IL VAMPIRO, John William Polidori

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 13/8/2012, 15:35
Avatar

Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
oscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscar

Group:
Letterato Classico
Posts:
25,310
Location:
Civita Vetula

Status:


IL VAMPIRO

Autore: John William Polidori
Data di edizione: 1816
Genere: horror-sentimentale


polidori1

“Ma perché cercare di descrivere un fascino che tutti percepivano, eppure nessuno poteva valutare? Era l'innocenza, la gioventù e la bellezza non contaminate da salotti affollati e balli soffocanti”.


La figura del vampiro ha da sempre suscitato sul lettore un discreto fascino, basti pensare al più noto, il conte Vlad, ma anche a Carmilla, la prima donna vampiro di cui abbiamo notizie, a Varney, a Zaroff, fino ad arrivare ai vampiri “sbrilluccicosi” di Twilight(no, quelli sono vampiri, solo tronisti di Maria De Filippi trasformati in tali).
Una figura molto amata che nacque durante il Romanticismo inglese ed ebbe piena affermazione verso la metà del XIX secolo.
Il vampiro di Polidori è stato, insieme a Carmilla, di Le Fanu, uno dei primi “esemplari”(brutto termine, lo so) che la letteratura ci ha donato, l’archetipo del conte Dracula.
Aubrey, un giovane timido e di umili origini, incontra a un ricevimento il misterioso Lord Ruthven, un nobile di modi un po’ stravaganti che, grazie alle sue doti di gran conversatore e al suo sguardo quasi ipnotico, riesce ad ammaliare chiunque gli si trovi davanti.
Aubrey ovviamente rimane affascinato dal savoir-faire del nobiluomo e, dopo averne attirato l’attenzione, ne diventa suo intimo amico e parte con lui alla volta dell’Europa.
Durante il viaggio, scopre con enorme dispiacere che l’uomo si diverte a rovinare la reputazione delle giovani donne di alta estrazione sociale e a gettare sul lastrico i padri di famiglia senza battere cipiglio.
Dopo aver tentato, come suo solito, di corrompere l’ennesima brava ragazza, Aubrey lo abbandona e parte alle volte della Grecia.
Giunto ad Atene, s’innamora perdutamente di Iante, una giovane del posto.
La fanciulla gli racconta della leggenda dei vampiri del luogo, di quanto sia pericoloso girare dopo il tramonto per le strade di Atene, ma il ragazzo non le crede, considerando le sue parole solo il frutto di una profonda ignoranza.
Purtroppo per lui dovrà ricredersi molto presto, una sera, di ritorno da un’escursione, troverà la sua amata priva di vita, con sul collo dei vistosi e strani segni.
Alla vista della compagna ridotta in quel modo, Aubrey viene colpito da una febbre violentissima, ma viene inaspettatamente soccorso da Lord Ruthvien, che si trova a sua insaputa ad Atene.
Quando riprende conoscenza, accanto a sé si ritrova un altro Lord Ruthvien, molto premuroso e gentile, tanto da fargli credere di aver sbagliato a giudicare il misterioso uomo.
I due ritornano amici, ma il loro idillio è destinato a durare poco, fino a quando Lord Ruthvien viene gravemente ferito da un gruppo di briganti e, morente, impegna Aubrey in uno strano e folle giuramento…
Polidori, pur essendo stato nella sua vita autore di altri racconti, saggi e poesie, viene principalmente ricordato per questo suo breve racconto gotico, composto da lui nel 1816 e che rappresenterà in seguito il punto di forza della sua intera produzione.
Il suo vampiro si discosta completamente dalle antiche credenze slave, da tutte quelle connotazioni che anni e anni di leggende popolari gli hanno affibbiato, il suo vampiro è un elegante gentle-man(no, non pensate a Edward Cullen, non c’entra nulla, ve l’assicuro), un aristocratico dai modi sopraffini, raffinati, di bell’aspetto, perennemente assetato di sangue e di bellissime fanciulle, dallo sguardo terribile e penetrante che fanno di lui un essere irresistibile(elementi che poi, in seguito, si incarneranno alla perfezione nel Dracula di Bram Stoker).
La nascita di questo racconto è alquanto singolare, nel Giugno del 1816 Lord Byron, Polidori, Shelley e sua futura moglie Mary si ritrovano in una lussuosa villa sul lago di Ginevra.
Le cose tra loro, come scrive Lord Byron, non andarono granché bene, si narra che i rapporti tra i quattro furono sempre piuttosto tesi, soprattutto per via del tempo, perennemente freddo e piovoso.
Per cercare di scacciare la noia e di placare l’inquietudine degli animi, Lord Byron propose che ognuno di loro scrivesse una storia di fantasmi; la sua proposta venne accolta con entusiasmo ma, a quanto pare, gli unici due a impegnarsi furono Mary(quella sera diede vita alla sua creatura, Frankenstein) e Polidori(che diede vita al suo vampiro).
Chi leggerà per la prima volta questo racconto rimarrà sicuramente colpito da questa atipica figura vampiresca, atta più al sesso che al succhiare sangue, ma questo era proprio l’intento di Polidori, quello di creare una figura che si discostasse dalle leggende popolari, una figura che più che un essere demoniaco sembra un trasgressore, un sovvertitore di regole sociali, ma non per questo meno interessante e affascinante.
Una figura essenzialmente anti-borghese, elegante, vestito ammodo, cinico, esperto dell’arte della seduzione, una persona al di fuori degli schemi sociali dell’epoca, da quella che era allora ritenuta la figura del vampiro[in parole povere, Polidori unisce alla perfezione la figura dell’uomo fascinoso e tenebroso del romanzo gotico(e chi ha letto “Cime tempestose” può capirmi) al mito del vampiro, dando vita a uno dei personaggi più affascinanti e interessanti della letteratura mondiale; è inoltre inutile sottolineare come Lord Rutvien fu fonte di ispirazione per molti autori, da Hoffman(“Vampirismus”) a Goethe].
Uno dei racconti sui vampiri più interessanti che mi sia capitato di leggere, che merita indubbiamente di avere maggiore fama, che sicuramente farà innamorare parecchi appassionati.
Per chi ha letto o sta leggendo la saga di “Twilight” consiglio di leggere questo breve racconto, finalmente potrete di nuovo fare pace con la figura del vampiro.

Voto: 7.5
 
Top
0 replies since 13/8/2012, 15:35   51 views
  Share