"THE INNKEEPERS" (2012, USA) di
Ti WestSara Paxton (Claire), Pat Healy (Luke), Kelly McGillis (Leanne Rease-Jones, medium), Brenda Cooney (Madeline O'Malley), George Riddle (anziano)
Claire e Luke sono due ragazzi, lei esile e goffa biondina, lui occhialuto, ciarliero e cinico, che lavorano al Yankee Pedlar Inn, antico albergo che è giunto alla fine dei suoi giorni, poiché quello che si appresta a venire è l’ultimo weekend di attività prima della chiusura definitiva. Gli ospiti del Pedlar sono una signora con bambino e un’ex attrice e novella medium; a questi si aggiungerà un vecchio signore. Le ore trascorrono veloci, tra scherzi, passaggi al PC, chiacchierate ed indagini fantasmagoriche; si perché Luke, amante del mondo degli spiriti dice di aver incontrato varie volte il fantasma che infesta l’albergo, quello di Madeline O’Malley. Claire partecipa con fervore a queste ricerche e si presta a fare rilevamenti in varie zone dell’edificio; un paio di volte le sembra anche di venire in contatto con qualcosa..
Ti West è un giovane regista che s’era già fatto ben notare con “
The house of the devil” e questa volta era atteso ad una riconferma; dirige, sceneggia e monta un film diverso dal solito, curandone il più possibile l'aspetto complessivo. Scordatevi gli horror superadrenalinici cui la major ci hanno abituato negli ultimi anni, quelli pieni di azione, sangue a secchi, carnazza, spiegoni e cattivo gusto; qui abbiamo un film raccolto, costruito con pazienza e passione, che cresce piano ma inesorabile come la morte. Ti West procede per accumulo, ci mostra i due giovani intenti nelle loro occupazioni, aggiunge lunghe carrellate per i corridoi dell’albergo (tranquilli, niente telecamera a mano che balla e da voltastomaco), crea attesa, inserisce uno spavento (che m’ha fatto saltare e m’ha ricordato una scena similare in “
Ju-on”) e poi di nuovo panoramiche sulle stanze, attesa (ma non angosciosa, rilassata e silenziosa perché il tutto sembra scorrere placidamente), sino all'esplosione finale. Ci troviamo immersi in un sonoro minimale, molto soffuso, in modo da poter cogliere “i rumori” del fantasma, rumori che non arrivano quando te li aspetteresti ma fuori dalla spirale di suspence. La telecamera indugia sulle attività dei due protagonisti, ma non con inquadrature dal loro punto di vista, bensì da quello di ciò che potrebbe esser nascosto nel buio. Ci scappano poi parti molto semplici e suggestive come quella della discussione con il signore anziano o quella della spazzatura che m’ha ricordato una scena in qualche modo similare di "
Mullholland Drive". Poi Claire sente e vede qualcosa che non dovrebbe esistere, chiede aiuto alla medium la quale scoperchia il vaso di Pandora e l’azione negli ultimi 20 minuti si fa più frenetica: arrivano un paio di spaventi “da 90”, la scena nella cantina ed il finale che ti lascia in sospeso per diversi secondi, lì, alla fine di quel corridoio, davanti a quella porta aperta.. Segnalo l'ottimo e spaventoso trucco dello spettro! Discreti gli attori, tra i quali si nota Kelly McGillis che è invecchiata proprio male. E’ un buon prodotto, costruito con cura; non metto bocca per quanto riguarda la lunga creazione del climax, ma un paio di spaventi in più, vista l’efficacia di quelli presenti, potevano tranquillamente esser inseriti senza guastare nulla del risultato finale. Temo che al pubblico, lobotomizzato, di oggi possa piacere poco..
VOTO 6.5
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Facci sapere! Comunque a breve dovrebbe passare pure nei cinema italiani..