I GIOIELLI INDISCRETI, Denis Diderot

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view post Posted on 28/10/2010, 18:12
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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I GIOIELLI INDISCRETI Denis Diderot

1748

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La bocca della verità

Peccato che questa volta a parlare non sia la cavità orale ma tutt’altro…

Il sultano Mangogul si annoia tantissimo e consulta un mago che, per distrarlo dalla quotidianità, gli dona un anello che ha il potere di far parlare i gioielli delle donne.
Appena Mangogul punta il gioiello verso una fanciulla sente qualcosa parlare, l’anello funziona!
C’è solo un piccolo problema, la voce proviene da sotto la gonna…insomma, l’anello ha il potere di far parlare quel gioiello femminile.
Ed ecco che il sultano inizia a puntare di qua e di là l’anello, anche nel proprio harem…tenete presente che le donne erano tutte coperte (come si usa tuttora negli ambienti fondamentalisti islamici) e la verginità era prerequisito essenziale.
Apriti cielo! I gioielli confessano tutto, senza pudori(quello di una sedicente vergine confessa addirittura un bramino, due giardinieri e tre cavalieri).
Diderot traccia nel libro i profili femminili, suddivisi in base alle varie dichiarazioni dei loro gioielli e a come le donne reagiscono ascoltandole…ci sono quelle lussuriose che godono ad ascoltare, quelle che fan finta di niente e quelle che non han mai saputo dir loro di no…
Un’opera del genere, la prima a parlare (e a far parlare) dell’organo genitale femminile non poteva che nascere dalla mente rivoluzionaria di un Illuminista.
La vagina è, in questo libro, il mezzo attraverso il quale si esplicita l’anima femminile.
Anzi il buon Denis arriva a dichiarare che se le donne hanno un’anima, questa risiede sicuramente nella vagina (contrapponendo in modo scherzoso il sesso alla ghiandola pineale indicata da Cartesio).
Molti di voi grideranno allo scandalo, lo so, ma vi assicuro che in questo libro non c’è nulla di così licenzioso e soprattutto nulla di così misogino.
E’ un’opera molto semplice ma animata da così tanta vivacità e da così tanto brio da mascherarne la sua debole ossatura.
La misoginia, veleno sotterraneo di tutta la letteratura erotica, in questo romanzo risulta largamente smentita e contraddetta…è vero che gli esperimenti dell’anello magico portano immancabilmente alla conclusione che la fedeltà delle donne(ma anche la loro intelligenza e sensibilità) è una chimera, ma è altrettanto vero che il sostenitore più accanito è il sultano, personaggio simpatico e buontempone, ma di modestissima levatura intellettuale e che l‘unico personaggio che brilli per acutezza d’ingegno, sensibilità, pazienza e limpidezza morale sia proprio una donna, la sua favorita.
E non a caso la storia si conclude proprio con la scoperta di questa perla rara, che come in tutte le favole, il protagonista aveva accanto a se senza saperlo.
Dall’ingegno di Diderot è nata così questa creatura, a mio parere originale e unica, ma non per questo priva di una sua vitalità e di una sua gradevolezza.
Per apprezzarla, basta rilevare la straordinaria naturalezza dello stile di Diderot, l’insensibilità dei passaggi dal registro erotico a quello satirico, l’eleganza dei passaggi dal racconto salace alle digressioni pensose.
Non ci sono cadute di stile, né insistenze pedantesche, tutto il romanzo riesce sempre a comunicare con la stessa efficacia le audaci bizzarrie e gli umori polemici degli illuministi.
Un romanzo che rappresenta una felice commistione tra serio e faceto, tra licenzioso e sentimentale, tra fiabesco e satirico, un’opera sul generis, se così si può definirla.
Ora la domanda è: Diderot quale significato attribuisce a quest’opera? Cosa ci vuole insegnare? Qualcosa sulle donne?
A mio parere non vuole consegnarci messaggi, femministi, maschilisti, naturalistici o cose così, vuole solo sdoganare un argomento da sempre censurato, il sesso.
E lo fa con ironia, con classe, con stile e con una buona dose d’eleganza, anche quando si parla di vagine, anche quando sono le vagine a parlare.

Voto: 7
 
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view post Posted on 4/11/2010, 23:57
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Sapiente Malizioso
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Dopo la bella recensione di Simo ci aggiungo pure la mia.. :D

Mangogul, sultano del Congo, risiede a Banza; annoiato dalle sue attività abituali richiede al genio Cucufa un trastullo che lo possa divertire ai danni delle dame di corte.
Cucufa fa allora dono al sultano di un argenteo magico anello la cui peculiarità principale risiede nel fatto che è in grado di far parlare "la parte più sincera delle donne", il loro gioiello. Iniziano gli esperimenti di Mangogul, che sono riferiti fedelmente alla sua prediletta, Mirzoza, e discussi con quest'ultima e con il cortigiano preferito, Selim.
I vari gioielli si sfidano a singolar tenzone, per legittimare la questione di qual sia la padrona più altruista. Nel regno si crea gran scompiglio e vari filosofi e dottori si ingegnano per capire la provenienza dell'improvvisa loquacità dei gioielli. La maggioranza delle dame di corte, temendo d'esser screditata, provvede a procurarsi delle museruole che possano far tacere i loro gioielli ciarliero. Mangogul passa da Alcina a Zaide, non dimenticando d'ascoltare anche l'esile Zulica, la vivave Serica, la pudica Orfisa, la gran siniscalca Vetula, la generosa Zirfila, la virtuosa Egle e molte altre ancora. Riuscirà a trovare un gioiello puro e silenzioso?

Questo ardimentoso romanzo non è altri che una grossa allegoria, un tentativo di mostrare l'indegna condotta della corte francese e delle varie classi sociali. Mangogul non è altri che il vizioso Luigi XV; Mirzoza è la marchesa di Pompadour, prediletta di Luigi; Selim,"procureur du roi", è il duca di Richelieu. Tutta l'azione si svolge a Banza, cioè Parigi, e la pochezza dei nobili cortigiani emerge chiarissima schierata al fianco della frivolezza delle dame, sia di corte che non. L'erotismo, affrontato in maniera elegante e mai volgare (si eccede solo in un capitolo), è il pretesto per un'arguta satira contro i vizi e i mal costumi di corte. Questo romanzo settecentesco ha il pregio di una raffinata scrittura, l'ho trovato gradevole nella costruzione dei perodi che constano di numerosi giochi di parole. Quando Diderot tenta d'indulgere in argomenti seriosi quali la filosofia o l'economia perde in leggerezza e mordente, lo scritto diventa macchinoso. A tratti ripetitivo, ha nella forma, nella certezza del valore dell'esperienza e nello "spirito" che lo pervade la sua forza.

VOTO 6,5
 
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infinito cielo
view post Posted on 20/12/2010, 19:12




Bellissimo leggere le vostre recensioni :)
Penso che come satira della decadenza dei costumi nella società e nelle corti francesi del Settecento sia superiore "Les liaisons dangereuses"di De Laclos,quello si raffinato e sottilmente cinico anche se poi c'è il riscatto finale del protagonista.
Il libro di Diderot è piacevole ma secondo me pur nell'originalità dell'argomento mescola un po' troppi generi,che invero maneggia molto bene,infatti il libro è molto scorrevole.Ha la fama di libro erotico ma secondo me il tema è trattato con molto garbo,niente a che vedere con certi libri di Apollinaire o Verlaine,tanto per rimanere in tema di cultura francese,molto più "disinvolti".
Sono d'accordo che a differenza di molti romanzi erotici questo è privo di machismo e misoginia,anzi alla fine chi ne esce meglio è proprio una donna che simboleggia un po' le virtù che l'autore apprezzava nelle donne.
 
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view post Posted on 21/12/2010, 02:20
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Sapiente Malizioso
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Pensavo io e Simo fossimo gli unici ad averlo letto :D Tu come ci sei arrivato?
 
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infinito cielo
view post Posted on 22/12/2010, 20:25




Per caso,sono quasi sempre i libri che scelgono te e non tu i libri :) Era su una bancarella di libri usati insieme ad altri volumi di altri autori francesi e siccome in quel momento ero molto colpito da quella lingua e cultura li presi tutti e li divorai divertendomi anche.
 
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4 replies since 28/10/2010, 18:12   1985 views
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