AVEROIGNE, Clark Ashton Smith

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view post Posted on 21/3/2012, 19:22
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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AVEROIGNE

Autore: Clark Ashton Smith
Genere: Fantasy
Data di edizione: 1931




“La giornata stessa aveva quella particolare atmosfera dei momenti nei quali i cuori che avvertono l'insorgere di un inconfessato amore, sono propensi a vagare senza meta... all'infinito”

Ci sono autori che godono di una fama quanto mai immeritata, altri invece sono stati troppo presto abbandonati nel dimenticatoio…purtroppo questa è la dura legge del mondo letterario e non solo.
Clark Ashton Smith è uno di questi, uno dei più grandi scrittori di fantasy, horror e fantascienza conosciuto solo perché amico di Howard Philips Lovercraft.
Per la maggior parte della sua vita ha vissuto in isolamento a Auburn, in California, è stato prevalentemente un’ autodidatta(ha frequentato solo la cosiddetta scuola dell’obbligo),un uomo profondamente colto e intelligente, oltre che molto sensibile.
Nato come poeta, deve la sua fama alla grande amicizia e al profondo sodalizio con Howard Philips Lovercraft(con il quale collaborò per “I miti di Chutulu”) e con altri grandi autori come Robert E.Howard e Hoffmann Price ma, come tanti altri grandi artisti prima di lui, i riconoscimenti sono venuti tutti dopo la sua morte.
Smith è stato un innovatore del genere fantasy-horror, un talento unico e inclassificabile nel campo della letteratura fantastica, una mente geniale e visionaria e questo suo ciclo di racconti intitolato “Averoigne” ne è una prova.
Averoigne è una regione immaginaria situata a sud della Francia.
Siamo in pieno Medioevo(nel 1138, per l’ esattezza) e i racconti si svolgono tutti nella città fortificata di Vyones, la capitale della regione, sede dell’arcivescovo.
La bellissima città, sormontata da una magnifica cattedrale gotica, è circondata da un inquietante e fitta foresta dove, narra la leggenda, vivano delle misteriose e terribili creature.
L’arcivescovo, preoccupato per le sorti della sua città, incarica un uomo di far luce sui misteri che si nascondono dentro l’inquietante foresta; ed ecco che l’uomo è costretto ad affrontare, uno dopo l’altro, le terribili insidie che si nascondono nella foresta(narrate in ogni racconto), da fantasmi a stregoni, da inquietanti e bellissime streghe incantatrici a esseri soprannaturali come vampiri e lupi mannari.
Le analogie con Lovercraft e i suoi Miti di Chutulu sono ovviamente molteplici, ma a mio parere Smith aveva una capacità maggiore di creare tensione nel lettore, i suoi racconti sono, sempre a mio modesto parere, molto più terrificanti e angoscianti di quelli presenti nella raccolta dedicata ai miti di Chutulu, è in grado di saper descrivere le passioni umane in modo più profondo( i due splendidi racconti, L'incantatrice di Sylaire" e “La santità della Azédarac ne sono una prova), di descrivere l’ambiente circostante in modo molto più dettagliato(le descrizioni della foresta spettrale sono assolutamente meravigliose).
Ovviamente non manca l’intento moralistico, quello da parte di Smith di criticare la Chiesa Cattolica Medioevale, vista dallo scrittore come un coacervo di ipocrisia, di lussuria, di corruzione(il suo pensiero su papi, cardinali, vescovi e sacerdoti è molto simile a quello di Dante Alighieri ne “La Divina Commedia”).
Dodici racconti fantasy-horrorifici incantevoli, di grandissimo livello che consiglio a tutti coloro che sono appassionati del genere( ma purtroppo c’è da dire che questo libro, così come la maggior parte delle sue opere, è di difficile reperimento, si può trovare solo in formato digitale su qualche sito on-line o, se siete fortunati, su qualche bancarella o tramite un sito di compra-vendita di libri e, lasciatemelo dire, la trovo una cosa vergognosa, è inconcepibile che un autore di così talento sia stato gettato così nel dimenticatoio…negli anni’80 solo la Fanucci pubblicò qualche sua opera, dopodiché ci fu il silenzio più assoluto, silenzio che, purtroppo, dura tuttora), ma soprattutto che consiglio a tutti coloro che non conoscono quest’autore, preparatevi a rimanerne incantati, a rimanere incantati dal suo stile elegante e raffinato, dal suo linguaggio ricercato, dal fascino inesprimibile che viene fuori da ogni sua singola parola, dalla bellezza delle sue descrizioni, dalla sua visionarietà.
Un grandissimo autore che, spero, possa un giorno avere il tributo che merita(a tutti i fan di Lovercraft, abbandonate ogni tanto il vostro pupillo e dedicatevi un po’ al suo amico e collaboratore, anche lui merita attenzione).
Chiudo con questa bellissima poesia di Smith(perché lui era prima di tutto un poeta, un grandissimo poeta) che racchiude al meglio l’inquietante bellezza dei racconti del ciclo di Averoigne:

Averoigne

Ad Averoigne, l'incantatrice tesse
arcane formule magiche che invitano un sole alieno,
o che trascinano giù la luna di Ecate
verso le torri incappucciate di edera.
La sera, dalle loro buie tane,
le vipere strisciano obbedienti, per essere
i messaggeri della sua maledizione;
e i filtri, sgorgati da foglie ingrassate sulle tombe,
colano attraverso i suoi setacci d'argento.

Ad Averoigne, bruni fantasmi emersi
da fossi pestilenziali e da laghi stagnanti
scivolano tra la festa sfarzosa
entro città fuori dal tempo illuminate da torce di fuoco.
Per la morte come per la nascita, il fragore
di campane immutabili ambiguo
continua, mentre satiri scolpiti emettono
dalle bocche di pietra oscura e maligna
un gemito silenzioso e senza fine.

Ad Averoigne attende il mago.
Cosi profondo è il silenzio nella sua cella,
conosce le monarchie infinite
che camminano col tuono, echeggiante
nei castelli di ferro oltre la luna,
rapidamente circondate dall'eternità
e ascolta gonfiarsi le risa bisbetiche
degli Dei che progettano l'era maledetta
e le guerre che i soli dovranno iniziare.

Ad Averoigne la strega canta
accompagnata da lire recuperate da antiche tombe,
e lascia cadere le sue trecce attorcigliate
davanti a un vetro negromantico.
Ella vede passare i suoi amanti
nel sangue estratto dalla vena,
debolmente essi piangono verso di lei, e tutto
il dolore che trovano, la beatitudine che cercano,
è riverberato nelle corde consunte
che narrano di antiche cose.

Titoli dei dodici racconti presenti nella collana

-Il satiro(racconto breve)
-Il mostro dell'Averoigne (racconto breve)
-La santità di Azeradac (racconto breve)
-La fine della Storia (racconto)
-Un rendez-vous in Averoigne (racconto)
-L'incantatrice di Sylaire (racconto)
-Il ritrovamento di Venere (racconto breve)
-Il colosso di Ylourgne (racconto lungo)
-La città della fiamma cantante (racconto lungo)
-Cineserie (racconto breve)
-Il nono scheletro (racconto breve)
-Lo specchio nella sala di ebano (racconto breve).

Voto: 8.5
 
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view post Posted on 28/3/2012, 02:02
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Sapiente Malizioso
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Gran bel commento; Clark Ashton ti ringrazierebbe.. :) Lui è nelle mia triade "magica" con Vance e Hodgson, quindi io sono di parte, per me è fenomenale! :D Purtroppo ho letto solo alcuni dei racconti inclusi qui (quelli che erano compresi nelle raccolte MEB), mi auguro di recuperare "Averoigne" oppure che qualcuno ristampi tutto.. (un bel Mammuth della Newton sarebbe chiedere troppo?)
Dalla lista vedo che conosco il quarto, il quinto, l'ultimo e soprattutto "La città della fiamma cantante" che io conosco col titolo "La città della fiamma musicale" che trovo racconto meraviglioso, a mio parere tra i suoi 3-4 migliori. E' intrigantissimo, opulento, finemente cesellato: il protagonista che mette il piede in fallo e si trova in quello strano "posto", dimensione "parallela", la gente che va incolonnata sino alle mura della città, la musica che si ode ovunque, la suspence che sale, la descrizione del Tempio del Fuoco, le fiamme verdastre..
 
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1 replies since 21/3/2012, 19:22   481 views
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