L'UOMO TIGRE, Naoki Tsuji/ Ikki Kajiwara

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view post Posted on 12/12/2011, 16:22
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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L'UOMO TIGRE

Autore: Ikki Kajiwara
Editore: Kodansha
1° edizione: 1969


“Non preoccuparti, l’Uomo Tigre sa bene ciò che fa”.

Io odio l’Uomo Tigre.
Si, lo devo proprio dire, lo odio.
E’ un odio che viene da molto lontano, da quando da bambina mio9 fratello, dopo ogni visione, mi usava come cavia per apprendere le mosse a cui aveva appena assistito, lo odio perché tutte le volte ero quasi obbligata a vederlo, lo odio perché non ho mai sopportato questi cartoni animati propagatori di violenza fine a sé stessa.
Come per “il principe” di Machiavelli(il paragone è parecchio azzardato, lo so) non nego la sua importanza culturale, è senza dubbio uno dei simboli dell’animazione giapponese, ma francamente è uno di quei cartoni dei quali avrei volentieri fatto a meno.
Giappone, 1967.
Un nuovo lottatore coperto da una maschera con le sembianze di una tigre, sbarca in Giappone dopo gli enormi consensi ricevuti in America.
Le sue tecniche di lotta sono talmente terribili da avergli fatto meritare il soprannome di “Demone Giallo”.
In realtà dietro quella maschera si nasconde Naoto Dante, un uomo di gran cuore che, nel privato, devolve i soldi vinti nei combattimenti all’orfanotrofio “la casa dei bambini”, gestito dalla bella Ruriko, lo stesso orfanotrofio dove lui ha vissuto da bambino.
Ma la tana delle tigri, la tremenda organizzazione grazie alla quale Naoto ha trovato la fama, non tollera che un suo lottatore devolva i soldi vinti in beneficenza e, per mano di Mister X, invia i suoi più pericolosi combattenti a lottare contro Naoto, con lo scopo di ucciderlo.
Con il coraggio che l’ha sempre contraddistinto, Naoto affronta uno a uno i sicari, uscendone ovviamente sempre vittorioso.
Questa per lui sarà anche un’occasione per cambiare, per maturare, per divenire quel lottatore serio, onesto e leale che i bambini dell’orfanotrofio, in particolare il piccolo Kenta, ammirano.
Continuerò sulla via della sincerità, la versione cartacea è ancor più orribile di quella animata, presenta diverse lacune(una su tutte, l’assenza di alcuni personaggi storici come Daigo Daimos) e, da quel che ho letto, un finale diverso che lo sminuisce completamente(se c’è una cosa bella di questo cartone animato è proprio il finale, meno male che l’autore ha avuto la buona idea di cambiarlo e di non riproporre quello della versione cartacea).
Graficamente il disegno è di bassissimo livello, i corpi sono tozzi e poco proporzionati e, cosa che mi ha dato maggior fastidio, il protagonista ha il volto di un bambino(forse l’intento dell’autore era quello di permettere una maggiore immedesimazione da parte del pubblico giovanile con il personaggio di Naoto).
Un manga mediocre che consiglio solo agli appassionati(e ce ne sono tanti in circolazione), ma che ha avuto(e questo lo devo dire) il pregio(per altri, per me assolutamente no) di aver dato vita a uno dei fenomeni culturali più amati degli anni’80.

Voto: 5
 
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sergio937
view post Posted on 12/12/2011, 16:24




Non è mai piaciuto neppure a me. A dire il vero non mi è mai piaciuto neppure Ken il guerriero, i manga/anime "solo combattimento e sangue" non mi attirano.
 
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view post Posted on 12/12/2011, 16:29
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CITAZIONE (sergio937 @ 12/12/2011, 16:24) 
Non è mai piaciuto neppure a me. A dire il vero non mi è mai piaciuto neppure Ken il guerriero, i manga/anime "solo combattimento e sangue" non mi attirano.

Ah meno male, ho trovato un altro come me, pensavo di essere l'unica a detestare sia lui che lo Stallone nipponico. :P
 
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2 replies since 12/12/2011, 16:22   53 views
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