| E TU VIVRAI NEL TERRORE...L'ALDILA'!(Italia 1981)di Lucio Fulci con Katherine MacColl, Michele Mirabella, David Warbeck, Sarah Keller, Veronica Laazar, Al Cliven.
Le sette porte dell'inferno
Louisiana, USA, 1927: in un piccolo hotel vicino a un lago alcuni uomini murano vivo un pittore, accusandolo di stregoneria, mentre una ragazza sta leggendo un fantomatico libro di Eibon che parla delle sette porte dell’inferno sulla terra. L’azione si sposta nel presente, nel lontano per noi 1981, dove Lisa, una giovane fotomodella, sta restaurando l’hotel maledetto che ha ereditato. Da subito accadono fatti tragici: un operaio cade dall’impalcatura, dopo avere visto qualcosa nella casa, l’idraulico viene trovato morto nel sotterraneo e Lisa comincia ad avere terribili allucinazioni. Insieme a una ragazza cieca e a un medico la ragazza vivrà un incubo popolato di zombi che alla fine avranno su di lei il sopravvento… S'è detto molto, tanto, bene e male di questo film di Fulci. Lo stesso regista ammise più di una volta di non considerarlo uno dei suoi film più riusciti e la critica più agguerrita nei suoi confronti lo considera privo di una vera e propria sceneggiatura (curata dallo stesso Fulci, da Giorgio Mariuzzo e l'immancabile Dardano Sacchetti, che scrive pure il soggetto). S'è detto tanto, ma "L'Aldilà" di Fulci è e rimane, almeno per la sottoscritta, il fiore all'occhiello del cinema horror italiano targato anni '80. C'è la ghost story, c'è lo splatter estremo, c'è la casa maledetta, c'è la vendetta del presunto stregone, con il pallino della pittura. E c'è lo sguardo, il vero protagonista della pellicola, lo sguardo che sottintende certo terrore, certo orrore che di lì a poco sta per esplodere. Un film senza logica, incoerente, visivamente mozzafiato, geniale. Se cercate una logica nella trama e nei rapporti di causa ed effetto tra gli eventi ne rimarrete delusi, eppure il film ha un suo rigore tutto personale, che non consiglio assolutamente ha chi ha una certa sensibilità e uno stomaco particolarmente delicato. Come ripeto quello che colpisce di più è l'assoluta mancanza di logica…a Fulci interessa mettere paura allo spettatore senza avere alcuna pretesa e senza preoccuparsi della razionalità o meno della storia. Tutto questo lo fa mostrandoci laghi di sangue, corpi putrefatti, un uomo (un giovane Michele Mirabella) divorato dalle tarantole e quanto di più terribile possa esistere. Un grande film horror senza dubbio, che esala malvagità e terrore a ogni fotogramma, in cui le immagini diventano protagoniste, ti entrano dentro e rimangono impresse a fuoco nella memoria, questo naturalmente grazie anche alla splendida fotografia di Sergio Salvati, agli artigianali ed efficacissimi effetti speciali di Giannetto De Rossi e alle musiche di Fabio Frizzi. Non sarà il migliore del talentuoso regista, ma per me rimane uno dei migliori horror di sempre(come dimenticare gli occhi di Emily, la sua apparizione improvvisa sul ponte, il violentissimo prologo color seppia, la rappresentazione dell'aldilà, la claustrofobica sequenza con gli zombi all'interno dell'ospedale, la cantina allagata). Un film da vedere, soprattutto per i cultori del genere, simbolo di un’epoca in cui si sapevano ancora produrre bene le pellicole horror.
Voto: 7.5
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