| IL GIRO DEL MONDO IN OTTANTA GIORNI
Autore: Jules Verne Data di edizione: 1873 Genere: avventura
“In quel singolare paese, nel quale gli uomini sono, certo, all’altezza delle istituzioni, tutto si fa a quadratura perfetta: la città, le case e le sciocchezze”.
I libri di Jules Verne mi hanno accompagnata sin da bambina. Quanti ne ho letti? Diversi, ma soltanto tre hanno un posto particolare nel mio cuore, “Ventimila leghe sotto i mari”, “L’isola misteriosa” e “il giro del mondo in ottanta giorni”. Quest’ ultimo l’ho riletto in questi giorni, dopo la bellezza di ventitré anni. Leggere da adulti un libro che si è letto da bambini è un’esperienza indescrivibile, le sensazioni e le emozioni che ti hanno accompagnato da piccolo durante la lettura e che ti sei portato dietro nel lungo e periglioso cammino della vita, si fondono ora con le nuove emozioni del mondo adulto, con un modo di vedere le cose diverso, con una predisposizione al voler ancora sognare da una parte e la disillusione dall’altra. Londra, 1872. Mr.Fogg, un ricco e metodico signore di mezz’età, si ritrova suo malgrado coinvolto dai suoi soci di club in una bizzarra scommessa, compiere il giro del mondo in ottanta giorni. La posta in gioco è molto alta, ventimila sterline, un ingente parte del suo patrimonio. Insieme al fedele servitore Passepartout parte alla volta del mondo senza sapere che l’ispettore Fix lo insegue per arrestarlo. Ai tre uomini si unisce, nel corso della storia, anche una bellissima fanciulla, Mrs. Auda, una ragazza indiana che Fogg aiuta a fuggire dagli uomini che volevano sacrificarla a Kali, la divinità indiana dell’amore. Durante questo viaggio l’impassibile gentleman tocca le più svariate tappe, da Brindisi ad Alessandria d’Egitto, da Bombay a Shangai, da San Francisco a New York, dal mar Mediterraneo al golfo d’Oman, dal golfo del Bengala al mar della Cina, dall’oceano Pacifico all’Atlantico. Un viaggio quasi interminabile che ho avuto il piacere di ripercorrere, dopo ventitré anni, insieme al signor Fogg, un avventuroso viaggio tra deserti, foreste, guadi, alla scoperta di nuovi luoghi, a contatto con indigeni, predoni, sacerdoti. Ho attraversato anch’io fiumi infestati di alligatori, ho lottato anch’io contro banditi e animali feroici, ho ammirato la sconfinata distesa dell’oceano dalla prua di una nave, ho tentato, a volte riuscendoci, a volte no, a rifugiarmi dalle avversità della natura, ho assaporato gli odori delle spezie e degli aromi orientali, ho udito i rumori dei tamburi, ho rischiato di sprofondare nelle sabbie mobili, ho volato con una mongolfiera sopra vaste radure, ho provato a vincere la più importante sfida della mia vita. Ho provato la delusione della sconfitta, ho sofferto e gioito per l’errore commesso, ho assaporato la vittoria, ma soprattutto ho conosciuto il mondo, ho vissuto a contatto con menti, usanze e costumi totalmente differenti dai mie, ho vinto le mie paure, le mie difficoltà, la più grande sfida contro me stessa. Ho rivissuto con la stessa emozione di allora questo avventuroso romanzo, ho scoperto la potenza delle parole e ho capito ancora una volta quanto sia fondamentale per noi tutti la fantasia. Un viaggio che mi ha di nuovo affascinata, che mi ha fatto di nuovo sognare…vedere, attraverso le parole di Jules Verne il mondo di fine Ottocento è un’esperienza che consiglio a tutti, la sua capacità descrittiva è straordinaria, una proprietà rara per uno scrittore. Invito tutti a leggerlo, oltre che un bellissimo libro è una grande esperienza di vita. Leggetelo e soprattutto fatelo leggere ai vostri figli.
Voto: 7
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