CRONACHE MARZIANE, Ray Bradbury

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view post Posted on 2/1/2012, 15:15
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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CRONACHE MARZIANE

Autore: Ray Badbury
Data di edizione : 1950
Numero pagine: 235


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“Chi siamo noi per voler scandagliare quanto accade? Siamo qui. Che cos'è la vita, del resto? Perché e per chi si fa questo e quello? Tutto ciò che sappiamo è che siamo qui, vivi ancora, senza far domande”.

Appena pensiamo al termine “fantascienza” la prima immagine che ci viene in mente è l’invasione del nostro pianeta da parte di esseri provenienti da altre galassie o da alti luoghi sperduti nello spazio.
Bene, proviamo ora a stravolgere quest’idea e proviamo a pensare che gli invasori, una volta ogni tanto, siamo noi…che cosa accadrebbe se fossimo noi terrestri, in un ipotetico futuro, a progettare una colonizzazione di un altro pianeta del sistema solare, magari di Marte, il pianeta a noi più conosciuto e vicino e più studiato dai nostri scienziati?
Ray Bradbury si pose quest’interrogativo nel 1950, anno di uscita di questo suo ennesimo capolavoro, “Cronache Marziane”.
Il risultato finale è un libro fantascientifico ma che poi tanto fantastico non è, un romanzo onirico, avventuroso, inquietante, affascinante, a tratti molto commovente(il finale dell’ultimo racconto mi ha riportato alla mente uno dei finali più belli della storia del cinema, quello di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg), un libro ricco di metafore e di simbologie nascoste, che ti fa sognare e allo stesso tempo riflettere.
Un romanzo che in realtà non è un romanzo ma una raccolta di racconti incentrati sulla conquista del pianeta rosso da parte dei terrestri, dai primi contatti tra le due “etnie” diverse fino alla definitiva conquista e distruzione degli “indigeni”.
L’analogia con la conquista dell’America da parte dei primi colonizzatori bianchi è molto forte, anche questa volta l’umanità, pur non volendolo, sarà portatrice di morte e di distruzione, come purtroppo avviene spesso quando ci s’incontra e si prova a coabitare con razze diverse la cosa sarà devastante per entrambe(i marziani descritti da Bradbury hanno una peculiare capacità, quella di trasformarsi a piacimento secondo i desideri inconsci degli esseri umani, in parole povere i primi esploratori si ritroveranno davanti a genitori e moglie scomparse, a luoghi della loro infanzia dimenticati, a vecchi compagni di scuola che non vedevano da anni, tutti frutto dei loro pensieri inconsci e trasformati in esseri reali dai marziani) con la conseguenza finale per gli astronauti di perdersi completamente in questo modo fatto di illusioni e di ricordi e per i marziani di impazzire a causa dei continui desideri inconsci dei loro visitatori, finché non soccomberanno definitivamente a causa di un’epidemia di morbillo portata dai loro invasori.
In sostanza una favola fantascientifica crudele e amara sull’impossibilità di comunicare e l’incapacità di coabitare fra persone di razze diverse, tema purtroppo ancora oggi molto attuale.
Le romantiche descrizioni dei paesaggi e degli usi e costumi dei marziani(il secondo episodio, “Ylla”, è meraviglioso) t’immergono in un mondo quasi incantato(Marte somiglia molto a una nuova Atlantide, una sorta di Paradiso Terrestre incontaminato che verrà a poco a poco distrutto dalla brama di potere dell’uomo), a contatto con un popolo verso il quale è praticamente impossibile non provare simpatia e affetto(i Marziani come gli Indiani d’America, un popolo barbaramente distrutto dall’ingordigia dell’uomo).
Definirlo un libro di fantascienza è puramente riduttivo e anche un po’ ingiusto, questo romanzo è un capolavoro sociale, un libro pieno di tutto, di sentimenti, di passioni, di paure, di desideri, di illusioni, di angosce, di speranze, un libro che ti fa riflettere, che t’insegna a capire il prossimo, che t’insegna cosa sia la tolleranza e il rispetto per gli altri(due aspetti che nella nostra civiltà stanno sempre più scomparendo).
Per chi ama la fantascienza è una lettura quasi obbligata, ma come ripeto dietro c’è molto di più, c’è una realtà alla quale ci stiamo paurosamente sempre più avvicinando e c’è un sogno, un sogno segreto che noi tutti, chi più chi meno, coltiviamo, quello di vivere in un mondo diverso, in piena armonia con chi e con ciò che ci circonda.
E’ pura utopia? Per Bradbury a quanto pare si, io invece voglio ancora continuare a credere che tutto ciò sia possibile.
Leggetelo e soprattutto fatelo leggere ai vostri figli.

Titoli dei racconti presenti nella raccolta

(Gennaio 1999) L'estate del razzo
(Febbraio 1999) Ylla
(Agosto 1999) La notte estiva
(Agosto 1999) I terrestri
(Marzo 2000) Il contribuente
(Aprile 2000) La terza spedizione
(Giugno 2001) "... And the moon be still as bright"
(Agosto 2001) I coloni
(Dicembre 2001) Il verde mattino
(Febbraio 2002) Le locuste
(Giugno 2002) L'immensità
(Agosto 2002) Incontro di notte
(Ottobre 2002) La spiaggia
(Novembre 2003) Le sfere di fuoco
(Febbraio 2003) Intermezzo
(Aprile 2003) I musici
(Giugno 2003) Su negli azzurri spazi
(2004-05) L'imposizione dei nomi
(Aprile 2005) Usher II
(Agosto 2005) I vecchi
(Settembre 2005) Il marziano
(Novembre 2005) La valigeria
(Novembre 2005) Stagione morta
(Novembre 2005) Tutti a guardare
(Dicembre 2005) Le città silenti
(Aprile 2026) I lunghi anni
(Agosto 2026) Cadrà dolce la pioggia
(Ottobre 2026) La gita d'un milione di anni


Voto: 9
 
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LadyTriffide
view post Posted on 2/1/2012, 21:36




Questa recensione non la leggo! Ce l'ho bello e pronto da leggere :D
 
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view post Posted on 3/1/2012, 23:10
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Sapiente Malizioso
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Il tuo commento è proprio molto bello!! L'ho letto moltissimo tempo fa, urge rilettura!!! :D
 
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Amélie Verne
view post Posted on 27/1/2013, 23:11




Lascio anch'io il mio piccolo commento sotto al già esaustivo e stupendo commento della Dama :)
Un libro che mi è piaciuto tantissimo, un autore che adoro :wub:


Cronache marziane” si compone di una serie di racconti cronologici incentrati sulla colonizzazione di Marte da parte dell’uomo.
L’abbandono del proprio pianeta è per molti una fuga dalla paura, dalla solitudine, per altri curiosità, scoperta. Perché la mente umana vede rifulgere, nell’allontanamento dalle difficoltà, la stella della speranza, il miraggio di un qualcosa di diverso e forse migliore.
Ma per quanto possa fuggire, l’uomo resterà sempre legato alla propria terra di origine, non riuscirà mai a strappare quel cordone che lo tiene legato ad essa per mezzo di una forza inspiegabilmente potente.

Resoconti appassionanti, ricchi di meravigliose figure immaginarie e paesaggi fantastici.
Bradbury fa luce soprattutto sul genere umano, delineandone i tratti più miseri, le mancanze, richiamando brevemente “fuochi” già accesi in "Fareneith 451", ma anche i sogni, le speranze, le illusioni.

Rapita dalla genialità dell’uomo, che più di sessant’anni fa, ha concepito nella propria mente un romanzo tanto avvincente, mi chiedo se sia possibile non rimanerne affascinati. La mia risposta è, senz’alcun dubbio, assolutamente no!
Un libro che è una collana di perle preziose, ricche di fascino e suggestione ma soprattutto di vitali ed eloquenti messaggi.

Voto: 9
 
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3 replies since 2/1/2012, 15:15   515 views
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