LA DONNA IN NEROAutore: Susan Hill
Genere: horro
Data di edizione: 1983
“Il terrore è una nebbia avvolgente come un sudario, una palude silenziosa, il gemito del vento, il gracchiare di orridi uccelli, uno scalpitio lontano, un fruscio di vesti...una donna in nero”Vigilia di Natale.
Un uomo, patriarca di una bella e nobile famiglia, viene con insistenza spronato a raccontare una terrificante storia di fantasmi, come è tradizione di quel giorno.
Non vorrebbe farlo, ma alla fine viene costretto dalle continue pressioni degli astanti.
Il fatto da lui raccontato risale a un passato molto lontano e narra di ciò che accadde a un giovane e inesperto avvocato, Arthur, incaricato dal titolare dello Studio Legale per il quale lavora a condurre a termine delle disposizioni testamentarie di una anziana e solitaria signora, Mrs. Drablow.
Arthur giunge nel paesino di campagna per assistere al funerale, poi si trasferisce a Eel Mars House, vetusta e inquietante dimora dell’anziana signora.
Nel paese tutti sembrano aver paura, tutto è circondato da un fitto alone di mistero e inquietudine e Arthur si accorge ben presto che gli abitanti di quel piccolo e sperduto paese nascondono qualcosa di terrificante. Il mistero che avvolge quel piccolo paese sembra racchiuso nella figura di una misteriosa donna vestita di nero presente al funerale della signora Drablow e che, al suo apparire, provoca la morte di un bambino del paese.
Chi è costei? Quale maledizione porta dietro con sé? Arthur si troverà suo malgrado a indagare sulla vicenda e a vivere così un incubo che segnerà per sempre la sua vita e quella dei suoi cari…
Mi sono avvicinata con molta freddezza a questo romanzo(di solito non mi fido dei best-seller contemporanei osannati come capolavori dalla critica mondiale), ma devo dire che il mio scetticismo era infondato, ho apprezzato davvero molto questa breve e scorrevole ghost-story, un’affascinante storia di amore materno trasformatosi in odio, rancore e desiderio di vendetta, una scrittura vivida, che rende alla perfezione l’inquietudine del luogo, la nebbiosa brughiera inglese(anch’io come altri sono rimasta affascinata e profondamente colpita dalle descrizioni che la Hill ci regala del luogo, davvero incantevoli), un finale triste e terribilmente amaro.
Una storia di fantasmi in vecchio stile(chiunque sia appassionato del genere vi troverà sicuramente molti rimandi a Edgar Allan Poe e a Howard Philips Lovercraft), che ti cattura, che ti inquieta, che ti fa respirare l’odore malsano delle paludi, che ti fa provare sulla tua pelle il gelo della brughiera, che ti avvolge con quella sottile spirale di paura.
Se siete appassionati di ghost-story del genere cosiddetto classico, vi consiglio vivamente la lettura, non ne rimarrete delusi.
Voto: 7