LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE, Joseph Roth

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view post Posted on 10/9/2012, 15:33
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE

Autore: Joseph Roth
Data di edizione: 1939
Genere: drammatico


978-88-541-1705-1

“Conceda Dio a tutti noi, a noi bevitori, una morte così lieve e bella!”

A volte la nostra vita cambia in modo radicale, il Fato, il Caso o la Provvidenza, questo non lo sapremo mai, ci pongono davanti a delle situazioni inaspettate che ci sconvolgono, come dire, completamente i piani.
Però a volte accade che non rispondiamo agli impulsi del Fato, che le occasioni propizie che ci giungono le lasciamo andar via, un po’ per paura, un po’ per pigrizia ed ecco allora che ci ritroviamo, dopo anni, a rimpiangere di aver voltato le spalle alla Provvidenza. L’uomo è così imperfetto in tutto e per tutto, questa è la verità.
Andreas Kartak è un giovane e solitario clochard. Ha solo due amicizie che non lo abbandonano mai, l’alcool e la povertà.
Una sera, per caso, incontra un signore benestante da poco convertitosi al cattolicesimo che, per un voto fatto a Santa Teresa, ha deciso di rinunciare a tutte le sue ricchezze e di donarle alla santa.
Chiede così ad Andreas di restituire il suo intero patrimonio, duecento franchi, alla santa, una domenica dopo la messa.
Ha inizio così per il giovane una nuova vita, scandita da una serie di eventi dovuti al caso che gli impediranno, ogni volta, di pagare il suo debito con la santa…
Uno dei racconti più belli del ventesimo secolo, una perfetta metafora della vita di ogni essere umano che, per quanto sia mosso da un nobile intento, alla fine si lascerà sempre distogliere dai piaceri materiali, si godrà sempre tutto ciò che di mondano la vita possa offrirgli rimandando ogni qual volta il suo debito da saldare.
Una parabola su quanto l’essere umano sia volubile, su quanto si lasci distrarre troppo spesso dai piaceri puramente materiali e su quante occasioni sprechi ogni giorno per migliorare la sua vita e sé stesso.
Un racconto di rara sensibilità, pieno di umanità e di dolcezza, un racconto che ti tocca nel profondo e ti resta dentro, indelebilmente. Senza inutili parole, senza tergiversazioni alcune, solo ed esclusivamente poesia.
Un grandissimo esempio di letteratura e una chiarissima rappresentazione della fragilità umana.
Lo consiglio a tutti coloro che hanno una profondissima sensibilità.
Consiglio anche la visione dell’omonimo film di Ermanno Olmi, una pellicola di rara poesia, bellezza e delicatezza.

Voto: 8
 
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