IL GIORNO DEI TRIFIDI, John Wyndham

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tiresia5
view post Posted on 31/8/2010, 18:06




IL GIORNO DEI TRIFIDI - John Wyndham
1952

Classico della fantascienza molto ancorato all’epoca in cui fu scritto, gli anni 50 trasudano da ogni capitolo. L’incipit è azzeccato: dalla cecità del protagonista e quindi dal mondo esperito solo per rumori e odori, alla cecità dell’umanità intera. Alcune parti sono davvero pregevoli: molti squarci della desolazione e della violenza dei ciechi, molte scene riservate alla solitudine della morte.
La trama ha un che di classico, così come è costruita intorno ad un protagonista che incarna l’uomo medio e che, nel procedere della storia, ha una consapevolezza della reale situazione maggiore rispetto agli altri che, ovviamente, non gli credono; una protagonista femminile che assolve il ruolo necessario per l’inevitabile storia d’amore, con consenguente tensione per la salvezza della stessa; l’umanità privata della civiltà e delle sue comodità, insomma naufraghi con poche risorse che devono reimparare l’abc della vita che con la specializzazione dei compiti e del lavoro ha in fondo perduto, insomma la visione dell’apocalisse con i suoi sopravvissuti.
Come ripopolare la terra in preda alla sua autodistruzione? Selezionando i sani, coloro che ci vedeno, destinando le donne alla procreazione, forzata.
In tutto il libro aleggia la guerra fredda, il problema della ricerca scientifica che sfugge di mano, il problema della speculazione finanziaria che piega gli individui alla continua ricerca del guadagno economico.
Certo la creazione dei Trifidi è interessante, nulla di alieno, solo il frutto di esperimenti di laboratorio, ma sono in fondo piante che vivono seguendo il loro istinto, hanno una base di logica, ma molto elementare, sono insieme innocui e terribili, incarnano la doppiezza umana.
Ed anche l’evento apocalittico, che all’inizio del libro sembra ricollegarsi alla natura dei trifidi, in verità sono frutto dell’icapacità dell’uomo di gestire lo sviluppo tecnologico e la forsennata corsa agli armamenti.
Come in tutte le storie in cui c’è da scoprire cosa ha causato cosa, poi la soluzione si rivela un tantinello deludente. Rimane il lungo dibattere di come fare a salvare la razza umana in un mondo ormai ostile, cosa salvare di essa: c’è la tesi del salvare tutti, ciechi e non, malati e non; c’è la tesi dell’abbandono di tutti per privilegiare i soli capaci; c’è la tesi della selezione accurata degli individui (tipo comunque servirsi dei nati ciechi che già sanno vivere con la loro disabilità); c’è soprattutto il dibattere dell’organizzazione della nuova società sempre in bilico fra dispotismo e anarchia democratica, un dibattere che rivela tutte le difficoltà di autoorganizzazione, tutti gli inciampi del costruire regole. E qui la scelta del protagonista, che resiste per lungo tempo come nucleo parafamigliare (lui, lei una bimba, una coppia di ciechi,) rivela un pochino quell’idea della famiglia come modello irrinunciabile alla socialità molto caro negli anni 50 (e agli americani di tutti i tempi). Non molto approfondita mi sembra la tematica della donna come “fattrice” di altre persone: per la salvezza della specie si deve/si può sacrificare l’individuo e ridurre la donna alla sua peculiarità biologica?

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Edited by tiresia5 - 1/9/2010, 18:10
 
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LadyTriffide
view post Posted on 1/9/2010, 10:15




Ovviamente si evince dal mio nick e dall'immagine dello stesso, che questo libro rappresenta per me molto :)
Fu il primo libro di fantascienza che lessi, mia madre possedeva la versione inglese (penguin books) e idolatrava questo romanzo in continuazione, purtroppo l'edizione italiana non esisteva in commercio, così dovetti aspettare fino al 2006 (probabilmente uscì prima) ero a Milano con un caro amico e lo vidi per caso sugli scaffali della Feltrinelli, lo presi immediatamente, benchè il prezzo non fosse abbordabile... Dopo questo preambolo eccessivo e noioso, posso dire che avendo letto, dopo di quello, moltissimi altri romanzi di SF, questo non è il migliore, ma senza dubbio Wyndham ha la capacità di catturare il lettore, costruendo sempre ipotetici futuri non troppo lontani, e quindi realistici.
Sono molto affezionata ai Trifidi :P

VOTO 8
 
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view post Posted on 1/9/2010, 21:43
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Sapiente Malizioso
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Gran bella recensione.. Non ho letto il libro, ho visto il film, però una cosa la posso dire con certezza: il tanto acclamato Saramago ha tratto lo spunto di "Cecità" da questo libro, furbone.. :D

Lady non avevamo dubbi tu avessi una passione per questo libro! :D

Edited by LadyTriffide - 2/9/2010, 00:33
 
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LadyTriffide
view post Posted on 2/9/2010, 11:14




Infatti mi piacerebbe leggere quel libro di Saramago, sono curiosa :)
 
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tiresia5
view post Posted on 2/9/2010, 12:58




Cara Lady, l'ho visto in biblioteca e ho pensato a te, dovevo prenderlo! Comunque penso che soffra del fatto che sia nato come un romanzo a puntate
 
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Narelen
view post Posted on 11/9/2010, 18:48




Interessante, non lo conoscevo! E mi domandavo sempre da dove derivasse il nick di Lady Triffide e l'immagine del suo avatar :)
 
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LadyTriffide
view post Posted on 12/9/2010, 22:58




Eheh, hai visto?? Ora ti tocca leggerlo :P
 
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Narelen
view post Posted on 30/9/2010, 19:09




Di sicuro se lo vedo in giro cadrà nelle mie mani ;)
 
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7 replies since 31/8/2010, 18:06   183 views
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