QUANDO ALICE RUPPE LO SPECCHIO, Lucio Fulci

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 25/5/2012, 15:11
Avatar

Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
oscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscar

Group:
Letterato Classico
Posts:
25,264
Location:
Civita Vetula

Status:


QUANDO ALICE RUPPE LO SPECCHIO(Italia 1988) di Lucio Fulci con Brett Halsey, Zora Kerova, Al Cliver, Sacha Darwin, Ria De Simone, Marco Di Stefano, Maurice Poli.

rcCWHaoCJrphwi7jMals6Nh9h5h

Lester Person è un uomo molto affascinante e raffinato, ma amante della solitudine. Vive in una elegantissima villa con l'unica compagnia del suo gatto Reginald. A guardarlo sembrerebbe una persona come tante altre, se non fosse per un paio di particolari o, per meglio dire, vizi. Il primo vizio che possiede è quello del gioco...sperpera ingenti somme di denaro puntando su cavalli che puntualmente perdono e giocando a poker. L'altro vizio è quello dell'omicidio...per sopperire alla mancanza di denaro(a forza di giocare dilapida tutto il suo patrimonio, finendo sul lastrico) aggancia delle giovani vedove nelle rubriche dei cuori solitari dei giornali e, dopo averle sedotte e filmate, le massacra e se ne ciba.
Omicidi perfetti, compiuti a passi di musica classica, senza lasciare alcuna traccia… Lester è veramente puntiglioso in tutto ciò, se non fosse che un misterioso e maldestro killer emula le sue “imprese”, colpendo nelle stesse ore donne molto somiglianti e lasciando dietro di sé tracce evidentissime che piano piano restringono il cerchio.
Lester terrorizzato cambia più volte look: lo vediamo ora tagliarsi la barba, ora cambiare colore dei capelli e forma degli occhiali...
Chi è il misterioso killer? E perché lo emula?


Finora la peggior opera di Fulci che abbia visto(nemmeno Aenigma raggiunge livelli così bassi), una film che alla fine non si rivela né un horror né tantomeno un noir, ma uno strano ibrido che a tratti fa anche ridere per quanto è pacchiano(come per esempio la scena dei piedi nel bagagliaio).
Ci sono parecchie scene splatter(cadaveri fatti a pezzi con una motosega e passati nel tritacarne, teste cotte nel forno a microonde, budella che fuoriescono dal malcapitato barbone finito sotto le ruote della macchina di Lester), ma è impossibile, per chi è abituato a scene di questo tipo, non cadere nell’ilarità(si vede chiaramente che si tratta di manichini e certe scene poi sono di un’ingenuità disarmante).
Nella seconda parte si tenta di risollevare un po’ le sorti del film abbandonando lo splatter e analizzando il cosiddetto tema del doppio(molto amato sia al cinema che in letteratura) ma lo si fa in modo talmente confusionario e poco credibile da non suscitare la benché minima emozione.
Il finale poi l’ho trovato assolutamente ridicolo, anche se inaspettato.
Davvero brutto, mi aspettavo decisamente di più(forse sono io che non l’ho capito, fatto sta che mi sono annoiata a vederlo e anche parecchio).

Voto: 5
 
Top
view post Posted on 20/2/2013, 19:17
Avatar

Sapiente Malizioso
oscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscar

Group:
Admin
Posts:
17,223
Location:
Pianeta Tschai

Status:


L'ho rivisto ieri sera dopo la prima visione un paio di mesi fa, poi ho fatto alcune brevi ricerchine per capire il perchè di questo film e dopo averci rimuginato sono pronto per un paio di righe. :sorry.gif:
Questo film era originariamente destinato alla TV per la serie "Lucio Fulci presenta" e fu girato contemporaneamente a "Il fantasma di Sodoma".
Il tema è quello dell'assassino che uccide ma vuole comunque essere fermato, situazione d'impossibile realizzazione dovendo combattere con se stessi (o, in questo caso, con una specifica parte di se). Il richiamo al famoso flm di Bergman nel cognome (Person=Persona) del protagonista e del tema generale è tocco di classe del maestro.
Il soggetto non è da cestinare e la sceneggiatura non è malvagia, poteva anche portare ad un risulstato migliore, quel che manca, a mio avviso, è la messa in scena. Questa carenza è riconducibile al fatto che il budget per la pellicola era misero (si parla di 180 milioni) ed il tempo per girarla poco; ergo, il caparbio Fulci ha dovuto lavorare di "mestiere" per imbastire qualcosa di dignitoso. La sensazione di noia che si ha a tratti mi pare quindi dovuta al fatto che il brodo dovesse essere allungato costringendo il buon Lucio ad insistere con piano-sequenza, in soggettiva, riempitivi. Le scene splatter sono di discreta fattura (la scena del forno omaggia "Rosso sangue" di Joe d'Amato/Aristide Massaccesi) ed il finale insolito è comunque d'impatto.
Ho avuto l'impressione che fosse un prodotto incerto su quale strada prendere, forse perchè pensato per un altro attore (?). Brett Halsey è dignitoso, ma nelle scene dei valzer risulta goffo più che simpatico.
Il titolo fa rifermento a una frase di Virginia Woolf tratta da "Conversazioni"; qualcuno invece indica che potrebbe trattarsi dello specchio presente nel bagno e del nome di una delle vittime. Alcune scene da questo film furono riutilizzate, sotto forma di flashback, in "Un gatto nel cervello". Considerate le attenuanti non mi sento di dargli un'insufficienza piena.

VOTO 5,5
 
Top
1 replies since 25/5/2012, 15:11   57 views
  Share