I ROBOTTONI DALLE CORNA DI GO NAGAI, Alessia Martini

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view post Posted on 14/9/2011, 21:20
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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I ROBOTTONI DALLE CORNA DI GO NAGAI

Autore: Alessia Martini
Prezzo: 12 £
Pagine: 210
Editore: Associazione Culturale "Il Foglio"





Secondo saggio scritto dalla Martini che leggo e questa volta devo ammettere che ho fatto davvero molta, ma molta, ma molta fatica a leggerlo quanto, almeno così penso, abbia fatto lei nello scriverlo.
Il campo scelto da questa donna è il più arduo che si possa pensare per noi esserei umani di sesso femminile: il mondo robotico.
Chiunque abbia avuto dei figli nati negli anni’70 può capire cosa intendo, poiché non conosco genitore di quell’epoca che non si sia trovato a far fronte alle due maggiori aspirazioni di suo figlio: farsi Samantha Fox e pilotare un robot di trenta metri.
Essendo nata da due genitori che aveva generato già due discoli maschi(a detta di tutti il mio è stato un autentico miracolo, ci sono parenti che ancora si domandano come sia uscita fuori una persona di animo così tranquillo dopo due scassaballe di quel genere), la mia infanzia è stata letteralmente monopolizzata dai robot(ricordo ancora i miei fratelli che giocavano lanciandosi i vari “razzi fotonici”, “missili centrali”, “raggi gamma” e io che li guardavo e mi chiedevo “ma questi che cacchio stanno facendo?”).
Robot che approdarono letteralmente in massa, come un’orda barbarica, sulle nostre reti televisive in poco più di tre anni: 1978-1981.
E’ stato il triennio d’oro dei robot, dove il bombardamento era talmente massiccio da arrivare quasi a non capirci più niente.
Alessia prende in considerazione proprio questo triennio e passa in rassegna, dopo un’estenuante spiegazione sulla figura dei robot nel cinema, nella letteratura, nei fumetti, quelle che, secondo lei, sono state le serie più importanti di quegli anni con relativo anno di nascita.
Anche questa volta vi delizierò con un immancabile e noiosissimo elenco(questa volta però è molto più breve, siete fortunati):

1972

Mazinga Z

1974

Il Grande Mazinga

1975

Goldrake-Jeeg Robot-Getta Robot (anno prolifico per Go Nagai questo…le due serie più importanti e la più innovativa create tutte assieme)

1977

Vultus V-Zambot III

1978

Daitarn III

1979

Gundam
Daltanious
Gordian

1980

Trider G7
God Sigma

1981

Golion

Appena letto questo elenco in me è sorta subito spontanea una domanda(anzi, più che una domanda un monosillabo): Embè, tutto qui?
Non per dire Alè ma elenco più riduttivo davvero non potevi farlo…ti sei dimenticata(o forse non le conosci) serie robotiche a mio parere più meritevoli di essere inserite in questo saggio tipo “Baldios”, “Bryger”, “Danguard”(per me l’errore più grave…non aver inserito questa splendida serie di Matsumoto è un delitto), “Daikengo”, “Tekkaman”, “Gakeen-magnetico robot”, “Gaiking”, che, per me, meritavano molto di più di un “Gordian” e di un “God Sigma”.
E poi, come se non bastasse, leggo di nuovo quella superficialità e faciloneria che ho riscontrato nell’altro saggio…se la parte iniziale, quella dedicata al tema del robot nei film, nella letteratura e nel cinema l’ho trovata molto interessante, il resto è la solita tiritera(sigla-storia del cartone-commenti superficiali ed errori grossolani-notizie che esulano dal tema), una sorta di minestra riscaldata che, a parer mio, si poteva anche risparmiare(in parole povere questo è un clone dell’altro libro, dove sono state copiati e ripetuti gli stessi concetti).

E, anche questa volta, ci sono delle cose che mi hanno colpita(mi rivolgo ipoteticamente all'autrice, non sono pazza):

-Parlando dei piloti dei robot(”Riguardo all’età dell’eroe ci accorgiamo, con comprensibile stupore, che serie dopo serie, diventa sempre più giovane. Actarus di Goldrake, Tetsuya del Grande Mazinga e Hiroshi di Jeeg sono uomini fatti, o almeno sembrano, Haran Banjo, pilota di Daitarn III è poco più che un ragazzino(tu quello me lo chiami ragazzino? Un metro e ottanta e più di muscoli iper-sviluppati ti sembra un adolescente? Che si è dopato? Gli adolescenti verranno molto dopo, Alè, così come i guidatori plurimi di robot).

-Vorrei tanto capire una cosa: perché parlando delle quattro serie che reputo fondamentali(Mazinga Z, Il Grande Mazinga, Jeeg Robot, Goldrake) finisci sempre per parlare di cose che non c’entrano un emerito?
Con tutto il rispetto, ma a me che me ne frega di sapere come erano fatte le gomme di Goldrake e il gelato Mazinga?(e qui chiedo aiuto a chi si sta avvicinando lentamente alla soglia degli anta…ma esisteva veramente questo gelato? E se si come era fatto? Ma di cosa sapeva, di che gusto era?).
Porca miseria, sono le quattro serie fondamentali, che hanno fatto la storia dell’animazione giapponese(e della storia italiana), sulle quali ci sarebbe da scrivere un trattato in fatto di storia, di psicologia dei personaggi, su quello che hanno apportato nell’animazione futura e tu me le liquidi così, parlandomi quasi solo dei gadgets?
Queste sono cose che mi fanno letteralmente incazzare, lasciatelo dire…

-Scheda su Vultus V…già la serie di per sé non è un granché(inoltre, cosa strana per quegli anni, ha un doppiaggio orribile), ma Alessia, prendendo una frase della bella sigla(è davvero notevole, l’unica cosa che mi piaceva della serie) “brivido che scorre sulla pelle, sensazioni troppo belle fa provare Vultus V” mi tira fuori un pippone a metà tra il significato che sembra quasi porno della sigla e la denuncia ormai datata che i cartoni animati portano alla droga(allora mi tira fuori le canne di Sampei, i grammi di felicità di Anna dai capelli rossi, le pozioni magiche dei Puffi, il talco di Pollon, Heidi che sotto gli effetti degli stupefacenti vedeva le caprette che le facevano ciao, Mimi che a ogni tiro faceva un respiro fino ad arrivare alle spade di King Arthur) e il povero Vultus V viene abbandonato a se stesso(proprio sfigato questo robot).

Però una cosa bella la devo segnalare, un bell’articolo apparso sul sito “Il regno delle anime”(mi rivolgo a tutti gli appassionati: se volete davvero leggere qualcosa d’interessante sul meraviglioso mondo dell’animazione, che sia ben fatto, ben realizzato e soprattutto un minimo approfondito, leggete questo sito e altri e non spendete inutilmente dodici euro) che, parlando di Trider G7, scrive: “Sognavamo tutti di diventare come Actarus e non ci è riuscito. Siamo diventati dei Watta, però”.
E’ vero, perlomeno lo è stato per me.

Concludo dicendo che questa volta di salvabile c’è davvero poco…mi piace questa donna, condividiamo le stesse passioni, l’amore per la natura, per gli animali, per i cartoni animati e siamo due inguaribili nostalgiche, ma per favore, la prossima volta cerca di approfondire di più, non fermarti solo alla superficie, cerca di tirar fuori qualcosa di meglio, perché so che lo puoi fare, sei in gamba, sei un’appassionata come se ne trovano poche, ma roba del genere, per chi ha il tuo stesso amore e la tua stessa passione, proprio non si può leggere.

Spero di riuscire a prendere “Mazinga Nostalgia” di Pitteri, quello sembra davvero un lavoro ben fatto(vero Cri? Tu l'hai letto, me lo consigli? :) )

Voto: 5

 
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view post Posted on 14/9/2011, 23:26
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Sapiente Malizioso
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Interessantissima recensione Simo, almeno per chi come me ama l'argomento!! :D Sembrava molto goloso poi hai scritto diverse cose scoraggianti!! (Le stupidaggini di contorno sono poco interessanti, mentre le curiosità sulla realizzazione o sui personaggi sarebbero proprio interessanti da leggere! A me interessano molto anche i dati statistici!) :) Certo, nel tuo elenco dei mancanti hai fatto centro anche perchè non sono presenti ben 2 dei miei 3 preferiti: Gaiking (1976) e Baldios (1980) e ti quoto assolutamente per quanto riguarda il Danguard (1977) di Matsumoto.. :D
Si Simo ce l'ho ma non l'ho ancora letto, me lo riservo per la "vecchiaia" ;) (Tra l'altro ora in giro c'è solo l'edizione "copertina rigida" che costa di più, io mi ero comprato quella a "copertina morbida" che costava molto meno ;) )
 
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1 replies since 14/9/2011, 21:20   251 views
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