LETTERA AL PADRE, Franz Kafka

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view post Posted on 17/8/2011, 15:05
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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LETTERA AL PADRE Franz Kafka
1919


9788854120853g

Il difficile mestiere di genitore.

"Tu non riesci a fingere, è vero, ma voler asserire solo in base a questo che solo gli altri padri fingono è una pura prepotenza che non ammette discussioni, oppure - e penso sia questo il vero motivo - l'impressione mascherata di un qualcosa che tra noi non funziona, per causa tua ma senza tua colpa. Se è questo che intendi,allora siamo d'accordo. Naturalmente non dico di essere diventato quello che sono solo per causa tua. Sarebbe un'esagerazione eccessiva (anche se intendo esasperare questo aspetto). È molto probabile che se fossi cresciuto del tutto libero dalla tua influenza non sarei divenuto mai un uomo rispondente alle tue attese. Quasi di certo sarei comunque diventato un essere malaticcio,ansioso, titubante, inquieto, né un Robert Kafka né un Karl Hermann, eppure molto diverso da quello che sono in realtàe avremmo potuto trovare un ottimo accordo. Sarei stato felice di averti come amico, come superiore, come zio, come nonno, (si, sebbene con qualche dubbio) anche come suocero. Invece, proprio come padre sei stato troppo forte per me anche perché i mie fratelli morirono bambini, le sorelle nacquero molto più tardi, e io dovetti reggere da solo il primo urto, per il quale, ero troppo debole."


Il rapporto tra me e Kafka non è mai stato particolarmente idilliaco, ma questa volta non ho potuto fare a meno di commuovermi davanti a questa sofferta e dolorosa lettera, lo sfogo di un uomo che per anni ha covato dentro di sé un dolore indicibile.
Una lettera scritta più di ottant’anni fa, ma che tratta un tema di un’attualità sconcertante, l’incomunicabilità tra gli esseri umani, in particolar modo tra padre e figlio.
Prima dello scrittore Kafka è il figlio che parla, un figlio così diverso dal padre, così debole, così fragile, così solo, così sensibile, così piccolo davanti allo spietato tiranno, uno sfogo intriso di verità e di rancore, di frustrazione e odio per non essere mai stato capito dal padre.
Sa che il destinatario non leggerà mai la sua lettera, ma la usa lo stesso come valvola di sfogo per parlare di sé stesso, della sua infanzia vissuta sotto l’ombra di un padre dispotico, autoritario, un padre che l’ha fatto sempre sentire inadatto, che ha fatto nascere in lui un senso di inadeguatezza, che l’ha lentamente distrutto, un padre che l’ha sempre considerato indegno di esistere.
Il comportamento del genitore causarono a Kafka delle ferite irreversibili, ancor più dolorose delle continue punizioni corporali a cui lo sottoponeva quasi ogni giorno, ma nonostante ciò in lui non c’è alcuna forma di odio e di vendetta nei suoi confronti, ma solo il desiderio di capire, di domandargli “ma perché, cosa ti ho fatto per meritarmi tutto questo? Guardami, sono tuo figlio, chiedo solo di essere rispettato, non desidero nient’altro da te, solo amore” e, soprattutto, un profondo senso di colpa per non aver soddisfatto le aspettative del padre, per non essere diventato l’uomo che lui avrebbe voluto, per non essere riuscito a soddisfare i suoi desideri e le sue aspettative.
Una lettera breve ma profondamente intensa, il racconto a cuore aperto di un figlio che ha compiuto tanti errori a causa di un padre che non l’ha mai amato, le mancanze di un figlio che rispecchiano gli errori di un padre.
Lo farei adottare come testo obbligatorio nelle scuole data la sua attualità, un tema, quello del conflitto generazionale, molto diffuso ai giorni nostri ma, purtroppo, male affrontato, ma soprattutto lo farei leggere a tutti coloro che sono genitori, li aiuterà a riflettere sul loro ruolo di genitori, sul rapporto con i loro figli, li aiuterà a capire cosa si nasconda realmente dietro l’animo di un bambino e soprattutto li aiuterà a riflettere su quanto il dialogo sia fondamentale, su quanto sia importante parlare e affrontare così i mille pensieri e i mille dubbi che attanagliano ogni giorno la mente e il cuore di un bambino.

Voto: 8.5
 
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sergio937
view post Posted on 17/8/2011, 15:29




L'ho letta. Sconvolgente per certi aspetti, ma purtroppo rivelatrice della profonda insicurezza dell'autore, che d'altronde si intravede anche nei suoi racconti fantastici. Pregna di emozioni e profondamente sentita.
 
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Narelen
view post Posted on 18/9/2011, 21:02




Credo sia l'opera di Kafka che mi piace di più.
Fa male leggerlo, é una vera e propria immersione nella profonda tristezza e nel rimpianto di un altro essere umano, ma é dolorosamente splendido.
 
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2 replies since 17/8/2011, 15:05   331 views
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