ULTIME NOTIZIE DALLA FAMIGLIA, Daniel Pennac

ULTIME NOTIZIE DALLA FAMIGLIA

Autore: Daniel Pennac
Data di edizione: 1995
Genere: commedia




Ma di quale fine stiamo parlando? Qui non ne vedo nessuna



Sono un amante della famiglia Malaussene, scoprire Pennac per me è stata una rivelazione, c’è stato un periodo della mia vita in cui ho letteralmente divorato i libri della saga della famiglia di Benjamin Malaussene, mi sono fatta trascinare dal vortice della loro simpatia, della loro irriverenza, della loro sagacia, della loro follia, poi ho smesso per un po’, forse perché troppo sazia e ho ripreso oggi, con l’ultimo capitolo dedicato alla famiglia più pazza che esista al mondo.
Prima di tutto è giusto e doveroso fare una puntualizzazione da parte mia, il titolo del libro è piuttosto ingannevole, non si tratta affatto di un racconto conclusivo della saga familiare con tanto di addii e di lieto fine, si tratta di tutt’altro, di un testo che raccoglie due racconti, “Signor Malaussene a teatro” il primo e “Cristianos y Moros” il secondo che non hanno nulla a che vedere con quanto fatto intendere dal titolo(e qui i traduttori si meriterebbero delle buone e sane tirate d’orecchie, non si può fregare in questo modo la gente, lasciatemelo dire).
Il primo racconto non è altro che il rifacimento in veste teatrale del famoso discorso di Benjamin Malaussene al figlio che sta per nascere(chi ha letto il quarto capitolo della saga, “Signor Malaussene”, sa di cosa parlo), racconto che francamente ho trovato inutile, una stanca e banale ripetizione che mi ha annoiata parecchio(non capisco perché Pennac abbia voluto sprecare così inutilmente della carta, non poteva direttamente dedicarsi al secondo racconto oppure sforzarsi un po’ più le meningi e tirare fuori qualcosa di nuovo? Perché questa inutile e banale ripetizione? Non lo so, è una cosa che mi lascia un po’ sconcertata e decisamente incazzata).
Con il secondo le cose migliorano di netto, ecco ritornare il vecchio Pennac in tutto il suo splendore che si cimenta magistralmente in racconto inedito che inizia con il Piccolo che si precipita in camera di Benjamin e gli domanda con gli occhioni spalancati: “Chi è mio padre?”.
Da lì in poi comincerà la solita girandola di situazioni, Benjamin per accontentare il timido e fragile fratellastro si rivolgerà al suo amico Loussa di Casamance che gli racconterà come avvenne l’incontro tra la madre e il padre del Piccolo, una storia la loro ovviamente fuori dal comune, fatta di situazioni surreali, di personaggi ancor più surreali, di ironia e di colpi di scena.
Un racconto in vecchio stile Pennac dove humor, personaggi strani e situazioni al limite del grottesco si fondono alla perfezione fino a formare un delizioso e surreale ritratto di una famiglia francese al di fuori di ogni regola.
Se Pennac si fosse limitato solo a questo racconto il mio giudizio sarebbe stata pienamente positivo(il secondo racconto racchiude in sé tutte le peculiarità che mi hanno portata ad ammirare questo irriverente e geniale scrittore), ma ha rovinato tutto con quell’inutile ripetizione iniziale che, come ripeto, non c’entrava assolutamente nulla.
Sono in parte delusa, devo essere sincera, rispetto a tutta la saga dei Malaussene è un bel passo indietro, però c’è da dire che il secondo racconto vale completamente il prezzo del libro.
Peccato davvero per la ripetizione iniziale della quale non si sentiva davvero nessun bisogno(se Pennac avesse sfruttato meglio quello “spazio” a quest’ora staremmo qui a parlare del suo ennesimo capolavoro).
Consigliato solo agli amanti(e soprattutto ai conoscitori) della saga di Benjamin Malaussene.

Voto: 5.5