"Tsurikichi Sanpei" (2009, JAP) di
Yōjirō TakitaKenta Suga (Sanpei Mihira), Takashi Tsukamoto (Gyoshin Ayukawa), Yuu Kashii (Aiko Mihira), Tsunehiko Watase (Ippei Mihira)
Sanpei vince una gara di pesca alle trote Ayu (51 esemplari contro i 50 del nonno Ippei), accusato d’aver barato accetta la sfida del terzo classificato. Sotto gli occhi di Gyoshin che osserva da un ponticello, Sanpei da prova della sua bravura e tramite la sua vecchia canna di bambù vince facilmente. Subito dopo Sanpei fa la conoscenza di Gyoshin, campione di pesca sportiva, con cui instaura un immediato rapporto d’amicizia. Gyoshin ha perso la passione per la pesca e parlando con Ippei gli confida che vorrebbe catturare un pesce leggendario, “Il mostro del fiume”, ovvero un salmerino gigante che si troverebbe nella misteriosa valle di Yonaki di cui ben pochi conoscono l’ubicazione. L’arrivo da Tokyo di Aiko, sorella di Sanpei che odia la pesca e vorrebbe riportare il fratello in città con se, sarà l’occasione per spingere i nostri eroi alla ricerca del mitico pescione. Se Sanpei riuscirà a catturarlo potrà restare col nonno, se fallirà dovrà andare a Tokyo con la sorella..
Sanpei, in Italia Sampei, nacque dalle matite di Takao Yaguchi e fu il protagonista di una fortunata serie animata giapponese (prodotta dalla
Nippon Animation) che andò in onda da noi nei primi anni ottanta. Il protagonista di puntata in puntata si destreggiava sempre meglio tra varie tecniche di pesca e tipi di pesce, sempre spalleggiato dall’amica Yuri, dal nonno Ippei e dal fido Pyoshin. Ultimamente, sull’esempio dello “
Yattaman” di Miike, è in corso la trasposizione di molti cartoni animati in live action, ma i risultati sono alterni. Qui la regia è affidata al premio Oscar Y.Takita (“
Departures”) ed il prodotto finale non m’ha convinto. Ci viene assolutamente restituito quello che nell’anime era l’amore per la natura unito alla contrapposizione città/luogo incontaminato (così come sono, almeno inizialmente, Sanpei/Aiko), ma questo è quanto. Le scene di pesca scarseggiano, il blocco centrale comprendente il viaggio per raggiungere la valle è troppo dispersivo e lungo, la parte inerente i rapporti Sanpei/Aiko/Padre è assolutamente “paccosa” e superflua, la cattura del “mostro” senza pathos. Mentre nel film di Miike si avvertiva una sorta di “passione”, di “euforia” che trascendeva lo schermo, qui m’è parso tutto molto piatto e privo di “anima”. Nemmeno le musiche sono state rispettate, tutto nuovo (mentre Miike aveva riprodotto fedelmente persino gli stacchetti). I personaggi non godono di grande caratterizzazione: Sanpei ed Ippei sono molto somiglianti agli originali, mentre Gyoshin è ridotto a mera macchietta (nell’anime era un carismatico pescatore, latore di mille saggi consigli, qui sembra un pagliaccio), Aiko, da personaggio secondario, molto poco presente nelle 109 puntate del cartone animato (interpretata Yuu Kashii da già vista nel buon “
Linda Linda Linda” e in “
Death Note”), diventa protagonista indesiderata, Yuri (qui Yurippe) al contrario protagonista nel cartone, scompare dopo pochi minuti dall’inizio della pellicola. La cattura del “mostro” (misto tra varie puntate della serie animata, tipo la 2 e la 74) è un mero pretesto per il riavvicinamento dei fratelli. Forse la mano leggera di Takita non era la più adatta per questa trasposizione. Troppo sentimento e poca “pesca”. Bellissimo lo scenario della valle dello Yonaki!
VOTO 5,5
© Tutti i diritti riservati
.