LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI

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tiresia5
view post Posted on 13/9/2010, 09:37




La solitudine dei numeri primi (Italia 2010)
Un film di Saverio Costanzo. Con Alba Rohrwacher, Luca Marinelli, Martina Albano, Arianna Nastro, Tommaso Neri

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Con questo film entra in gioco il rapporto fra pagina scritta e cinema, quindi bisogna analizzarlo (forse) da due punti di vista: è molto meglio del libro, ci voleva poco d’altronde, essendo il libro di giordano un caso manifesto di abile azione editoriale, ma letterariamente non solo infarcito di clichè, ma soprattutto piatto e incolore dal punto di vista meramente narrativo; come film è zoppicante come la sua protagonista, anche se rivela almeno una forte impronta personale.
Intanto Costanzo si prende molte libertà cercando di ravvivare una storia esile esile, ne calca i toni horrorifici, incastra tutta la storia sul piano dell’adolescenza e dell’infanzia dominandola del mantra che governa questa pellicola, ossia come sia soffocante, piena di paure e di orrori la vita dei bambini in balia dei grandi e di se stessi che scimmiottano gli adulti. Nel far questo mescola i piani temporali cercando di imporre un ritmo alla storia, chiede ai goblin di dargli una mano centrando un inizio molto felice, cita a dismisura Kubrick e lo stesso Argento (lunghi corridoi, non solo nell’hotel della neve, ma anche nelle case e nella scuola; tutti gli animali impagliati, le pellicce disperse; il labirinto, per quanto non ghiacciato), sa benissimo che non succede quasi niente e quindi quello che accade deve essere spostato in fondo alla narrazione; taglia molto nella parte degli adulti della vita dei personaggi, elimina alcune fesserie di Giordano.
Eppure cinematograficamente funziona a tratti nonostante una ottima Rorwacher che nel fare le persone disturbate è brava davvero, nervosa, indecisa, tentennante. Prima di tutto alcuni personaggi sono pura macchietta (Donadoni rovina il polo dela male di vivere della ragazzina), molte scene dei ragazzi sono sì funzionali, ma deboli, a volte troppo lunghe, manca l’idea di come si sia saldato il rapporto fra i due protagonisti che davvero guardando solo il film non si capisce come siano tanto amici (ma lo sono sul serio? e perchè?), alcuni dialoghi sono pari pari quelli del romanzo e non hanno forza se declamati. E infine Costanzo piega la storia alla sua visione personale, che trovo quella sì forte e valida, universale direi, ma poi non ha la forza di non abbandonare completamente il romanzo e quindi sta in mezzo a un guado, dovendo comunque seguire lo svolgimento del libro.


Non capisco proprio l’insistenza nel riprendere il libro sul comodino della casa di Alice.

Edited by LadyTriffide - 20/9/2010, 15:59
 
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view post Posted on 13/9/2010, 17:58
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Sapiente Malizioso
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L'ho sempre detto, hai del coraggio Paola.. :D
Non ho visto il film ma ho sentito dire da un critico che vi sono scene di nudo gratuite della protagonista, verità o eran necessarie?
 
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ny82
view post Posted on 14/9/2010, 16:05




io dovrei andare a vederlo stasera,approfittando anche del biglietto ridotto della promozione settimanale....

Paola,sarà che sulla non scorrevolezza cinematografica ha influito il fatto che Giordano ha partecipato alla scrittura della sceneggiatura?
L'unica cosa che per ora apprezzo è che sembra che il film non abbia un finale,proprio come il romanzo...sarei stata scontenta del contrario... :huh:
 
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ny82
view post Posted on 15/9/2010, 08:56




Film inquietante per me che non sono una fan del genere alla Dario Argento et similia o qualsiasi cosa lo ricordi vagamente :huh:
Alla fin fine, il regista un finale sembra suggerirlo e questa cosa no,non mi piace per nulla,come tutto il film del resto..
L'unica cosa degna di nota è probabilmente quando improvvisamente parte Bette Davis Eyes,per il resto il film forse viene seguito con difficoltà da chi non conosce il romanzo. Come scrive meglio di me Paola,non si sa come questi due arrivino ad avere il loro rapporto a metà tra l'amore e l'amicizia o la pura complicità e solidarietà in un modo a cui si sentono estranei.
La frase che dà il titolo al libro e al film viene messa in bocca ad un personaggio squallido,irritante e passa inascoltata,coperta dal frastuono della musica.

Lord,per quanto riguarda le scene di nudo,sono un paio ma una funzionale e l'altra molto meno...c'è di peggio....








 
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Baba1989
view post Posted on 15/9/2010, 11:56




Di solito quando un libro vince lo Strega diventando un fenomeno letterario, me ne tengo alla larga: è stato anche il caso de "La solitudine dei numeri primi", tant'è che fino a pochi giorni fa non ne conoscevo nemmeno per sommi capi la trama. Mi sono incuriosita dopo aver sentito che la trasposizione cinematografica di Costanzo ha ricevuto 7 minuti di applausi al Festival: ma il mio interesse è diminuito drasticamente dopo aver letto alcuni commenti sulla storia.
Devo dire inoltre che, per una mia sensazione intuitiva, se il regista ha ritenuto necessario rimpolpare la prima metà del film con atmosfere orrorifiche questo è segnale di una trama esile su cui lavorare.
La mia opinione comunque è del tutto opinabile poichè dubito che vedrò mai questo film.. :)
 
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tiresia5
view post Posted on 16/9/2010, 07:50




Le scene di nudo sono funzionali: noi non abbiamo un corpo, noi siamo un corpo. Già nel libro il corpo è la trincea degli individui (anoressia, automutilazioni, tatuaggi), nel film lo è ancora di più: si ipotizza che l'anoressia di alice venga dalla madre, ossessionata dal proprio corpo, Mattia cade nella bulimia (anche lui nudo, anche se non integrale).

La scelta horror per me è la scelta brillante del film, la vita dei due protagonisti ha una chiara, condivisibile sfaccettatura horror, che è poi il dramma dell'infanzia (quelle non felici e quelle normali), non sono loro disturbati, è il mondo che abitano che è horrorifico, sono i padri, le madri, il gruppo, le amicizie, il matrimonio (qui tagliato perchè Costanzo parla dell'infanzia). E quindi l'albergo di montagna è la filiazione di Shining, l'infanzia di Mattia è puro Argento. Il clown, ritenuto inutile, di Timi è invece a mio parere un elemento indiscutibile del contesto, rientra nell’agone del magico, del cattivo, del doppio, è la coscienza terribile dell’individuo
 
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ny82
view post Posted on 16/9/2010, 09:30




Paola,tutti,perdonate i miei giudizi semplicistici ma parlo come una persona che conosce poco il Cinema e quindi rimane sempre un po' a livello di epidermide...

Molto semplicemente,l'impressione avuta è che, seppur scritta in malo modo, la storia aveva già un suo contenuto di dolore,di orrore e di sofferenza...innestare piuttosto che caricare ancor di più questi aspetti mi è sembrato un po' eccessivo.

Ovviamente Costanzo ha dato la sua lettura,ha voluto puntare tutto sul mondo che circonda i due ragazzi, a come loro lo percepiscono (spesso gli adulti sono inquadrati dal busto in giù), creando così quasi una storia altra...forse è questo che non gli perdono,oltre alla scena inquietante del clown :P ecco, lì mi aspettavo che uscisse anche una specie di Freddie Kruger,tanto ormai c'eravamo...

Ripensandoci, è come se nel film si seguissero diversi filoni:il mondo degli adulti,il senso di colpa,il riconoscere di avere un lato "oscuro",un sentimento che riscatta,il dolore fisico e non,etc...tutti abbozzati ma nessuno sviluppato fino in fondo per cui si rischia di trovarsi smarriti.
 
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tiresia5
view post Posted on 20/9/2010, 17:48




certamente ny, ognuno poi valuta diversamente ed è giusto così. A me piace più la lettura horror, forse perchè avevo trovato troppo vuoto di personalità il libro, tanto da volerne un po' di più, forse perchè preferisco i film che tradiscono i libri, forse perchè i goblin sono una citazione troppo bella :D
 
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8 replies since 13/9/2010, 09:37   165 views
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