VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTEAutore: Louis Ferdinand Celine
Data di edizione:1932
Genere: semi-autobiografico“Un Dio che conta i minuti e i soldi, un Dio disperato, sensuale e brontolone come un porco. Un porco con le ali dorate che casca dappertutto, pancia all'aria, pronto alle carezze, è lui, nostro padrone. Baciamoci!”
Quello di Celine è stato un triste destino, molti lo definirono “la vergogna della letteratura francese”, la critica e il pubblico, specialmente quello francese, non l’hanno mai amato, soprattutto per i suoi trascorsi(sulla sua testa incombeva un’accusa per collaborazionismo e fu costretto a vivere in esilio fino alla fine della seconda guerra mondiale) .
Alcune sue opere infastidiscono molti perché caratterizzate da un forte anticomunismo e antisovietismo, ma meritano di essere lette per la bellezza e la maestosità che emanano.
“Viaggio al termine della notte” è senza alcun dubbio uno dei libri più belli che mi sia capitato tra le mani…è stata una fatica enorme finirlo, devo ammetterlo, molte volte sono stata tentata di lasciarlo, ma non ce l’ho fatta, me ne sarei sentita in colpa per tutta la vita.
Un’opera immorale, provocante, blasfema, ogni sua pagina è ricca di cinismo e di cattiveria, ma anche di una dolcezza infinita, uno di quei libri che, arrivati alla fine, ti lasciano dentro un senso di tristezza indicibile.
Un lungo monologo, una sorta di diario di viaggio dell’autore che parte da un’Europa dilaniata da un conflitto mondiale, prosegue senza sosta attraverso l’Africa e l’industrializzata America e si conclude nella Francia del dopoguerra.
Celine, come un novello Jonathan Swift, racconta con cinismo e sarcasmo tutto ciò che gli capita davanti, dalle tristi fabbriche di Detroit alla vita tribale africana, concentrandosi soprattutto sulle sottoculture dei poveri ed è un maestro nel caratterizzare la follia dell’essere umano, in questo caso rappresentata dalla guerra.
Cio che più mi ha colpito è il suo pessimismo, la sua negatività, Celine non lascia scampo alla possibilità un giorno di salvarsi, di redimersi, tutto, secondo lui, è destinato irrimediabilmente a cadere in un fondo senza baratro(in questo mi ricorda molto qualcuno di mia conoscenza…).
La realtà vista attraverso i suoi occhi è una realtà infima, sordida, crudele, senza speranza, senza ottimismo…Bardamu si ritrova nella realtà della guerra senza capire perché, ci sono donne che sono sempre schierate dalla parte del più forte, ci sono amici che poi tanto amici alla fine non lo sono, ogni personaggio descritto in questo romanzo lascia nel cuore di ogni lettore un senso di negatività che è veramente difficile scrollarsi di dosso.
Un’opera densa di significato, un’opera che ti investe, che provoca nel lettore una serie di reazioni emotive che lo rendono un libro unico.
Ci sono dei momenti in cui si ride, momenti in cui ci si sente schifati, momenti in cui si è costretti a riflettere su ciò che siamo e su ciò che stiamo vivendo.
Un vero e proprio viaggio nella disperazione, nella follia umana, un’esperienza che ogni lettore dovrebbe fare, ma si ha bisogno di tanta, tanta pazienza, perché a volte proseguire oltre è difficile, molto difficile.
Voto: 7.5
Edited by La Dama in Nero - 27/6/2012, 18:46