ALICE NEL PAESE DELLA VAPORITA' di Francesco Dimitri
Era da un po' di tempo che non leggevo qualcosa di così insolito, ricco di immagini ardite e descrizioni di paesi e luoghi che escono dal consueto immaginario fantastico. Uno stile di scrittura che quasi non si accontenta dei limiti della pagina bianca e sfrutta anche caratteri diversi per rendere delle idee visivamente, o farle sentire. Quasi futurista, visto dal punto di vista del gusto per l'innovazione e l'andare oltre i mezzi consueti.
La rilettura della favola, che sopravvive nel perdersi del personaggio di Alice e nella sua curiosità, é limitata all'essenza stessa del romanzo di Carroll, al suo carico di nonsense e al mondo imprevedibile dove essi sono quasi la sua stessa materia. Bella anche l'interazione con il nostro mondo, nella figura di Ben.
Però...però da metà romanzo in poi tutto comincia a sfilacciarsi. Che sia un effetto voluto, per trasmettere al lettore il concetto di Incanto, Carne e Sogno a prescindere dalla trama in sé, o che sia l'autore che ha perso un po' il filo e non sa come concludere mantenendo la stessa coerenza e ritmo narrativo della prima parte, non saprei distinguerlo, proprio per la natura stessa del libro e della storia. So che mi è parso tutto molto affrettato, con episodi risolti semplicisticamente e personaggi abbandonati a se stessi in quanto a caratterizzazione, e poco in linea con l'atmosfera che si era creata all'inizio.
Un buon libro, insomma, ma che mi lascia molti dubbi. E non mi va giù l'autocitazione di un altro romanzo dello stesso scrittore.
Voto: 6 e 1/2
