RAGAZZE INTERROTTE(USA 1999) di James Mangold con Winona Ryder(Susanna Kaysen), Angelina Jolie(Lisa Rowe), Whoopi Goldberg(Valerie Ovens), Vanessa Rdegrave(Dr.Sonia Wick(, Jared Leto(Tobias Jacobs).La brutta copia del cuculoIn un manicomio femminile della California anni Sessanta s’incontrano la personalità borderline Susanna (Winona Ryder) e la sociopatica aggressiva Lisa (Angelina Jolie) che, intrecciando le rispettive e complementari ‘follie’, si legano nel bene e nel male, sino a una fuga che le condurrà a confrontarsi con le loro maledizioni nascoste.
La vita andrà avanti, passando come un carro armato sulle memorie da diario di troppe ragazze guarite da una malattia chiamata se stesse.
James Mangold ora è un regista abbastanza quotato (“Walk the Line-Quando l’amore brucia l’anima”, “Quel treno per Yuma”) e alla fine degli anni Novanta ebbe la fortuna di trovarsi tra le mani un appetitoso progetto e una piccola ma agguerrita pattuglia di giovani attrici che avrebbe fatto invidia a qualsiasi altro suo collega.
Soprattutto, la produzione ambiva a fare centro nelle menti e nei cuori del pubblico sfoderando la strana coppia Winona Ryder - Angelina Jolie, l’una stella allora in fase di piena consacrazione, l’altra astro nascente con tanto di pedigree(è figlia di Billy Bob Thornton) e designata da Hollywood al ruolo iconico di “sexy mangiatrice di uomini”.
A queste furono aggiunte delle veterane di tutto rispetto(Whoopi Goldberg e addirittura Vanessa Redgrave), confermando così come i produttori della Columbia avessero puntato molto forte sul successo del prodotto, ritenendo evidentemente di potersi accalappiare così l’intera fascia delle ragazze dai quattordici anni ai trenta, se non ancora più su.
Del resto, la filmografia che trova la sua ambientazione primaria o esclusiva in prigioni o luoghi di detenzione è ricca di titoli giustamente ritenuti leggendari (“La grande illusione”, “Un condannato a morte è fuggito”, “Papillon”, “Fuga da Alcatraz”, “Le ali della libertà”) e poiché quella dedicata a disturbi mentali lo è quasi altrettanto (“Qualcuno volò sul nido del cuculo”, “Birdy”, “Rain Man”, “Risvegli”, ), il soggetto del libro autobiografico della vera Susanna Kaysen era di sicuro molto promettente nella sua auspicata unione dei due filoni.
La debolezza del film però si denota quasi subito, allorché ci viene mostrata una Susanna veramente dimessa e poco interessante, che a ogni mezza parola detta qua e là, a ogni sguardo abbassato e a ogni piccolo insignificante silenzio sembra attendere che la sceneggiatura le faccia piovere addosso la personalità trasbordante(anche fin troppo)della sua socia e antagonista…quando questo accade, la differenza di spessore tra le due assume proporzioni irraggiungibili, senza che, contemporaneamente, il personaggio più forte (Lisa/Angelina) tiri fuori dei comportamenti davvero degni di un qualche interesse e considerazione.
E così ecco che il film si trascina lentamente e stancamente tra sbalzi di umore, tentativi di fuga, tentati suicidi e varie crisi isteriche, in eterno e noioso oscillamento tra una Susanna malferma, debole e velleitaria e una Lisa squilibrata, seduttiva e distruttrice.
Inutile cercare di girarci attorno, pur con tutto l’impegno che vi hanno messo, le due ragazze non riescono proprio a innalzare il livello qualitativo di un film che, per me, rasenta l’insufficienza piena.
E non mi sento di consigliarlo a nessuno, fuorché non vi siano persone (ragazze perlopiù) che abbiano proprio nell’attuale signora Pitt il loro idolo esistenziale(Angelina in canottiera, col tatuaggio spinato a circondarle il braccio e il ghigno strafottente di un “maledettismo” a comando, potrebbe giustificare un recupero della pellicola sul piccolo schermo).
A me ha lasciato solo una sensazione di uno spreco vistoso e soprattutto di un compiacimento troppo convinto da parte delle due ragazze, autocompiacimento che ben presto si è tradito da solo(ho visto una Ryder troppo acerba e troppo sotto le righe, sarà che lei mi ha sempre abituata troppo bene e una Jolie troppo caricata, troppo stereotipata, troppo ridomandante, troppo di tutto…un Oscar assolutamente regalato il suo, che mi ricorda in parte quello affibbiato a Charlize Theron per Monster).
Un consiglio spassionato? Guardatevi “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Milos Forman o “Risvegli” di Penny Marshall e lasciate stare questo brutta scopiazzatura al femminile.
Voto: 5