IL GIORNO DELLA CIVETTA, Leonardo Sciascia

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view post Posted on 6/11/2010, 19:25
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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IL GIORNO DELLA CIVETTA Leonardo Sciascia

1961

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E la civetta vola ancora

E' sconfortante, profondamente sconfortante riconoscere come questo racconto sia, a distanza di mezzo secolo, ancora così attuale.
E' una storia di mafia, ma è ancor più la storia del "modus" mafioso: l’autore narra le ricerche effettuate dai carabinieri per cercare di risolvere l'enigma di tre omicidi, tutti legati da un unico filo conduttore, la criminalità organizzata.
Le vicende sono legate all'ambiente dell'edilizia, con un'impresa che si oppone alle spartizioni mafiose degli appalti, e pertanto i suoi dirigenti ne pagano le conseguenze: uno dei fratelli imprenditori viene assassinato.
L'indagine porta a scoprire gli intrecci politico-mafiosi, fino a giungere in cima, molto, fino al parlamento e addirittura al governo, un governo che non ammette l'esistenza stessa della mafia(e questo è una verità storica di quegli anni, non un’invenzione letteraria).
Chiaramente, arrivare così in alto, fare nomi così grossi, non può che avere un'unica conseguenza nella finzione narrativa così come nella realtà: il nulla.
Tutti vengono assolti, tutto rimane come prima.
E al poliziotto incaricato di far luce sul mistero, un esempio di onestà e di probità, lui così simile a quegli eroi in carne e ossa che sono rimasti vittime della mafia e che spesso sono stati lasciati da soli a condurre una lotta impari, non resterà che accettare la sconfitta, lui che non abusa del suo potere, lui che è sempre cortese con i testimoni e con gli indagati, lui che conduce i suoi interrogatori non con la forza e le minacce ma solo con acume e intelligenza, tanto da guadagnarsi il rispetto dello stesso capomafia che lo sconfiggerà.
Magra consolazione per lui, ma l'autore sembra voler dire che la mafia sarà battuta solo con i metodi del capitano Bellodi, o non sarà battuta affatto.
Basterebbe solo lo sfolgorante incipit, con quella corriera che sta per partire nella piazza di un paese siciliano, che si avvia lentamente fra sussulti vari e poi si ferma perché il bigliettaio si accorge che un ritardatario richiama la sua attenzione correndo.
Ecco, in quel momento si apre la porta del mezzo, l’uomo vestito di scuro si appresta a salire, ma due colpi di pistola lo fermano un istante a mezz’aria e infine lentamente, quasi a rallentatore, il suo corpo finisce per l’afflosciarsi, inerte, morto.
Dico basterebbe, perché la scena è talmente viva che sembra di essere presenti, lì, in quell’alba livida circondata dalla nebbia mattutina.
Questo non è che l’inizio di un romanzo che avvince, che costringe il lettore a convivere con i personaggi, a respirare l’aria di paura, ad annusare il pericolo a ogni svolta, immerso nell’atmosfera quasi rarefatta della realtà di una bellissima isola soffocata e dominata dalla criminalità organizzata.
La scrittura di Sciascia volutamente tralascia il superfluo, è essenziale, precisa, ritaglia i protagonisti con la precisione di un bisturi nelle mani di un chirurgo.
Nulla è lasciato al caso e tanto meno al compiacimento, affinché l’atmosfera sia resa nel modo più esatto possibile.
Le pagine scorrono, le dita le girano impazienti e anche intimidite…il viaggio all’interno di un inferno di apparente normalità è quanto di più grande al riguardo sia mai stato scritto.
E la sensazione che pervade una lettrice come me e' d’incredibile frustrazione, un senso d'impotenza assoluto che annichilisce anche il piu' esaltato fra i paladini di una legge uguale per tutti.
Tutto ciò è fantasia, invenzione? Certo, ma si tratta di un castello costruito su elementi oggettivi, su situazioni presenti, dove cambiano solo i nomi, magari anche gli eventi, ma la sostanza resta sempre la stessa e con lei quel patema d’animo che rapisce chi si appresta a diventare vittima, chi riesce a mettere le mani sui colpevoli, con la certezza che, nonostante le prove, questi non espieranno mai le proprie colpe.
Da leggere, perché si sappia veramente che cos’è la mafia.

Voto: 8
 
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view post Posted on 6/11/2010, 22:35
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Sapiente Malizioso
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Molto bella la recensione di un libro che ricordo molto piacevole alla lettura pur affrontando temi importanti e "difficili"..
 
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infinito cielo
view post Posted on 19/12/2010, 19:03




L'ultimo libro scritto da Sciascia "Una storia semplice",un romanzo breve,forse un completamento più maturo del già capolavoro Il giorno della civetta.Ma mentre nel suo titolo più famoso c'era la descrizione di un ambiente,di una mentalità,di un "humus"nel quale la mafia sguazzava,reclutava,viveva e prosperava,in quest'ultimo e poco letto romanzo c'è la tristezza dell'autore,il suo disincanto profetico nel capire che lo Stato quando non ha la volontà di sconfiggere questo fenomeno alla radice è destinato a lottare sempre con questo cancro che ammorba la società,mentre quando ha dimostrato la volontà di spazzare via questa sottocultura(Mori docet),ecco che la cultura della morte è destinata a soccombere per sempre.
 
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2 replies since 6/11/2010, 19:25   137 views
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