La Papessa (Germania, Gran Bretagna, Italia, Spagna 2009)
Un film di Sönke Wortmann. Con Johanna Wokalek, David Wenham, John Goodman, Iain Glen, Anatole Taubman
814 d.c.
In un piccolo villaggio abbarbicato tra le montagne nasce Johanna, terza e indesiderata figlia di un folle predicatore.
Nonostante l’avversione paterna, la fanciulla viene notata dal maestro greco Esculapio che ne coltiva ed educa la sensibilità comprendendone le potenzialità dell’animo.
Il suo essere donna la renderà malvista e inferiore all’interno della sua società, finchè Johanna non si darà alla fuga spacciandosi per un uomo.
Troverà rifugio nel monastero benedettino di Fulda, dove verrà istruita con il nome (maschile) di Johannes Anglicus.
Arriverà infine a Roma, dove le sue capacità mediche le consentiranno di curare il Papa Sergio, del quale diventerà consigliere.
Alla morte del Papa (avvelenato dai vescovi) la successione spetta proprio a lei, Johanna, della quale nessuno conosce la vera natura di donna.
Ho letto e sentito molte critiche nei confronti di questo film che, da profana del cinema, non condivido per niente.
L’ho trovato un ottimo film, sotto molti punti di vista, a partire da quello storico, dove il regista è riuscito nel difficile intento di ricreare un mondo verosimile utilizzando un budget molto ridotto rispetto ad altre ricostruzioni storiche.
Ogni ambiente è intimo, centrato sulla protagonista Giovanna, quasi totalmente visto dai suoi occhi (non si trova quasi mai fuori scena) e grazie a questo non dobbiamo assistere a quei momenti un po' kitch dove per dare più rilievo a una storia non sempre ricca si perdono minuti e minuti in ricostruzioni computerizzate di folle oceaniche o panoramiche cittadine.
Anche le musiche sono sobrie, delicate, poco invadenti e tutto il film tende così ad avere un'atmosfera più mistica che maestosa, anche quando la ragazza riceve la nomina di pontefice.
Intima è anche la chiave di lettura della vicenda, una ragazza con una profonda intelligenza, una notevole cultura e di enorme fede, ma che in fondo altro non è che una semplice adolescente che, in quanto tale, non può fare a meno di abbandonarsi all'amore (al contrario della leggenda popolare che vedeva la papessa come libertina, qui c'è un solo amore, che in ogni caso preferisce posporre ai suoi doveri).
Nel suo percorso deve scontrarsi con un mondo misogino che la disprezza e la giudica "diabolica" proprio per i doni ricevuti, cosa di cui lei stessa si stupisce quando, "diventata" uomo vede capovolgersi le reazioni nei suoi confronti.
E' un film di grande attualità, dove lo spettatore deve scontrarsi spesso con la "logica dogmatica" degli antagonisti (il padre, sacerdote, e in seguito altri personaggi) che fissati sulle proprie convinzioni, ovviamente infondate, si rifiutano di accettare riflessioni esegetiche ineccepibili che dette da un uomo sarebbero elogiate.
L’attrice protagonista è molto brava, anche se il viso rimane troppo femmineo per rendere veramente credibile un inganno così prolungato senza che alcuno sospetti nulla.
Finale a sorpresa un po' sopra le righe, ma che è in un qualche modo coerente con lo sviluppo del film.
In sostanza un film interessante, intimo e mai noioso.
Una visione se la merita.
VOTO 7Edited by La Venere di cioccolato - 12/8/2010, 17:02