TERRORE NELLO SPAZIO, Artigianale ma di valore!

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view post Posted on 3/8/2012, 01:58
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Sapiente Malizioso
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"Terrore nello spazio" (“Planet of the Vampires”, “Terror en el espacio”, ITA/SPA, 1965) di Mario Bava
Barry Sullivan (Capitano Mark Markary), Norma Bengell (Sanya), Angel Aranda (Wess), Evi Marandi (Tiona), Franco Andrei (Garr/Bert), Stelio Candelli (Brad/Mud), Federico Boido (Keir), Massimo Righi (Nordeg/ Capitano Sallas)

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SPOILER
Due astronavi gemelle, Argos a Galliot, sono state attirate da un segnale che sembra provenire dal pianeta Aura; mentre si preparano per atterrare, il collegamento tra le due cessa improvvisamente, subito dopo l’Argos viene trascinata sul pianeta da una fortissima forza gravitazionale. Il capitano Mark riesce ad atterrare col comando manuale ma nota che l’equipaggio comincia a dar segni di squilibrio, ognuno cerca di sopraffare il compagno; colpendo alcuni suoi uomini, che rinsaviscono al contatto, ristabilisce l’ordine. Quattro membri dell’equipaggio scendono a terra: il pianeta è piuttosto brullo, pieno di rocce, fumi vaporosi e fiumi magmatici, il paesaggio è infernale, ma “l’atmosfera è respirabile” (cit.).
Il gruppetto esplora le vicinanze sperando di ritrovare la Galliot, evento che puntualmente avviene ma che non da i risultati sperati poiché diversi membri dell’equipaggio sono morti a causa della medesima frenesia sanguinaria che aveva colpito anche gli uomini di Mark.
I cadaveri vengono seppelliti mentre fervono i tentativi di riparazione della Argos. Qualcosa di sinistro aleggia nell’atmosfera e diversi membri dell’equipaggio vedono aggirarsi delle ombre che hanno le sembianze di alcuni membri della Galliot i quali dovrebbero essere defunti. Nel frattempo il capitano scopre i resti di un’astronave aliena corredata dagli scheletri, giganteschi, del suo equipaggio originario e capisce che lui e suoi devono ripartire al più presto. Ricompaiono all’improvviso due membri superstiti dell’equipaggio della Galliot (Nordeg e Keir) ed una volta imbarcati sulla Argos vengono scoperti mentre tentano di appropriarsi del “Deviatore di meteore”; uno dei due, Nordeg, bloccato ed interrogato dal capitano, rivela di essere un abitante del pianeta che ha bisogno dei corpi dell’equipaggio per salvare la propria popolazione ormai condannata all’estinzione poiché il sole si sta spegnendo! L’entità racconta che per sopravvivere rilasciarono anni prima un segnale nello spazio sperando qualcuno giungesse, poiché solo mediante l’unione simbiotica a corpi che non avrebbero opposto volontà, avrebbe consentito loro di spostarsi in altri mondi. Sarebbe bastato che un solo auriano raggiungesse un pianeta per aprire la strada ai suoi simili. Keir è fuggito col Deviatore verso la Galliot ed il capitano Mark escogita un piano: con tre cariche di plutonio andrà alla Galliot insieme ad altri tre membri dell’equipaggio e dopo aver recuperato il Deviatore la farà esplodere col suo carico di parassiti. Wess, tecnico dell’astronave, sarà l’unico a rimanere a bordo aspettando il ritorno degli altri. Il capitano riesce a riprendere il Deviatore e a far esplodere la Galliot ma tornando verrà inseguito dai cadaveri alieni. Dopo un paio di scontri, Mark e Sanya, addetta alla comunicazioni, saranno gli unici a raggiungere la Argos. Wess fa ripartire l’astronave e va a riposare ma destato da un rumore sospetto raggiunge Sanya sul ponte di comando e le racconta di aver visto Mark che gli sembrava avesse cattive intenzioni. Entrambi si mettono a cercare il capitano, trovatolo, Sanya sembra puntargli contro il fucile laser ma nel contempo esclama: “Mark, Wess ha scoperto chi siamo!”, Wess fugge e va a distruggere il Deviatore, morendo nell’azione. Mark e Sanya, ormai senza protezione contro le meteore e non avendo possibilità di raggiungere il mondo di provenienza degli astronauti della Argos, decidono di atterrare sul pianeta più vicino, la Terra!!! Mark rassicura Sanya sulla presenza di esseri viventi, che definisce “primitivi”; dopo aver visto la tecnologia con cui sono costruite le abitazioni, Sanya domanda dubbiosa: “Come credi che ci accoglieranno?” Mark: “Spero bene.. per loro!” :)

Fatto veramente con due lire, puro cinema dell’ingegno e della fantasia; le scenografie sono poverissime (l’interno delle due astronavi, per esempio, è il medesimo, entrambe a sfondo grigio ma una ha le postazioni colorate di verde), tutto è ricostruito in un angusto teatro di posa a Cinecittà, abbellito da due massi di cartapesta (spostati di volta in volta a seconda dell’occorrenza), luci coloratissime, fumo tipo “discoteca” e un finto fiume “infernale” che rendono il tutto molto “psichedelico”. Le tutine grigio-nere degli astronauti, che qualcuno ha trovato orribili, devo dire che a me sono parse adorabili, addirittura realistiche; i parchi, ma efficaci effetti speciali (dello stesso Bava e di Rambaldi) funzionano a dovere (l’alieno gigante fuori dall’astronave è gustosissimo). Si potrebbe obiettare qualcosa sulla trama, ma il senso di minaccia e l’alone di mistero sono resi con bravura e la trovata finale, anche se intuibile dallo smaliziato pubblico moderno, è di buona fattura e sorprende (onestamente io non avevo capito fossero tutti alieni). La recitazione non è fenomenale, ma viene instillato con perizia il senso d’incertezza; buono e cattivo, grazie alle possessioni di “finniana” memoria, sono spesso indistinguibili. Il ritmo della pellicola non è, ovviamente, elevatissimo, ed alcune trovate sono risibili, però ha il pregio, non da poco, di lasciarsi guardare. Sono da evidenziare alcuni magistrali movimenti di mdp (la carrellata sulle due donne dell’equipaggio, prima all’indietro e poi in avanti, nella scena dell’apertura della fossa è esemplare) e il fatto che a questa fonte “Alien” attingerà anni dopo; il finale è di un buon impatto e, sorprendentemente, non è il consueto “gli eroi vincono e tornano con grande gloria”. Il soggetto è tratto dal racconto “Una notte di 21 ore” (1960) di Renato Pestriniero. Fascino visivo, trovate artigianali e fantascienza mista all’orrore ne fanno un piccolo film di buon valore.

VOTO 6,5

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