PELLEGRINAGGIO D'AUTUNNOAutore: Herman Hesse
Data di edizione: Primi del Novecento
“Più poveri non siamo, no: al contrario, ci siamo arricchiti un po' velocemente, è per questo che ci manca la cosa più importante: la semplicità.”
Amare la natura significa amare sé stessi.
Sono sempre stata convinta di quest’affermazione, la natura ha da sempre sull’uomo un effetto benefico, non solo dal punto di vista dell’umore, ma anche sul modo di pensare e di percepire la vita e il mondo che lo circonda.
Amo la natura, amo immergermi nella solitudine dei boschi, perdermi nella loro bellezza, osservare curiosa ogni specie animale che vi vive, studiare il loro comportamento e godere di ogni piccolo rifiorire della vita.
Amo la natura e tutto ciò che rappresenta e questo libro ha contribuito a incrementare questa mia innata passione.
E’ una delle prime opere di Herman Hesse, scritta da lui agli inizi del Novecento, quando aveva poco più di venticinque anni(era nato infatti nel 1877), opera imbevuta di passione, di ingenuità, di spensieratezza, aspetti che contraddistinguono da sempre la giovane età.
E’ una raccolta che comprende tre racconti, ambientati in un paesaggio ameno e suggestivo, nel quale la natura la fa da padrona.
Le storie e i protagonisti sono tipici di Hesse, tutti appartenenti alla borghesia che cercano in qualche modo di liberarsi dalle catene, per loro insopportabili, della ricchezza e trovare così una via di fuga, una felicità interiore a loro sempre negata, una vita semplice.
Sono tutti ambientati, come suggerisce il titolo stesso, in autunno, la stagione che rappresenta per l’uomo quella dei grandi cambiamenti e per la natura quella del riposo in attesa del risveglio della primavera.
Lo stile è il solito di Hesse, pacato, tranquillo, dolce, nostalgico, romantico(doti che si possono apprezzare anche in “Peter Camenzind” e in “Narciso e Boccadoro”), i temi trattati sono sempre gli stessi, il distacco dai beni materiali, la ricerca della semplicità e della felicità, l’amore per la natura e per le sue bellezze.
Non è una lettura per tutti, così come Hesse non è un autore per tutti(io stessa confesso di aver avuto in passato diversi problemi con questo autore), ma se siete amanti della natura, della vita, dell’armonia e desiderate fuggire da questo mondo materialista, consumistico e finto, allora è una lettura che vi consiglio assolutamente di intraprendere.
Chiudo con questa frase che mi ha molto colpita: “Chi non ha conosciuto la sofferenza difficilmente sa comprendere il vero valore della felicità”, è vero, ed è per questo che molti confondono la felicità con altro e, soprattutto, è per questo che sono davvero in pochi a conoscerla e ad averla conosciuta veramente nella vita.
Unica nota negativa: Hesse si lascia andare un po’ troppo alle descrizioni, ma quello è stato sempre un suo difetto.
“E' da giovani, che si è molto soli, e si ha l'impressione che essere soli sia negativo. Allora si va alla ricerca degli amici, ci si innamora e si scopre la famiglia e la patria. E' un'ottima cosa, è così che va avanti il mondo. Ma l'anima dei vecchi non si accontenta più di questo. Allora amicizia e amore e patria tornano ad essere un guscio, che ci separa dagli altri e dal tutto. Perché è al tutto che vogliamo tornare. Il tutto è Dio.”
Voto: 7
