NON SI DEVE PROFANARE IL SONNO DEI MORTI, Zombi italo-spagnoli!

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view post Posted on 28/6/2012, 01:25
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Sapiente Malizioso
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"Non si deve profanare il sonno dei morti" (“Let sleeping corpses lie”, "Don't open the window", "Da dove vieni?", ITA/SPA, 1974) di Jorge Grau

Ray Lovelock (George), Edna Simon (Christine Galbó), Arthur Kennedy (L’ispettore), Jeannine Mestre (Katie Madison), José Ruiz Lifante (Martin Madison)

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George, in sella alla propria motocicletta, si sta recando in vacanza presso la sua abitazione di Windermere; ad un distributore una donna, Edna, gli danneggia la motocicletta. George in cambio le chiede un passaggio. Edna si sta recando al cottage della sorella Katie a Southgate e George acconsente a passare prima da lei. Travagliato sarà il raggiungimento della meta poichè Edna ha visto quei luoghi solo una volta; dovranno fermarsi per chiedere indicazioni. George si informa parlando con un contadino presso il quale alcuni inviati del governo stanno provando un macchinario a radiazioni ultrasoniche per l'eliminazione di insetti e parassiti. Mentre aspetta, Edna subisce il tentativo di aggressione da uno strano tizio caracollante, ma all’arrivo di George l’individuo è sparito. I due ripartono alla volta del cottage. Nel frattempo la sorella di Edna, Katie, è alle prese col marito fotografo, Martin: egli deve controllarla poichè tossicodipendente. Mentre Martin si sta preparando per una serie di fotografie all’aperto, Katie viene aggredita dal medesimo losco figuro che ha assalito la sorella, ma è scaltra e riesce a correre dal marito; giunge anche il malintenzionato e durante la colluttazione che ne segue, Martin è ferito a morte. Katie è disperata, però giungono Edna e George a salvare la situazione. La polizia arriva sul luogo del misfatto e l’ispettore incaricato ha subito dei dubbi riguardo ad Edna e George ai quali ordina di non allontanarsi dalla cittadina. La realtà è un’altra, ben più fantastica e pericolosa e non tarderà a manifestarsi.

Spoiler
Pellicola di ovvia derivazione romeriana, riesce a essere discretamente originale (non c’è il solito “assedio” ad un edificio) senza dimenticare di inserire tematiche ecologiche (il rispetto della natura è il motivo di fondo) e sociali (le istituzioni sono sorde per quanto riguarda il ”bene comune”).
I morti tornano in vita tramite le onde ultrasoniche (benchè nella scena della cripta uno di loro ne porti in vita altri due versandogli un pò di sangue addosso) usate dall’agricoltura locale e sono piuttosto resistenti, molto forti ed ovviamente golosi di interiora umane. L'eliminazione completa avviene solo tramite il fuoco. George ed Edna sono gli unici che capiscono e si sforzano in tutti i modi di aggiustare la situazione, cercano di far prendere coscienza del fatto alle forze locali, ma l'ispettore del luogo è la summa dell'intransigenza, dell’arroganza e dell'ottusità della polizia, (dirà al giovane e capelluto George: “siete tutti uguali voi luridi capelloni: abiti da finocchi, droga, sesso e pronti a ogni sudiceria!”), invece di dare una mano a dipanare la matassa sarà solo di impedimento! Nel pre-finale, di pregevole fattura, l’ospedale verrà invaso, Edna infettata e George ucciso da quei poliziotti che aveva cercato di avvertire in tutti i modi. Ma non è finita (e qui si poteva inscenare qualcosa di più maestoso e ficcante), perché il macchinario ad onde soniche riporterà in vita George che si prenderà una piccola rivincita contro le istituzioni uccidendo l’ispettore.

Co-produzione italo-spagnola a basso budget costruita più sull'atmosfera suggestiva ed incerta che sull’azione frenetica, con una discreta sceneggiatura che si stacca da molti clichè e si avvale della deliziosa e misteriosa campagna inglese per amalgamare il risultato finale. Il plot scorre tranquillo, cupo e gradevole, le apparizioni degli zombi sono centellinate ad arte (mai masse numerose; all’inizio solo uno, poi in gruppi di tre; a riguardo c’è da dire che non sono riuscitissimi quanto a make up ed a volte sono un po’ troppo intelligenti) e si ha la sensazione di stare in una mistery story. Pochi ma ottimi gli effetti gore curati dal sempre bravo Giannetto De Rossi. Non male nemmeno la fotografia, che alterna sapientemente il rigoglio della natura all’ombrosità dei luoghi costruiti dall’uomo. Misurata e di una certa eleganza formale la regia di Grau, Bella prestazione di Lovelock (“Murderock”, “Macchie solari”) e non sfigura nemmeno l’eterea Galbó (già protagonista di “Cosa avete fatto a Solange?”). Piccolo cult zombesco da vedere!

VOTO 7

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view post Posted on 29/6/2012, 14:27
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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Ma dove li vai a pescare? :P :D :) ;)
Prendo nota anche di questo. :)
 
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1 replies since 28/6/2012, 01:25   57 views
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