L'UCCELLO CHE GIRAVA LE VITI DEL MONDO, Haruki Murakami

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view post Posted on 29/2/2012, 18:53
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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L'UCCELLO CHE GIRAVA LE VITI DEL MONDO

Autore : Haruki Murakami
Genere: Romanzo
Data di edizione: 1995


9788806188177g

Di Lynch ce n’è uno solo…

Tutti lo vogliono imitare, ma il più delle volte i risultati che ne escono fuori sono pessimi.
Murakami l’ha fatto diverse volte, in alcune ne è uscito vittorioso(After Dark”, “Il paese delle meraviglie”), in altre invece miseramente sconfitto, come in questo caso.
Ho letto che alla maggior parte degli utenti di questo social network letterario è piaciuto, a me francamente no e vi dirò di più, tra quelli che ho letto finora è indubbiamente il peggiore.
Toru Okada è un giovane disoccupato che si occupa regolarmente, mentre la mogliettina è al lavoro, delle faccende domestiche(in parole povere è un casalingo disperato ma non troppo).
La sua noiosa routine viene scombussolata da un fatto strano, l’amato gatto della moglie, Wataru, scompare misteriosamente.
Mentre tenta di ritrovarlo, riceve una strana telefonata, una donna che comincia a molestarlo sessualmente(come se fosse una cosa che accade tutti i giorni…).
Uscito di casa alla ricerca del gatto, ecco che s’imbatte in alcuni bizzarri personaggi(May Kasahara, un’adolescente che ha deciso di non frequentare più la scuola e di lavorare per una strana società di sondaggi, il luogotenente Mamiya, che racconterà a Toru tutte le sue vicissitudini militaresche, Malta Kano, una medium che ha cambiato nome dopo una breve permanenza sull’omonima isola, la sorella Creta, sua aiutante e, come si definisce lei stessa, una “prostituta della mente”, Nutmeg Akasaka, una misteriosa donna e suo figlio Cinnamon Akasaka, muto dall’età di sei anni), con i quali vivrà storie ed esperienze diverse, in una girandola di situazioni al di fuori del reale e all’insegna del grottesco e del surreale.
Lettura che mi ha ricordato molto il capolavoro di David Lynch, “Mullholand Drive”,(film che tra l’altro asdoro), una girandola infinita e continua di personaggi e di situazioni diverse, girandola che finisce per accalappiare il lettore al collo con una specie di cappio invisibile e strangolarlo.
Senza alcun dubbio ho apprezzato le prime due parti di questo immenso romanzo(la bellezza di quasi ottocento pagine), mi è piaciuta quell’aurea di mistero, di intrigo, di suspense che si dipana dalla misteriosa telefonata iniziale, ma poi si trasforma in tutto in un’accozzaglia di situazioni, di personaggi, di storie, di racconti che alla fine, oltre ad avermi fatto venire un forte mal di testa, mi ha alquanto irritata.
Il colpo di grazia finale si ha con la terza parte, a mio modo di vedere assurda, una raccolta di storie, di personaggi e di situazioni fuori dal reale(l’uccello-giraviti che diventa miracolosamente dotato di poteri paranormali, il protagonista che entra in una terza dimensione e ci ritrova, non si sa come, la moglie) che mi hanno davvero sconcertata.
Il finale poi mi ha lasciata perplessa, troppo affrettato, quasi come se Murakami, arrivato a un certo punto della narrazione, si fosse stancato e avesse deciso di concludere il più in fretta possibile.
Mi ha davvero delusa questo romanzo, chi mi conosce sa quanto stimi profondamente Murakami, quanto lo reputi uno dei migliori(se non il migliore) autore contemporaneo, ma per me questa volta ha davvero esagerato , si è lasciato troppo prendere la mano creando una storia troppo complessa, troppo arzigogolata, con troppi personaggi e situazioni che si sovrappongono tra loro.
Gli conferisco mezzo voto in più per il suo stile, sempre impeccabile, ma comincio seriamente a provare un forte senso di nostalgia verso il Murakami di “Norwegian Wood”, ho il timore che un capolavoro di tale portata non uscirà più fuori dalle sue mani(per la serie “Paganini non ripete”).
Peccato, davvero.

Voto: 5
 
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