DAVID COPPERFIELD, Charles Dickens

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view post Posted on 23/12/2011, 16:05
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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DAVID COPPERFIELD

Autore: Charles Dickens
Data di pubblicazione: 1849
Numero di pagine: 977


David-Copperfield-1

“Oh Agnes, anima mia, che il tuo viso possa essermi accanto quando finirà la mia vita; possa io, quando la realtà scivolerà via come le ombre che ora saluto, trovarti ancora accanto a me, a indicare l’alto!”



E’ Natale e in questo periodo sento sempre il bisogno di lasciarmi pervadere dal buonismo di Dickens.(“Canto di Natale” sarebbe stato troppo banale, quindi ho optato per questo romanzo che avevo lasciato a metà più di due anni orsono).
Si, perché Dickens era sostanzialmente un buonista, quasi tutte le sue opere sono un melassoso(e a volte anche irritante, diciamoci la verità) tripudio di buoni sentimenti, ma sapeva senza alcun dubbio scrivere, di questo gliene va dato atto.
Dickens come Andersen, due vite misere e sfortunate che riaffiorano in parte nei loro scritti.
Il piccolo David Copperfield, orfano di padre, vive un’infanzia serena e spensierata con la madre fino a quando lei si sposa con un uomo malvagio quanto Satana che la porterà, di lì a breve, nella tomba.
Da quel giorno la vita del ragazzo si trasforma irrimediabilmente in un inferno, il patrigno lo costringe a lavorare come uno schiavo in un magazzino di Londra fino a quando, lo sottopone giornalmente a ogni tipo di maltrattamento e di umiliazione fino a quando il ragazzo, stanco di quella miserevole vita, decide di fuggire a Dover presso una lontana parente un po’ stramba che gli trova subito un lavoro presso uno studio legale.
David intraprende così una brillante carriera che lo porta addirittura a diventare un cronista parlamentare e , dopo mille vicissitudini e la morte della sua prima moglie, la vezzosa e infantile Dora, a sposarsi con la dolce Agnes, il suo primo amore.
Come la sua precedente opera, “Le avventure di Oliver Twist”, “David Copperfield” rappresenta la storia della sua vita, dalla miseria patita a causa dell’arresto del padre per debiti al suo riscatto morale e sociale avvenuto in età adulta.
E’ un libro piuttosto complesso, la trama è molto intricata a sostegno di come il cammino di un uomo possa essere duro da affrontare e imprevedibile, i personaggi sono tantissimi e tra i più disparati, tutti a rappresentare le classi sociali dell’epoca, dal crudele Mr.Murdstone, il patrigno di David, che lo costringe a una vita fatta di miseria a Micawber, il suo unico amico e confidente, dalla zia Betsy, matta da legare ma con un cuore d’oro a Peggotty, la simpatica governante, tutti personaggi delineati da Dickens in modo perfetto, sia nel bene che nel male, dimostrando così di possedere una conoscenza della psiche e dell’animo umano non indifferente.
Il percorso di David in fondo non è poi così dissimile da quello di ognuno di noi, un cammino disseminato di amore e odio, di tristezza e di felicità, di speranze e d'illusioni, un percorso che il ragazzo compie con una forza d’animo ammirevole e invidiabile, frutto di un forte senso di ottimismo che da sempre nutre nei confronti della vita e del prossimo (beato lui…).
Certamente l’opera più importante di Dickens, quella a tratti più difficile da leggere (con tutti quei personaggi rischi di perdere letteralmente la bussola), ma anche la più completa dal punto di vista narrativo e psicologico.
E’ davvero difficile (anzi in pratica impossibile) non rimanerne affascinati, anche per chi come me, conoscendo bene Dickens, si è trovata davanti al solito finale scontato e all’insegna del “volemose bene” (questo è una caratteristica di Dickens che ho sempre trovato francamente un po’ irritante).
Comunque, finale a parte, è un’opera di altissimo livello, un classico che gode tutt’oggi di una fama più che meritata.
Lo consiglio un po’ a tutti, ma se volete avere un primo approccio con questo scrittore, è meglio che non iniziate con questo, potreste rimanerne “ingabbiati” e rischiare così di non andare più avanti, per una prima conoscenza con Dickens meglio dedicarsi alla deliziosa e onirica atmosfera di “Canto di Natale” (che poi siamo anche in tema con il periodo).

Voto: 7.5
 
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