LA CHIAVEAutore: Junichiro Tanizaki
Genere: letteratura erotica
Data di edizione: 1940
Dimenticate le chiappe della Sandrelli……se potete(so che è difficile, ma perlomeno provateci. :-P).
Il più famoso romanzo di Tanizaki deve la sua fama nel nostro paese soprattutto all’omonimo film di Tinto Brass con protagonista la verace Stefania ma, detto tra noi, con il suddetto film non ha nulla a che vedere.
E’ un lungo diario di due coniugi ormai maturi, Ikuko e che raccontano giorno dopo giorno le loro esperienze e le loro più recondite fantasie erotiche.
La chiave che da il titolo al romanzo è l’oggetto che permette ai due coniugi di venire a conoscenza delle rispettive fantasie(la moglie viene a conoscenza del diario del marito proprio grazie a una chiave lasciata sbadatamente incustodita dal consorte ).
Il divario tra i due è fin da subito evidente, lei, Ikuko, è una donna tradizionalista, molto legata all’educazione ferrea che i suoi genitori le hanno impartito fin dalla nascita, un’educazione che si ripercuote anche sulla sua vita sessuale(al marito non è permesso vederla nuda, non è permesso baciarla al di sotto della vita, non gli è permesso accarezzarla), un’educazione rigorosa la sua che la porta a fare l’amore come le hanno insegnato i suoi genitori, ossia nella totale sottomissione al marito(qualsiasi iniziativa da parte sua non è permessa, è l’uomo che comanda a letto, è lui cui deve sottostare), lui, Toshiko, è un uomo dalle idee moderne, appassionato, virile, che si strugge ogni giorno per non riuscire a soddisfare pienamente la moglie(e chi ci riuscirebbe, penso che in questo caso sarebbe una battaglia persa in partenza anche per uno come Rocco Siffredi…).
Di conseguenza l’insoddisfazione è anche la sua perché trova davanti a sé non una donna ma un muro fatto di pregiudizi, di idee antiquate contro il quale deve ogni santa notte scontrarsi.
Quest’insoddisfazione si tramuterà ben presto in ossessione, soprattutto con l’entrata in scena di Kimura, un giovane bello e baldanzoso che, udite udite, attirerà le attenzioni della moglie(e meno male, temevo di avere davanti un robot e non un essere umano).
Toshiko approfitterà così degli stati confusionali cui è soggetta la moglie(Kimura le farà perdere completamente la testa) per fare tutto ciò che non gli è stato finora mai permesso (ritrarla nuda, baciarla nei punti dove lui desidera e soprattutto fotografarla in pose oscene), Ikuko, dal canto suo, si abbandonerà alle voglie sessuali(ovviamente platoniche, che sia mai…) che il suo caro Kimura le ispira.
Non conoscevo Tanizaki e devo dire che, da amante di letteratura erotica, ne sono rimasta piacevolmente colpita, questo breve romanzo è a modo suo un piccolo capolavoro nel quale si intrecciano amabilmente psicologia umana, erotismo soffuso, tradizioni e usanze dell’antico Giappone e un pizzico di filosofia.
Tanizaki con il personaggio disinibito di Toshiko lancia una critica verso la rigidità culturale del Giappone del dopoguerra, rigidità impersonata dal personaggio di Ikuko, verso la quale il marito prova una forte passione unita a una forte gelosia che, alla fine, lo porteranno all’autodistruzione.
Francamente mi è dispiaciuto constatare come, alla fine, tra i due a vincere sarà proprio Ikuko, ma sono rimasta davvero colpita dallo stile elegante di Tanizaki e dalla sua poetica.
Un racconto molto interessante, raffinato, psicologico, che si legge in brevissimo tempo, in parte parecchio attuale nonostante sia stato scritto più di mezzo secolo fa, ma che deve piacere.
Leggerò sicuramente altro di Tanizaki, per il momento promuovo questo suo breve libro a pieni voti.
Voto: 7.5
