PORCO ROSSO, Hayao Miyazaki

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view post Posted on 6/12/2010, 19:41
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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PORCO ROSSO
di Hayao Miyazaki

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Meraviglia delle meraviglie

Italia, primo dopoguerra.
Un solitario idrovolante rosso sorvola le coste e le città dell’Adriatico eliminando i pirati dell’aria e riscuotendo così le taglie che pendono sulle loro teste.
Alla guida c’è Marco Pagot, meglio noto come Porco Rosso, ex eroe di guerra che ha lasciato l' aviazione militare e vive da solo come cacciatore di taglie.
Marco ha tagliato quasi del tutto i ponti con la società, a causa, probabilmente, della misteriosa maledizione in cui è incappato durante la guerra, che lo ha mutato in un grosso maiale antropomorfo, cosa che spiega dunque il soprannome attribuitogli dalla stampa.
Ha dunque abbandonato i tristi legami col passato, con l’unica eccezione di Gina, fascinosa cantante che è per Marco una cara e fidata amica di gioventù, a cui far visita di tanto in tanto.
Sfidato e sconfitto dal borioso aviatore americano Donald Curtis, Marco deve dunque far riparare il suo aeroplano in vista di una rivincita.
In questa circostanza incontrerà la giovane e intraprendente Fio Piccolo, nipote adolescente del suo meccanico di fiducia, un incontro che segnerà nel profondo il nostro eroe malinconico e scostante...
Un’opera straordinaria, una meraviglia delle meraviglie.
Miyazaki, tra gli scenari da sogno proposti nelle sue pellicole, la bellezza di quindici anni fa v’inserì anche l’Italia, nello specifico la costiera adriatica che affaccia a Nord Est, nella sua idea crocevia di viaggiatori e avventurieri di varia natura.
Un luogo fondamentale nella prima metà del Novecento, per tutta una serie di motivi storici e strategico - geografici che ci lasciano immaginare che la scelta del regista giapponese non sia stata per niente casuale, ma questo non è un film di guerra o sulla guerra(pur trovandoci a cavallo tra due guerre mondiali), il contesto serve esclusivamente a creare la giusta suggestione per rendere fascinose le figure che si è scelto di rappresentare.
Porco Rosso è, di fatto, un film che sceglie il ritmo e l’avventura, senza calcare troppo la mano, com’è avvenuto in precedenti e in successive pellicole poi, su messaggi etici e su scenari apocalittici in cui v’era sempre una parvenza di umana catastrofe.
Miyazaki costruisce un’opera piena di sfumature, di momenti divertenti e di lievissime malinconie, d’imprevisti controsensi e d’azione per l’azione.
Certo non mancano i suoi temi principali come l’amore per la natura, il destino avverso che si scaglia contro l’ignaro protagonista, l’amore, la dolcezza e la bellezza infantile che hanno sempre contraddistinto le sue opere, nè gli scenari da lui tanto amati in Nausicaa(il cielo è nuovamente protagonista, in questo caso dalla prima all’ultima sequenza), ma, a differenza delle altre sue opere, questa volta il maestro sceglie un protagonista-eroe maschile, addirittura restituito sotto le inconsuete sembianze d’un animale considerato tutto fuorché impavido.
Sarà la piccola Fio (come prima di lei Nausicaa e Sheeta, e dopo di lei Kiki, San, Chihiro e Sophie), che attraverso l’amore e il coraggio riuscirà a infondere speranza nel giovane aviatore, ergendosi così a personaggio salvifico della serie e come specchio in cui riflettere tanto i bagliori dell'anima quanto i dubbi e le malinconie.
Torna anche il tema della maledizione e della metamorfosi, che ci riporta alle sorti del principe guerriero Ashitaka (La principessa Mononoke) e della giovanissima Sophie (tramutata in una pur arzilla vecchietta ne Il castello errante di Howl).
Nulla è lasciato al caso in questo lungometraggio, meno che mai i dettagli, che nell’insieme sono frutto di una ricerca estetica quasi maniacale da parte del regista(è impressionante la ricostruzione che fa dei paesaggi, degli interni e delle atmosfere del nostro paese, tanto da riuscire a ricostruire un’ambientazione verosimile intrisa di tanto gusto retrò).
E' un film molto più maturo rispetto alle sue precedenti opere, originale, a tratti romantico, rivestito di un’aria di malinconia che parla d' amore, di fiducia nel genere umano, di un desiderio di libertà perfettamente rappresentato dal volo, ma è anche una vicenda di grandissima simpatia, capace di strappare più di un sorriso allo spettatore (e anche qualche lacrima).
Un film animato per adulti, che si godranno una vicenda matura e ben narrata, con diversi rimandi alla nostra storia passata e al nostro paese in cui non potranno non ritrovarsi, ma che, con diverse chiavi di lettura, si presta anche a una visione scanzonata e divertente da parte dei più giovani, grazie soprattutto alla presenza di un protagonista sì tormentato, romantico e malinconico, ma anche molto simpatico a livello grafico.

Voto: 9
 
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LadyTriffide
view post Posted on 4/1/2011, 00:51




Come non dare ragione a Venere? Questo cartone animato è un vero gioiellino! Premetto che l'animazione non mi ha mai appassionato e men che meno quella giapponese, ma Miyazaki riesce a confezionare un prodotto semplice ma immediato. Il disegno è chiaro e pulito e i paesaggi italiani vengono rappresentati in tutto il loro splendore illuminati dal sole onnipresente.
Ho apprezzato tanto l'assenza della contrapposizione tra bene e male e la trama poco infantile, forse per questo mi è piaciuto tanto :P
Se qualcuno lo deve ancora vedere consiglio la visione in lingua originale :)
 
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1 replies since 6/12/2010, 19:41   40 views
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