BATTLE ROYALE(Giappone 2000) di Kinji Fukasaku con Tatsuya Fujiwara, Aki Maeda, Takeshi Kitano, Masanobu Ando, Sayaka Kamiya, Anna Nagata.
Per disciplinare i giovani scalmanati studenti giapponesi, ecco che le istituzioni emanano il Battle Royale Act: ogni anno una scolaresca viene estratta a sorte e catapultata su un’isola deserta dove, sorvegliata ventiquattr’ore su ventiquattro dal professor Takeshi e da alcuni militari, gli studenti si giocano la cosiddetta “battaglia reale”, un gioco al massacro che ha come unico scopo l’eliminazione a vicenda dei partecipanti, con conseguente vittoria finale dell’unico sopravvissuto.
Non è un capolavoro, questo sia ben chiaro, ma rappresenta sicuramente un piccolo cult del genere(basti pensare che tra i suoi tanti estimatori figura anche Quentin Tarantino, che dopo aver visionato il film ha scelto una giovane attrice, Chiaki Kurigama, per uno dei suoi film, Kill Bill).
Il film ricalca più o meno le orme del manga di Takami ed è uno dei più agghiaccianti, folli, pazzeschi e allucinanti che abbia mai visto in vita mia, uno di quei film che ti porta a riflettere sulla bestialità dell’essere umano, a quanto sia disposto ad arrivare pur di accontentare la sua bramosia, un film che mi ha ricordato spaventosamente un capolavoro della letteratura mondiale, “il signore delle mosche” di William Golding, un film che si scaglia pesantemente contro la nostra società attuale, tutta incentrata sul motto “mors tua, vita mea”.
Le interpretazioni degli attori sono decisamente scarse, ma di grandissimo effetto(mi sono piaciuti molto i due ragazzi protagonisti), le scene splatter sono cruente, ma rappresentano il punto di forza dell’intera pellicola.
E’ molto duro, è estremo, è violento, ma che vale davvero la pena di vederlo(ovviamente sottotitolato perché qui in Italia è stato censurato dalle nostre menti benpensanti) per riflettere su come la razza umana stia andando alla rovina più completa, su come certi valori siano stati calpestati dall’ignoranza, dalla stupidità e dalla voglia di prevalere sull’altro a ogni costo.
Da adottare nelle scuole italiane.
Voto: 7.5