...E TU VIVRAI NEL TERRORE! L'ALDILA', Lucio Fulci

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view post Posted on 27/11/2010, 20:05
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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E TU VIVRAI NEL TERRORE...L'ALDILA'!(Italia 1981)di Lucio Fulci con Katherine MacColl, Michele Mirabella, David Warbeck, Sarah Keller, Veronica Laazar, Al Cliven.



Le sette porte dell'inferno

Louisiana, USA, 1927: in un piccolo hotel vicino a un lago alcuni uomini murano vivo un pittore, accusandolo di stregoneria, mentre una ragazza sta leggendo un fantomatico libro di Eibon che parla delle sette porte dell’inferno sulla terra.
L’azione si sposta nel presente, nel lontano per noi 1981, dove Lisa, una giovane fotomodella, sta restaurando l’hotel maledetto che ha ereditato.
Da subito accadono fatti tragici: un operaio cade dall’impalcatura, dopo avere visto qualcosa nella casa, l’idraulico viene trovato morto nel sotterraneo e Lisa comincia ad avere terribili allucinazioni. Insieme a una ragazza cieca e a un medico la ragazza vivrà un incubo popolato di zombi che alla fine avranno su di lei il sopravvento…
S'è detto molto, tanto, bene e male di questo film di Fulci.
Lo stesso regista ammise più di una volta di non considerarlo uno dei suoi film più riusciti e la critica più agguerrita nei suoi confronti lo considera privo di una vera e propria sceneggiatura (curata dallo stesso Fulci, da Giorgio Mariuzzo e l'immancabile Dardano Sacchetti, che scrive pure il soggetto).
S'è detto tanto, ma "L'Aldilà" di Fulci è e rimane, almeno per la sottoscritta, il fiore all'occhiello del cinema horror italiano targato anni '80.
C'è la ghost story, c'è lo splatter estremo, c'è la casa maledetta, c'è la vendetta del presunto stregone, con il pallino della pittura.
E c'è lo sguardo, il vero protagonista della pellicola, lo sguardo che sottintende certo terrore, certo orrore che di lì a poco sta per esplodere.
Un film senza logica, incoerente, visivamente mozzafiato, geniale.
Se cercate una logica nella trama e nei rapporti di causa ed effetto tra gli eventi ne rimarrete delusi, eppure il film ha un suo rigore tutto personale, che non consiglio assolutamente ha chi ha una certa sensibilità e uno stomaco particolarmente delicato.
Come ripeto quello che colpisce di più è l'assoluta mancanza di logica…a Fulci interessa mettere paura allo spettatore senza avere alcuna pretesa e senza preoccuparsi della razionalità o meno della storia.
Tutto questo lo fa mostrandoci laghi di sangue, corpi putrefatti, un uomo (un giovane Michele Mirabella) divorato dalle tarantole e quanto di più terribile possa esistere.
Un grande film horror senza dubbio, che esala malvagità e terrore a ogni fotogramma, in cui le immagini diventano protagoniste, ti entrano dentro e rimangono impresse a fuoco nella memoria, questo naturalmente grazie anche alla splendida fotografia di Sergio Salvati, agli artigianali ed efficacissimi effetti speciali di Giannetto De Rossi e alle musiche di Fabio Frizzi.
Non sarà il migliore del talentuoso regista, ma per me rimane uno dei migliori horror di sempre(come dimenticare gli occhi di Emily, la sua apparizione improvvisa sul ponte, il violentissimo prologo color seppia, la rappresentazione dell'aldilà, la claustrofobica sequenza con gli zombi all'interno dell'ospedale, la cantina allagata).
Un film da vedere, soprattutto per i cultori del genere, simbolo di un’epoca in cui si sapevano ancora produrre bene le pellicole horror.

Voto: 7.5

 
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view post Posted on 27/11/2010, 22:07
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La speranza sopravvive perché la verità non muore mai.
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Ultimo capitolo, sicuramente il più brillante, dell'ideale trilogia sui morti viventi di marcia fulciana (iniziata con Paura nella Città dei Morti Viventi e proseguita con Quella Villa Accanto al Cimitero). Lucio Fulci raggiunge, in questo suo capolavoro, vette alle quali solo pochi altri registi, di genere e non, sono riusciti ad arrivare in tutta la storia dell'horror movie, basta il prologo, girato in un bellissimo bianco e nero virato al seppia, per capire che ciò che stiamo vedendo è una vera e propria opera d'arte di un autore, che in molte sequenze raggiunge il sublime. Due sequenze (che dovrebbero entrare di diritto nella storia del cinema) valgono per tutte le altre: l'incontro tra Liza ed Emily ed il meraviglioso finale, immerso in una cupezza putrescente eppure incredibilmente affascinanate.
 
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view post Posted on 24/4/2012, 19:49
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Sapiente Malizioso
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Avendolo rivisto ierisera dopo 15 anni dalla prima volta sono pronto per un commento decente! :D
Prologo: Lousiana 1927. Assistiamo all'irruzione di alcuni villici in un albergo, questi trovato il pittore maledetto Shweik lo accusano di magia, riti oscuri e lo trucidano.
50 anni dopo Liza ha ereditato il medesimo albergo ed è intenzionata a ristrutturarlo. Iniziano ad accadere strane morti ed incontri inconsueti. Liza, supportata dal dottor John McCabe scoprirà, attraverso un libro maledetto (Eibon), che l'albergo è costruito sopra una delle sette porte dell'inferno..

Alcuni storcono il naso vedendo questo horror, possono pensare che sia una porcheria, un'insensata baracconata, ma se si guarda bene e si conoscono un minimo la poetica e le opere di Fulci, non ci si può sbagliare, questo è un film enorme..
Questa pellicola ha un lontano progenitore in "Sentinel" (ma se ne discosta moltissimo nello svolgimento) di Winner ed è l'inizio del sodalizio del "triangolo maledetto": De Angelis, Sacchetti, Fulci. L'idea, venuta al produttore (De Angelis), era molto semplice: un albergo che è costruito sopra ad una della porte dell'inferno. Fulci ne fu entusiasta e Sacchetti ne tirò fuori una sceneggiatura (in seguito un pò rimaneggiata) alquanto suggestiva. La forza di questo prodotto sta nel fatto che non v'è trama, il tutto è stato pensato appositamente senza una struttura convenzionale, per sondare il campo metafisico; è come trovarsi dinanzi ad uno scorrere di sensazioni, di sogni malati, un continuo incubo. Questo vuol dire che l'interpretazione è alquanto difficoltosa, non siamo in uno dei lineari thriller di Fulci, occorre muoversi con la consapevolezza della forza della fantasia come collante assoluto. Trovare incongruenze è facile, ma queste non inficiano assolutamente il risultato finale. L'inferno che è situato dentro ognuno di noi, è rappresentato, esplicitato, nel finale del film, come una gigantesca landa desolata e silenziosa, sempre uguale a se stessa da qualunque punto la si guardi, un infinito non-luogo. Non v'è alcuna speranza per chi vive, la porta dell'inferno può essere collocata ovunque (uno scantinato allagato in questo caso) e chiunque può entrarvi in qualunque momento. Gli interni sono girati a New Orleans e si avvalgono delle solite magnifiche inquadrature a campo lungo (la scena dell'incontro col primo incontro con Emily è potentissima); mentre gli interni sono girati a Roma e qui sono le inquadrature in primo piano a farla da padrone; resta sempre palese la maestria di Fulci nell'uso della mdp. Mentre nella prima parte si ha una sorta di accumulo degli indizi, di situazioni strane e di personaggi, nella seconda v'è l'"esplosione": il ritmo diventa serrato ed "opprimente", non sembra esservi via di scampo per i protagonisti; il surreale prende prepotentemente la scena e veniamo condotti per mano in una fiera delle crudeltà sino all'implosione finale (l'enorme caos nell'intimo dei protagonisti, rafforzato dagli spaventi che vivono muta in un silenzio assoluto, un silenzio dell'animo e della speranza). La colonna sonora accompagna splendidamente lo spettatore durante tutto il percorso. Sono presenti una serie di "uccisoni" di alto livello con ottimi effetti speciali (nonchè trucco) a cura del bravissimo Giannetto De Rossi: si veda ad esempio la morte nel bagno della cameriera Marta (Veronica Lazar) o quella di Michele Mirabella ricoperto da disgustosissimi ragni!
Non mancano un paio di omaggi ad Argento: la scena col cane e la cieca, mutuata da "Suspiria" e la presenza di un libro maledetto (qui il libro di Eibon di clarkashtoniana memoria), mutuata invece da "Inferno". Buonissima l'interpretazione di Catriona McCall ed inquietante quella di Cinzia Monreale (che interpreta Emily, guardiana, cieca, dell'inferno), che Fulci detestava per il suo "snobismo" ("Volpina di Pomerania" l'aveva soprannominata). Solito cameo di Fulci che fa il bibliotecario che accoglie Mirabella. La sequenza finale, onirica, lisergica, quasi magica, con quella voce fuori campo che cancella ogni speranza ("Ora affronterai il mare delle tenebre, e ciò che in esso v'è di esplorabile"), è da antologia, nella mia Top 5 di sempre per quanto riguarda i finali horrorifici di maggior impatto! Film difficile e insospettabilmente "alto", considerato da molti il capolavo fulciano per eccellenza, va di sicuro nella lista dei cult ognitempo..

VOTO 7,5
 
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2 replies since 27/11/2010, 20:05   225 views
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