LA SINDROME DI STENDHAL, Dario Argento

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view post Posted on 13/6/2011, 15:20
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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LA SINDROME DI STENDHAL(Italia 1996) di Dario Argento con Asia Argento, Thomas Kretschmann, Marco Leonardi, Luigi Diberti, Paolo Bonacelli, Franco Diogene.

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Roma, 2000.
Anna è una poliziotta che da mesi è sulle tracce di un famigerato serial-killer che violenta e uccide barbaramente le sue vittime.
Giunta a Firenze per fare delle indagini, scopre che l’uomo lavora presso la Galleria D’Arte degli Uffizi e, recatasi lì, rimane sconvolta a tal punto davanti a certe opere d’arte da perdere i sensi(la famosa sindrome di Stendhal, che svenne davanti alle Sibille del Volterrano nella cappella Nardini a Firenze).
Al suo risveglio, si accorge di trovarsi in una grotta e di essere stata imbavagliata e legata dal serial-killer che le userà violenza e la torturerà lentamente.
Riuscirà a scappare e crederà in un primo momento di averlo ucciso, ma ben presto l’uomo tornerà a mietere le sue vittime...
Non vorrei ripetermi per l’ennesima volta, ma Dario argento ormai è diventato l’emblema perfetto della crisi profonda che ha colpito il cinema nostrano.
La parte iniziale è davvero interessante(lo shock provato da una ragazza di fronte a grandi opere d'arte degli Uffizi), le scene con lo spaesamento della protagonista sono stilisticamente pregevoli, così come quelle successive(su tutte la scena della fuga di notte e l’omicidio della commessa) poi, però, tutto si trasforma all’improvviso in un filmetto di serie b tanto prevedibile quanto pretenzioso.
Di Firenze si vede poco e niente(e questo per me è un male), della famosa sindrome di Stendhal non c’è traccia, se non all’inizio, quando viene usata solo per giustificare il turbamento della protagonista, poi viene completamente dimenticata, la trama è mancante di quei colpi di scena e di genio che hanno reso grandi i suoi precedenti film, le musiche, pur essendo ottime(il tocco del grande Morricone è, come sempre, superlativo) non coinvolgono lo spettatore come quelle dei Goblin.
Il finale(che ricorda molto quello di Psycho) è ottimo, un vero colpo di maestro che da prova, ancora una volta, che il vecchio Argento non è del tutto morto, ma non basta a risollevare le sorti di un intero film.
E poi, ancora una volta, c’è la presenza di Asia Argento a rovinare una già esigua interpretazione attoriale…io capisco l’amore paterno, conosco bene il forte legame che si instaura tra un padre e una figlia, ma è possibile che Argento non si renda conto che la figlia per la recitazione è proprio negata?
Possibile che non si renda conto che sua figlia come poliziotta complessata ha la stessa credibilità che ha una suor Paola come pornostar?
Capisco tutto, ma veramente vederla recitare è una pena…non ce l’ho con lei, mi è pure simpatica in fondo, ma veramente non c’è di meglio in famiglia? Perché continuare a insistere con lei? Lasciamola ai movie-action americani, quelli si sono alla sua portata, non film impegnativi di questo genere.
A questo punto preferisco vedermi una starletta televisiva qualsiasi al suo posto, perlomeno ci metterebbe un po’ d’impegno, cosa che lei non fa assolutamente, ha quell’aria da raccomandata che proprio non riesco a mandar giù.
Comunque, come ripeto, il problema è ben altro, Argento ha esaurito la sua vena geniale, ormai si è trasformato in un regista qualunque e i risultati purtroppo sono questi.
Non dovrei vederli, lo so, dovrei ricordarmi di lui com’era, ma a volte è più forte di me, non riesco proprio a essere indifferente davanti ai suoi ultimi film, ogni volta devo vederne uno per rendermi conto di come sia ormai caduto in basso e di come sia impossibile risollevarlo su.
Io spero sempre che un giorno ci riesca, che ritrovi la sua creatività, ma so che è un misero sogno il mio, purtroppo il re è morto e difficilmente si troverà la forza di resuscitarlo.

Voto: 5
 
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