembra quasi di conoscerli da sempre.
E’ impossibile non provare affetto e simpatia per il faraone Mamose, un ometto anzianotto, un po' buffo (in maniera non pacchiana), una specie di ragioniere delle piramidi, innamorato, non ricambiato, della sua bellissima moglie Lostris, da lei ingannato e tradito, alla quale sarà fedele e devoto fino alla fine dei suoi giorni.
E’ impossibile non innamorarsi della figura di Lostris, bellissima, romantica, intelligente, volutamente capricciosa, ma soprattutto è impossibile non innamorarsi della figura di Taita, il fulcro della narrazione, l’unico vero protagonista del romanzo.
Il povero Taita è un eunuco: castrato nell'antefatto, è però rimasto abbastanza maschio da gradire una bella signora.
E’ lo schiavo del perfido padrone di Lostris, per poi passare a lei.
E' scriba, poeta, agronomo, astronomo... un uomo dalle molte virtù, quasi troppe, dotato dall'autore di una personalità vanitosa e un po’ narcisistica (giustificandosi un po’ con il lettore, ogni tanto dichiara di essere assai bello, di essere bravissimo, di essere colui che risolve tutti i problemi in un sol colpo).
In un periodo dove essere “diversi”, può significare “emarginazione” (nonostante si parli e si professi il progresso come libertà di essere, sentire, pensare e dire), tutto il romanzo è incentrato su “Taita”, schiavo egizio, “eunuco”.
Molti si chiederanno chi è e cosa rappresenta questo personaggio, a parer mio rappresenta la rivincita della libertà su tutti i pregiudizi del mondo e non a caso Wilbur Smith lo fa assomigliare per molti aspetti ad un “Dio” sia nelle sembianze, sia nelle capacità infinite e sorprendenti (grande ingegnere ed architetto, pittore, dottore e veterinario, insegnante, poeta, economo, stratega, mago).
A fare da contorno alle loro avventure c’è la splendida cornice di un Egitto in un primo momento ricco, maestoso, invincibile per poi divenire un Egitto saccheggiato, sconfitto e impaurito, che si ritrae per raccogliere coraggio, forza e mezzi per affrontare una nuova e vincente battaglia.
Un antico Egitto descritto e ricostruito in modo sublime, con descrizioni maestose che rendono il lettore partecipe dell’azione, dei profumi, dei sapori, dei colori, dei drammi e delle passioni di quella splendida età storica.
Difficile descriverlo con un solo aggettivo, le semplici parole non sono sufficienti per rendergli il giusto onore.
E’ un avventura con la A maiuscola, ricca di emozioni, di storia, di mistero, di giallo, di horror con un pizzico di “rosa che non guasta mai”.
Un tuffo nel passato, ma soprattutto nella magia…
Vi dispiacerà terminarlo, ve l’assicuro.

Voto: 8.5

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Amélie Verne
view post Posted on 6/2/2014, 17:45




Quoto ogni parola... un romanzo avvincente dal quale si fa fatica a staccarsi una volta girata l'ultima pagina.
Conto di leggere anche uno dei seguiti, molto probabilmente il terzo :)
 
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1 replies since 24/7/2010, 14:06   314 views
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