IL POPOLO DELL'AUTUNNO, Ray Bradbury

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view post Posted on 14/12/2011, 16:46
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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IL POPOLO DELL'AUTUNNO

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Autore: Ray Bradbury
Data di pubblicazione: 1962
Numero pagine: 189



“Bisognava correre, in una notte come quella, perché la tristezza non potesse far male.”

Leggere Ray Bradbury è sempre un’esperienza meravigliosa.
E’ senza alcun dubbio uno dei migliori scrittori di fantascienza del secolo scorso(si contende il primato con Richard Matheson e Isaac Asimov), ma francamente conoscendo e avendo letto tutti e tre posso affermare con certezza che Bradbury ha qualcosa in più rispetto ai suoi colleghi, possiede quella capacità rara di raccontare storie fantastiche con una delicatezza e una raffinatezza che gli altri due non hanno, rendendolo, a mio modestissimo parere, unico nel suo genere.
Vigilia di Ognissanti, tre ore dopo la mezzanotte in una provincia americana annoiata e disillusa dalla vita.
Qui vi abitano due ragazzi di tredici anni, James e William, uniti da un profondo affetto e da un fraterno legame d’amicizia(sono praticamente fratelli, le loro famiglie si conoscono da anni e loro due sono nati a poche ore di distanza l’uno dall’altro).
La loro tranquilla vita di adolescenti viene sconvolta dall’arrivo in città di un gigantesco Luna Park viaggiante, un Luna Park speciale le cui attrazioni umane sono a dir poco macabre( uno scheletro, una strega della polvere, un uomo elettrico, senza contare il proprietario, l’uomo illustrato).
Questo luogo di divertimento attira subito la loro attenzione, soprattutto quando vengono a conoscenza di cose alquanto inquietanti che avvengono al suo interno, dal ringiovanimento e invecchiamento subitaneo di chi sale sulla giostra alla metamorfosi che subisce chi entra nella stanza degli specchi.
E’ tutto il frutto di un’illusione? O c’è veramente qualcosa di oscuro e al contempo magico che si nasconde in quel luogo di divertimento? Sono interrogativi ai quali i due ragazzi, con l’aiuto del padre di William, il bibliotecario della città, dovranno trovare una risposta prima che gli esseri del Luna Park si impossessino della città e delle anime dei loro abitanti.
Un romanzo che definire meraviglioso è poco, un capolavoro di struggente malinconia e speranza, una lunga metafora di uno dei periodi più difficili che ogni essere umano è costretto ad affrontare nella sua vita, il difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta(tema questo molto amato da Bradbury, ripreso anche in un altro suo bellissimo romanzo, “L’estate incantata”) con la perdita dei sogni e delle speranze che accompagnano chi entra nel disincantato e problematico mondo adulto.
Bradbury si sofferma soprattutto su questo punto, sull’infanzia sopita e spesso dimenticata che tutti noi ci portiamo dentro(significativa la metafora della casa degli specchi, dove ognuno che vi entra ne esce triste, deluso, malinconico, privo di sogni, di speranze, completamente vuoto dentro).
E’ un libro non facile, forse molti non riusciranno a cogliere le tante allegorie presenti, ma è impossibile non rimanerne colpiti, non rimanere letteralmente rapiti dallo stile di Bradbury, dal suo modo di descrivere situazioni, personaggi, scenari immaginari e reali(e qui sta la sua maggior bravura) con una magia così “potente” che ti pervade e che ancora non sono riuscita a riscontrare in altri scrittori.
Un’elegia dolce, malinconica, struggente, magica, onirica e raffinata su uno dei periodi più belli dell’esistenza di ogni essere umano, l’infanzia, che purtroppo tutti quanti noi tendiamo ad accantonare e a dimenticare troppo presto…come scrive Bradbury, basterebbe un semplice sorriso per sconfiggere le nostre paure e i nostri continui affanni di adulti, ma purtroppo tutti quanti noi tendiamo a dimenticarcene troppo spesso.
Una favola dolce e poetica, condita con un pizzico di macabro che non guasta mai(trovo perfetto l’accostamento di questo romanzo con un albo di Dylan Dog, stesso alone di mistero), una favola che t’insegna che nella vita non si deve mai abbandonare i propri sogni, bisogna sempre coltivarli , prendersi cura di loro, farli crescere poco a poco, non lasciarli morire definitivamente, altrimenti si rischia di lasciar morire anche la parte più bella di noi stessi.
Penso che potrebbe essere un regalo perfetto per Natale(visto che siamo in tema ), soprattutto se avete dei ragazzi che stanno affrontando il difficile passaggio all’adolescenza, potranno in qualche modo immedesimarsi nella storia e conoscere questo scrittore, questo poeta della fantascienza che si batte tutt’oggi contro il materialismo più assoluto, reo di aver distrutto ciò che di fiabesco e poetico vive dentro ognuno di noi.

Voto: 9

Edited by La Dama in Nero - 14/12/2011, 20:48
 
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Narelen
view post Posted on 7/3/2012, 21:55




IL POPOLO DELL'AUTUNNO di Ray Bradbury

E' un romanzo strano, ostico da leggere per gli insoliti accostamenti nelle descrizioni, per quell'aria onirica e sonnolenta che lo caratterizza. Lo pervade una sensazione simile a quello che si potrebbe provare ripulendo un vecchio magazzino polveroso in un pomeriggio d'estate in cui tutti stanno dormendo, per poi rendersi conto improvvisamente che dentro c'é una carcassa.
Crescere, o tornare bambini. Desiderare essere quello che non si é, pensando di poter in tal modo trovare la felicità. La difficoltà di essere buoni, il benessere in cui vivono i malvagi, e coloro che si nutrono delle sofferenze altrui.
Un circo macabro, in cui i fenomeni viventi celano orribili segreti. Due ragazzi, amici da sempre, che si scoprono divisi e costretti a divenire adulti. Un padre che sente avanzare la vecchiaia e scopre come sconfiggere il male.
Pieno di suggestione e dai momenti illuminanti.

Voto: 7 e 1/2
 
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Amélie Verne
view post Posted on 1/12/2013, 11:12




L'ho appena finito e sono subito corsa a leggermi la tua recensione.
Bradbury non mi delude mai. Il suo stile è sempre pulito ma allo stesso tempo ricco, elegante, raffinato, poetico.
Affascinanti come pochi l'ambientazione e i suoi personaggi, i macabri protagonisti del luna park itinerante. Un crescendo di suspance che attanaglia, stringe fino ad esplodere in un finale illuminante.
In questo romanzo, che può esser letto come una storia simil horrorifica fine a se stessa, c'è tutto un mondo... una profonda metafora sulla vita, sulle sue difficoltà, sulla crescita che ogni individuo è chiamato a compiere.
E il messaggio che trasmette è quanto di più bello potessi leggere: sorridere. Sorridere sempre, anche di fronte alle avversità. Non è facile ma non costa niente, alla fine.
Bellissimo!

Voto: 8
 
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2 replies since 14/12/2011, 16:46   426 views
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