THE RING(USA 2003) di Gore Verbinski con Naomi Watts, Brian Cox, David Dorfman, Martin Henderson.
Quattro adolescenti muoiono in circostanze misteriose, in luoghi diversi ma alla medesima ora.
Rachel, zia di una delle vittime, su richiesta della sorella indaga sul mistero e viene così a scoprire dell’esistenza di una videocassetta che, a sette giorni esatti dalla sua visione, porta a una morte orribile chi la guarda.
Nel tentativo di svelare l’arcano, coinvolge nelle indagini anche il figlioletto Aidan e l’ex fidanzato, padre del bimbo.
Mi piacerebbe sapere perché gli americani si ostinino così tanto nel creare remake su remake dei più famosi horror nipponici se poi il risultato deve essere questo, una miscela di cose già viste, unite tutte insieme nel tentativo di tirar fuori qualcosa di originale senza però riuscirci.
Il bambino mi ricorda il protagonista de “il sesto senso” di Shmalyan, la bambina assassina mi ricorda la Linda Blair de “L’esorcista”, il telefono che squilla per preannunciare morte mi ricorda “Scream”…devo continuare?
Come se non bastasse, trattandosi di un thriller uno si aspetta perlomeno un minimo di tensione, un minimo di adrenalina nel sangue, un minimo di sovra-eccitamento, ma ciò non accade nemmeno per sbaglio, l’unica cosa che ti accompagna fino alla fine è noia, solo ed esclusivamente noia e la speranza che finisca tutto al più presto.
Inoltre ci sarebbero parecchie cose da dire riguardo al finale, forzato e tutto incentrato sul sentimentale(la scoperta dello scheletro della piccola, la commozione della protagonista difronte alla scoperta della sua orrenda fine, la critica palese nei confronti di chi emargina i diversi) che rendono il tutto ancor più banale e stereotipato.
Brava Naomi Watts, perfetta nella parte, ma ha fatto di meglio in carriera.
Anche questa volta consiglio la visione dell’originale nipponico, se ne guadagna molto di più, oppure, in alternativa, leggetevi il romanzo di Koji Suzuki, è molto meglio.
Voto: 5
