IL DISCORSO DEL RE, Recensione pre - Oscar!

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view post Posted on 30/1/2011, 14:30
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Sapiente Malizioso
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"IL DISCORSO DEL RE" ("The King's Speech", 2010, UK/AUS) di Tom Hooper
Colin Firth (Duca di York / Giorgio VI / Bertie), G.Rush (Lionel Logue), H.Bonham-Carter (Elizabeth Bowes-Lyon), Guy Pearce (Eduardo VIII), Michael Gambon (Giorgio V), Timothy Spall (Winston Churchill), Eve Best (Wallis Simpson)

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Il secondogenito di Re Giorgio V, ovvero Alberto (Bertie), Duca di York, ha un grosso problema, è balbuziente dall’età di 4 anni; dopo vari rimedi tentati il nostro desiste. La moglie Elizabeth non si da per vinta e scova nei sobborghi di Londra un logopedista, il “dottor” (ma dottore non è) Lionel Logue. Bertie dopo i dubbi iniziali comincia a seguire i consigli di Logue e pian piano ottiene qualche risultato. Nel frattempo suo fratello nonchè primogenito, lo scapestrato principe Edoardo, causa la morte di Re Giorgio V deve prendere il titolo di “Re Edoardo VIII”. A seguito del contrasto tra l’amore che prova per una poco elegante signorina americana (la due volte divorziata Wallis Simpson) e gli attendimenti della Chiesa d’Inghilterra (che non può tollerare il matrimonio con una donna divorziata) abdica a favore del fratello. Nel dicembre del 1936 Bertie diventerà così “Re Giorgio VI”; nuovi impegni e responsabilità lo attendono, lui schivo e riservato dovrà imparare a comunicare e farsi amare dal suo popolo avendo però sempre l’appoggio di Logue, diventato ormai amico inestimabile. Sarà così che vedremo la preparazione per l’investitura a regnante ed il discorso radiofonico per la dichiarazione di guerra alla Germania.

Non ci troviam davanti ad un film d’autore, direi piuttosto d’attori, tra l’altro diretti benissimo: un Colin Firth intenso, una Bonham-Carter misurata ed un loquacemente tenace G.Rush forniscono una grande prestazione. I colori tenui degli interni e del paesaggio (virati su toni grigio/marrone) aiutano a concentrarsi sull’”umanità” del futuro re, della sua consorte e del dottore; la “piccola storia” di un’amicizia tra due persone apparentemente tanto lontane incide positivamente per la “grande storia” mondiale. Infatti di questo si tratta; questa pellicola non è solo la storia della della preparazione di un discorso o della proclamazione di un nuovo re, è soprattutto il racconto di un’amicizia: la diffidenza iniziale, il lento cammino verso l’apertura, il litigio, la riconciliazione, il consolidamento. In questo processo risiede la maturazione defintiva di Bernie, attraverso esso arriva l’accettazione del proprio, nuovo, ruolo. La pellicola non ha grandissimo ritmo, non ci sono grandi avvenimenti né immagini sbalorditive, ci sono solo un paio di campi lunghi notevoli e dei bravi attori; c’è la figura di questo futuro re che cresce con il passar dei minuti, l’acquisizione della consapevolezza del suo essere è accompagnata dalle pazienti attenzioni di Logue (un bravo G.Rush). Arrivano poi gli azzeccatissimi venti minuti finali, comprensivi del filmato con Hitler, molto belli ed ispirati. Il sublime tappeto sonoro adoperato anche nell’incipit per lo stupendo “The fall” (Beethoven, “Sinfonia N.7“) fanno da sottofondo al discorso finale del re donandogli forza e grazia. Grande prestazione corale in cui spicca Colin Firth che a tratti fa tenerezza. Come fare un buonissimo film senza spendere follie. Prevedo 4 Oscar. ;)

VOTO 7

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LadyTriffide
view post Posted on 1/2/2011, 00:58




Hai pefettamente ragione Lord, ho appezzato questo film grazie alla bravura degli attori!!
Benchè sia girato maggiormente in ambienti interni, la pellicola rimane sempre molto scorrevole ed incisiva. Le musiche, le scenografie e i costumi fanno da cornice e da supporto perfetto per la sceneggiatura.
Sono contenta di averlo visto perchè ho scoperto la figura di Giorgio VI.
Per la previsione oscar Lord, io dico due o tre statuette :D
 
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**Nefertiti**
view post Posted on 1/2/2011, 12:16




Bella recensione Cri! gia il film in se mi ispirava...ora sono ancora piu motivata! Colin firth qualsiasi cosa si metta a fare gli riesce eccellentemente,per cui non dubitavo....
L'unica pecca che traspare dalle tue parole è forse una scarsita di temi e contenuti....cioè è tutto incentrato sulla figura del re??
 
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Baba1989
view post Posted on 1/2/2011, 13:46




"Il discorso del Re" è un film incentrato sui rapporti: il rapporto tra l'uomo e la sua infanzia, tra l'uomo e la sua voce, tra l'uomo e la sua famiglia, tra l'uomo e il suo ruolo.
Bertie, che non vuole guardare al passato perchè ne ha paura come del futuro, impara a fidarsi di sè stesso e dei suoi sentimenti (per poi tramutarli in emissione vocale) nel momento in cui impara a fidarsi del suo unico amico, Lionel. Il percorso "formativo" di quest'uomo ci viene presentato come una sorta di parto, il parto di un suono, di una parola, di una frase, infine del discorso: ma è soprattutto il lento sciogliersi delle barriere dietro cui si celava il vero Bertie, temprato dagli eventi e dal ruolo istituzionale della sua famiglia. Emerge nettamente il contrasto fra il concetto di famiglia a cui lui è abituato, con una madre "figurante", un padre burbero che si fa temere dai figli, una accesa rivalità tra fratelli, e, al contrario, la famiglia che Bertie si crea, con una moglie che gli sta sempre accanto, due figlie che lo amano e non hanno paura di lui, ed un padre che trova il tempo per raccontare loro le favole. Interessante a questo proposito la scena in cui, dopo l'incoronazione, incontra nel corridoio le due figliolette, le quali, anzichè baciarlo e abbracciarlo come loro solito, si bloccano intimorite e gli fanno un inchino, chiamandolo Sua Maestà anzichè "papà"; la faccia del Re è quella di un uomo che teme di diventare proprio come suo padre, di essere per le sue figlie un'icona mitica e inaccessibile.
Rimane sempre una costante del film, infatti, la spiccata umanità e semplicità di questo sovrano e della sua consorte: nei momenti di sconforto, Bertie tenta di giocare la carta della superiorità, accusando Lionel di non avere diplomi nè qualifiche, o di essere un povero attore fallito: ma la realtà è che Bertie e sua moglie si troverebbero molto meglio cenando a casa di Lionel piuttosto che ai sontuosi ricevimenti di Miss Simpson.
Il ritratto di Giorgio VI è quindi molto positivo, ispira tenerezza, sicurezza, coraggio.
Per quanto riguarda l'aspetto visivo, il film si svolge quasi interamente in interni: scelta importante, quasi a voler trasmettere allo spettatore il senso di soffocamento che prova il protagonista; allo stesso modo è geniale lo studio di Logue, così spoglio da non permettere distrazioni, l'unico protagonista è il suono e il pensiero. Molte belle inquadrature (stupenda quella durante il discorso di insediamento, dal basso verso l'alto, a rimarcare il senso d'inferiorità del singolo rispetto all'uditorio: inquadratura che viene invece abbandonata sul finale, quando ormai Bertie ha conquistato il suo discorso, e può permettersi di affacciarsi al balcone e guardare un'intera nazione dall'alto), colonna sonora splendida, perfetti gli inserimenti storiografici, da Churchill (identico!) unico lungimirante in un momento in cui il fenomeno Hitler era piuttosto sottovalutato, fino al bel filmato del discorso del dittatore, così diverso rispetto al sovrano britannico, e così carico di poteri rispetto allo stesso.
Infine plauso al cast, davvero lodevole; ho visionato il film in lingua originale, e ho colto tre splendide interpretazioni: Geoffrey Rush è meraviglioso, corrosivo ma premuroso; Helena Bonham Carter deliziosa e intensa; e Colin Firth sensazionale, davvero da Oscar. :)

Voto: 7.5
 
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view post Posted on 3/2/2011, 21:53
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Ci sono alcune tue osservazioni che non avevo preso in considerazione e che condivido. Premettendo che anch'io ho visto il film in lingua originale, dico che Rush è bravo, ma non quanto il Bale "combattente" :D
 
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tiresia5
view post Posted on 8/3/2011, 11:52




Mi discosto un po'.
Confezione impeccabile, un film fatto bene, non si discute. Al centro i media, vedi l'inquadratura iniziale, il cambiamento del rapporto fra governanti e governati, l'arte della retorica esplode all'ennesima potenza lì dove in medium comincia a mangiarsi tutto. E qui naufraga il film che si incastra in questa visione personale, privata e privatizzata del problema togliendo respiro al resto. Perchè il film deve anche essere il ritratto di quel re, della sua storia personale, deve essere il classico film fra due persone distanti che si incontrano (con tanto diavvicinamneto, poi scontro centrale e infine ricongiungimento nella storia del rapporto). Qui è lì il tema dominante viene fuori, non importa cosa si dice, ma importa dirlo bene (Bertie ammira sarcasticamente Hitler), il regnante deve conquistare il popolo, non basta più essere re, l'autorità si scolora nel carisma puro, poi nella popolarità (come estremi opposti a volte).

Edoardo VIII aveva simpatie naziste, dato accertato storicamente, anche la Simpson, ma qui si cita solo lei (le famose rose di ribbentrop). Per il resto mi da' parecchio fastidio avere ancora il ritratto del re buono che pensa "ai suoi cari uomini comuni", Edoardo a Bertie. La tensione della guerra si sente troppo poco.

Le idee di baba sono molto interessanti

6,5
 
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Baba1989
view post Posted on 15/3/2011, 20:03




Grazie Tiresia :)

La tensione della guerra non c'è, è verissimo, ma io mi sono avvicinata al film già con l'idea che si parlasse di una storia di vita, di un problema che riguarda un personaggio importante e della sua risoluzione, non di una biografia calata completamente nel contesto della seconda guerra; il soggetto è il discorso, che in quel clima serve più che mai. Perciò non ho sentito la mancanza di riferimenti, quelli che ci sono sembrano sufficienti a rendere l'atmosfera, che in effetti era di attesa, e ho trovato comunque legittimo dimostrare il ruolo del Re "figurante"(e dopo la guerra sarebbe stato ancora di più così), rispetto a Hitler che Re non è ma che ha totale egemonia. Si tratta di una figura in generale positiva, ma è l'impostazione della vicenda a renderlo tale :)
 
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view post Posted on 18/3/2013, 17:26
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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Anche questa volta mi trovo ad andare controcorrente...forse sarò l’unica a pensarla così, ma a me questo film non ha lasciato dentro nulla…indubbiamente dal punto di vista tecnico è a dir poco perfetto (la scenografia è degna di nota, così come lo sono i costumi), ma ho trovato il tutto tremendamente lento e monocorde(devo ammettere con estrema sincerità che per buona parte della visione ho fatto davvero fatica a tenere gli occhi aperti).
Niente pathos, niente sentimenti, niente emozioni, nulla di nulla…l’unico aspetto che salvo è l’ottima interpretazione degli attori(un magistrale Colin Firth su tutti), ma da qui a definirlo capolavoro ce ne passa.
Film decisamente sopravvalutato e una mezza delusione per la sottoscritta.

Voto: 5
 
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