LA VALLE DELLA PAURAAutore: Arthur Conan Doyle
Data di edizione: 1915“Restammo così in silenzio per minuti interminabili, mentre quegli occhi carichi di destino sembravano lacerare il velo col fuoco delle loro pupille”.Tra tutti i romanzi di Conan Doyle che ho avuto modo di leggere nel corso degli anni “la valle della paura” è senza alcun dubbio il più sconvolgente(devo essere sincera, non mi aspettavo un simile colpo di scena finale, chi lo ha letto sa a cosa mi riferisco).
In un misterioso castello abbarbicato su una collina avviene un brutale omicidio, il padrone di casa, il facoltoso signor Douglas, viene trovato assassinato nel suo salotto.
Il suo cadavere è orribilmente sfigurato in viso da un colpo esploso a distanza ravvicinata da un fucile a canne mozze.
Nella lussuosa abitazione si trovavano al momento del delitto la bellissima moglie, il fedele maggiordomo Ames e un vecchio amico di famiglia.
Ma c’è uno strano particolare che colpisce subito il geniale intuito di Sherlock Holmes, al povero signor Douglas manca la fede nuziale, portata via molto probabilmente dal suo assassino.
Su questo misero e insignificante indizio il formidabile detective concentrerà la sua particolare attenzione, fino ad arrivare alla soluzione del caso che, anche questa volta, ha le sue radici in un lontano e terribile passato.
Quarto e ultimo romanzo che ha per protagonista il detective inglese e che chiude la famosa “quadrilogia” iniziata con “Uno studio in rosso”.
Ed è proprio con questo romanzo che si notano le più evidenti affinità, soprattutto nel metodo di narrazione, anche questa volta diviso da Conan Doyle in due parti, la prima interamente concentrata sulla risoluzione del caso e sulle deduzioni logiche di Holmes, la seconda invece tutta incentrata sulla storia della vittima che, come nel precedente romanzo, ha radici nel lontano e selvaggio West.
Ovviamente tutta l’attenzione del lettore viene catturata ancora una volta dalla straordinaria capacità investigativa di Holmes, dalle sue eccezionali doti investigative, dal suo metodo logico, deduttivo e scientifico che ancora oggi viene preso come esempio dai grandi giallisti contemporanei.
Come scritto sopra il finale è sconvolgente, un vero colpo di genio da parte di Holmes(non ve lo racconto casomai aveste voglia di leggerlo).
Della quadrilogia è sicuramente uno dei migliori(se posso stilare una mia personale classifica metterei al primo posto “Il mastino dei Baskerville”, al secondo “La valle della paura”, al terzo “Uno studio in rosso” e al quarto “Il segno dei quattro”) e uno dei libri più affascinanti e scioccanti che abbia mai letto.
Lo consiglio vivamente a tutti gli amanti del giallo, però prima dovete leggervi sempre “Uno studio in rosso”, altrimenti rischiate seriamente di non capirci nulla.
Una piccola nota: in questo romanzo è presente uno dei più acerrimi nemici di Sherlock Holmes, James Moriarty, un vero e proprio demonio salito sulla Terra per portare il suo influsso malefico e che comparirà poi in seguito in altri romanzi di Conan Doyle.
Voto: 7.5