Mr.Nobody (2009, BEL/FRA/CAN/GER) di
Jaco Van DormaelJared Leto (Nemo Nessuno), Diane Kruger (Anna), Sarah Polley (Elise), Linh Dan Pham (Jean), Rhys Ifans (Padre di Nemo), Natasha Little (Madre di Nemo)
Quando sia ha a che fare con film del genere scrivere un commento è più che arduo. Questa è la tipica pellicola di tipo fanta-surreale sconfinante nel campo del “metafisico” e come tale va affrontata. Era la prima volta che vedevo qualcosa di questo regista belga, qui anche alla sceneggiatura, normalmente dedito ai festival: la trama Sci-Fi, la presenza di attori di un certo nome ed il fatto che fosse la pellicola più costosa di sempre del cinema fiammingo m’hanno convinto per la visione. Lo svolgimento non è facilmente spiegabile, si parte da una situazione nella quale Nemo Nessuno, nel 2092, ha 118 anni ed è l’ultimo uomo vivente poichè gli altri esseri umani hanno scoperto la soluzione per la vita eterna (?); la sua ultima giornata da vivo è vista, come in un enorme reality show, da migliaia di persone attraverso maxischermi sparsi su molti palazzi. Il nostro protagonista parla ad un medico (dallo strano volto dipinto/tatuato) della sua vita passata attraverso i ricordi i quali poi sullo schermo si mescolano, quasi senza soluzione di continuità, col racconto fatto ad un giornalista: niente è coerente, Nemo è giovane e subisce la separazione dei genitori, messo davanti alla scelta tra uno dei due proietta nella narrazione quello che sarebbe stata la sua vita in base alla scelta dell’una o dell’altro. E’ un continuo di salti temporali: troviamo Nemo adulto sposato con tre donne diverse (Anna, Jean e Elise) e per ognuna racconta com’è stato il primo incontro, l’innamoramento, la vita insieme, la quotidianità coi figli, gli abbandoni, i litigi, i ritrovamenti. Subito dopo osserviamo il piccolo Nemo asserire di saper vedere nel futuro, ma evidentemente è anche in grado di cambiarlo, perché la fantasia può tutto; invece di perire nell’incidente in moto torna al momento prima e si salva, da il bacio che non dato avrebbe portato alla sua fine e conquista la sua amata. Nel frattempo però ci vengono mostrate le donne della sua, ipotetica, vita: Anna, il vero, sfuggente amore resta una chimera, Elise è più che esaurita e Jean, forse la moglie reale, si trova, incolpevole, ad esser la consorte perfetta ma piatta, incapace di far provare il vero sentimento a Nemo. Il tutto è condito dalla spiegazione di teorie dimensionali e temporali, viaggi su Marte, effetti speciali, ralenty, step framing, flashback, flash forward, esplosioni, incidenti, disastri spaziali, allagamenti e uno spiccato "sense of wonder". Pellicola patinata, piacevolissima alla vista, colori scelti con accuratezza, scene e toni rimandano a scultura, pittura ed alta cinematografia: un calderone, un gigantesco caleidoscopio di situazioni mobili ed immobili. A mio parere tutto ruota attorno al concetto che ogni scelta fatta genera eventi univoci dai quali non v’è ritorno (se non in un universo fantasioso come quello di celluloide in cui condensare i propri speranzosi desideri): il tempo non è dilatabile né si può contrarre, la vita è fatta di avvenimenti concatenati, sia la una scelta casuale (butterfly effect) che quella ponderata possono portare a conclusioni tristi e nemmeno lo stare immobili, ovvero non decidere non aiuta (il piccolo protagonista dice ad un certo punto che finché non si sceglie le tutto resta possibile ), forse, l’unica speranza, come suggerisce Nemo nel finale, è l’amore... Gli attori mi sono parsi tutti bravi (un po’ meno la Krueger), la colonna sonora azzeccata (piena di bei pezzi sia di musica classica che pop). Non lo consiglio a tutti, potrebbe irritare per i continui salti, per le situazioni contraddittorie, per una trama che non si compie del tutto nel finale (infatti dei dubbi rimangono), però è un’opera godibilissimo, le 2 ore e passa volano. Credo sia il tipico film in cui non sia importante la progressione logica, ma quella filmica che conduce al senso complessivo. Per cercare di dare una successione coerente alle immagini credo ci abbian messo mesi in fase di montaggio. L’idea iniziale m’ha ricordato la medesima presente in “
Lazarus Long” di R. A. Heinlein. Promosso.
VOTO 7,5
© Tutti i diritti riservatiEdited by LordDunsany - 12/7/2013, 22:54